Il pensiero laterale (o lateral thinking) è una capacità che appartiene spesso ai bambini, ma che può essere molto utile anche agli adulti.
Lo scrittore Antoine de Saint-Exupéry, ne Il Piccolo Principe, con il suo disegno dell'elefante dentro il boa e con la pecorella nella scatola, regala alla letteratura due magistrali esempi di un'abilità che i bambini naturalmente possiedono, ma che alcune persone adulte possono aver bisogno di allenare: la capacità di pensare in modo laterale o divergente.
“I grandi non capiscono mai niente da soli e i bambini si stancano a spiegargli tutto ogni volta. [...] Ho conosciuto molte persone importanti nella mia vita, ho vissuto a lungo in mezzo ai grandi. Li ho conosciuti intimamente, li ho osservati proprio da vicino. Ma l’opinione che avevo di loro non è molto migliorata.”
A. de Saint-Exupéry
Cos’è il pensiero laterale
Qual è il significato di “pensiero laterale”? La definizione di pensiero laterale data da Treccani è: “Capacità di soluzione dei problemi seguendo un percorso non convenzionale e non basato sulla logica razionale”.
Questo “pensare fuori dagli schemi” e in modo non convenzionale nasce da curiosità e anticonformismo. È la modalità di pensiero più comune durante l'infanzia ed è particolarmente sviluppata nei bambini con plusdotazione. I bambini, maestri di fantasia e freschezza, si avvalgono di innumerevoli gradi di libertà nella ricerca di soluzioni alternative e nuovi punti di vista di fronte a un dato problema. Ecco uno dei più celebri esempi di pensiero laterale.
L’aranciata avvelenata: gli invitati di un ricevimento muoiono dopo aver bevuto dell’aranciata avvelenata da una brocca con ghiaccio. Tutti tranne uno. Perché l’uomo si salva?
Ecco gli elementi da considerare:
- l’uomo non è immune al veleno
- la bevanda è la stessa che bevono tutti
- il veleno era già nella brocca quando anche l’uomo che si è salvato ha bevuto
- il veleno non era ancora sciolto quando egli ha bevuto, ma non era stato messo nella bevanda con una pasticca.
Pensiero laterale e divergente
In termini pratici, non c’è molta differenza tra pensiero divergente e pensiero laterale. Il pensiero divergente, infatti, chiama in causa creatività, immaginazione e fantasia per la risoluzione di un problema. È interessante notare che durante i compiti creativi si osserva una maggiore attività dell'emisfero destro del cervello (Lindell, 2011), suggerendo una base neurobiologica per questi processi.
Pensiero laterale e pensiero divergente sono modi non convenzionali e innovativi di pensare, possono favorire la capacità di problem solving ed essere utili nella gestione dei conflitti (pensiamo, per esempio, ai problemi con i colleghi di lavoro o i compagni di studio). Lo psicologo Joy Paul Guilford definisce quattro parametri per la valutazione del pensiero laterale:
- la fluidità, intesa come elemento quantitativo che si riferisce al numero di idee;
- la flessibilità, ovvero l’attitudine all’adozione di diversi approcci di pensiero rispetto a un problema da affrontare;
- l’originalità, ossia la capacità di formulare pensieri unici che non seguano necessariamente quelli della maggioranza;
- e l’elaborazione, cioè la modalità in cui queste idee e questi pensieri vengono concretizzati.
Questi elementi, che fanno parte delle tecniche creative del pensiero laterale, facilitano la nascita di quello che possiamo definire “atto creativo”. Il suo essere originale permette al pensiero laterale di superare gli ostacoli dei possibili bias cognitivi che non permettono al pensiero di fluire in modo diverso.
Pensiero laterale e verticale
Al pensiero divergente si contrappone il pensiero convergente, basato sulla capacità di fare un ragionamento logico e lineare che si poggia su soluzioni e risposte già salde e che ci sono note.
Pensiero laterale e pensiero verticale si differenziano perché quest’ultimo è il pensiero logico, razionale, analitico: segue percorsi già tracciati e si muove in modo sistematico, all’opposto dell’approccio innovativo e non convenzionale tipico del pensiero laterale. Tuttavia, la creatività non nasce solo dall’adozione di uno stile di pensiero alternativo, ma anche dall’interazione tra diverse aree corticali di entrambi gli emisferi cerebrali, sia sinistro che destro, che risulta fondamentale per la generazione di idee originali (Lindell, 2011).

Pensiero laterale e pensiero divergente: differenze operative e possibili applicazioni
Sebbene spesso vengano utilizzati come sinonimi, pensiero laterale e pensiero divergente presentano alcune differenze significative, soprattutto nelle modalità di applicazione e negli obiettivi.
- Pensiero laterale: si concentra sulla ricerca di soluzioni alternative attraverso il superamento di schemi mentali abituali. L'obiettivo è "spostarsi di lato" rispetto al problema, esplorando strade inaspettate e rompendo la sequenza logica tradizionale.
- Pensiero divergente: si riferisce alla capacità di generare molteplici idee o risposte a partire da uno stimolo, senza necessariamente cercare la soluzione più efficace o innovativa. È spesso associato alla creatività e alla produzione di opzioni.
Un esempio pratico può aiutare a chiarire la differenza: di fronte a un oggetto comune come una graffetta, il pensiero divergente porta a elencare tutti gli usi possibili (segnalibro, strumento per aprire una serratura, ecc.), mentre il pensiero laterale potrebbe suggerire di cambiare prospettiva e chiedersi: "E se la graffetta non fosse fatta di metallo? O se avesse una forma completamente diversa?".
Nella vita quotidiana, il pensiero laterale viene spesso applicato per risolvere problemi complessi o situazioni di stallo, mentre il pensiero divergente è utile nelle fasi iniziali di generazione di idee, come durante una sessione di brainstorming.
I meccanismi del pensiero laterale
Il termine pensiero laterale fu coniato dallo psicologo E. De Bono, riconosciuto come uno dei massimi esperti nel campo del pensiero creativo. Ma cosa significa, in concreto, il pensiero laterale di cui parla Edward De Bono? Nel suo libro The Use of Lateral Thinking, De Bono analizza i limiti del pensiero verticale, sottolineando come un approccio alternativo, ovvero laterale, possa facilitare la scoperta di nuove soluzioni ai problemi, stimolando interpretazioni innovative della realtà.
A sostegno di questa prospettiva, alcuni studi hanno dimostrato che le reti di attrattori corticali sono in grado di sostenere dinamiche iterative e associazioni a lungo raggio su scala corticale, offrendo così un modello matematico che spiega il pensiero laterale spontaneo (Akrami et al., 2012).
Ma come si può sviluppare il pensiero laterale secondo De Bono? Uno degli esercizi più noti è la metodologia dei sei cappelli, ampiamente adottata anche nelle attività finalizzate al benessere organizzativo delle aziende.
Che cos’è la metodologia dei sei cappelli?
Per affrontare un problema in modo alternativo non basta dirsi “pensa fuori dagli schemi”, ma bisogna mettere in pratica questa abilità con l’utilizzo di tecniche di pensiero laterale specifiche come quella che De Bono spiega nel libro Sei cappelli per pensare.
“Pensare non è una scusa per non agire ma un modo per agire meglio. Perciò avanti con l’azione.”
E. De Bono
Un riassunto del metodo di pensiero laterale proposto da De Bono potrebbe essere il seguente: ciascuno dei sei cappelli ha un colore specifico e rappresenta un singolo punto di vista e, di conseguenza, di pensiero:
- il cappello bianco: è il pensiero imparziale, oggettivo, basato sui fatti
- il cappello rosso: rappresenta l’emotività e l'intuito
- il cappello giallo: è il punto di vista che evidenzia i possibili vantaggi di una circostanza, basati su un ragionamento logico
- il cappello nero: al contrario del giallo, porta alla luce gli svantaggi di una situazione, facendo emergere la parte critica
- il cappello blu: è sinonimo del pensiero ponderato che si basa sulla calma
- il cappello verde: rappresenta il pensiero libero e creativo, ricco di fantasia.
Indossando i diversi cappelli e abbracciando di volta in volta diversi modi di pensare, si potranno trovare soluzioni creative, inaspettate e stimolanti.
Altre tecniche del pensiero laterale
Per allenare il pensiero laterale possono essere utilizzate diverse tecniche ed esercizi, come quella dei sei cappelli che abbiamo visto. Il brainstorming, per esempio, è una tecnica di pensiero laterale molto usata in vari contesti.
Nel processo di brainstorming, la mente è libera di proporre idee anche totalmente diverse l’una dall’altra. In questo genere di attività, come scrive il pubblicitario A.F. Osborn nel libro Applied imagination, sono fondamentali:
- la raccolta di idee: l’atteggiamento dei partecipanti deve essere accogliente e non giudicante rispetto alle idee proposte
- la quantità: più idee ci sono, meglio è
- la non convenzionalità: l’originalità è alla base dello stimolo creativo
- la ricerca di nuove combinazioni: ogni idea può essere fonte di ispirazione e dare vita a nuove soluzioni, anche inaspettate.

Tecniche pratiche di pensiero laterale: istruzioni ed esempi
Allenare il pensiero laterale richiede esercizio e l'utilizzo di tecniche specifiche che aiutano a "uscire dagli schemi". Di seguito vengono presentate alcune delle principali strategie, con esempi pratici e istruzioni passo-passo.
- Brainstorming guidato: questa tecnica consiste nel generare il maggior numero possibile di idee su un problema, senza giudicarle o valutarle subito. Ad esempio, se il problema è "come ridurre il traffico in città", si raccolgono tutte le proposte, anche le più insolite, come "usare droni per il trasporto di persone". Solo in un secondo momento si analizzano le idee per selezionare quelle più utili o realizzabili.
- Gioco di ruolo: mettersi nei panni di un'altra persona o di una figura immaginaria può aiutare a vedere il problema da una prospettiva completamente nuova. Ad esempio, chiedersi "come risolverebbe questo problema un bambino di cinque anni?" oppure "cosa farebbe un astronauta in questa situazione?". Questo esercizio favorisce l'emergere di soluzioni non convenzionali.
- Mappe mentali: creare una mappa mentale aiuta a visualizzare tutte le possibili connessioni tra idee e concetti legati a un problema. Si parte dal centro con il tema principale e si disegnano rami per ogni possibile soluzione o aspetto correlato. Questo metodo stimola l'associazione libera e la scoperta di collegamenti inaspettati.
- Domande provocatorie: porsi domande "impossibili" o paradossali, come "e se il problema non esistesse?" oppure "cosa succederebbe se facessimo l'opposto di ciò che è previsto?", può sbloccare nuove modalità di pensiero e portare a soluzioni originali.
Queste tecniche possono essere applicate sia individualmente che in gruppo, e sono particolarmente efficaci quando si affrontano sfide che sembrano avere solo soluzioni ovvie o già tentate.
La metodologia dei sei cappelli: guida ed esercizi
La metodologia dei sei cappelli di Edward De Bono, psicologo e pioniere del pensiero creativo, è uno degli strumenti più noti per allenare il pensiero laterale. Ogni cappello rappresenta un modo diverso di affrontare un problema, e indossarli "a turno" può aiutare a esplorare tutte le prospettive possibili.
- Cappello bianco: si concentra sui fatti e sui dati oggettivi. Indossandolo, si raccolgono informazioni senza giudizio, chiedendosi "quali dati abbiamo? Cosa ci manca ancora da sapere?".
- Cappello rosso: dà spazio alle emozioni e all'intuito. In questa fase, si esprimono sensazioni e impressioni personali, anche se non supportate da prove.
- Cappello nero: invita a valutare rischi, criticità e possibili ostacoli. Si analizzano le debolezze di una proposta, chiedendosi "quali potrebbero essere le conseguenze negative?".
- Cappello giallo: si focalizza sugli aspetti positivi e sui vantaggi. Si esplorano le opportunità e i benefici di una soluzione.
- Cappello verde: rappresenta la creatività e la ricerca di alternative. Qui si incoraggiano idee nuove, anche apparentemente stravaganti.
- Cappello blu: è il cappello della gestione e dell'organizzazione del pensiero. Si usa per coordinare il processo, decidere l'ordine dei cappelli e tirare le somme.
Esercizio pratico: scegli un problema reale o ipotetico (ad esempio, "come migliorare la comunicazione in un team di lavoro") e affrontalo indossando, uno alla volta, tutti e sei i cappelli. Prendi nota delle idee e delle osservazioni emerse in ogni fase. Questo esercizio può aiutare a evitare il pensiero unilaterale e ad allenare la flessibilità mentale.
Tre strategie ed esercizi per allenare la soft skill del pensiero laterale
La capacità di apportare creatività, innovazione e nuove sfide, nella realtà lavorativa attuale sempre più dinamica e competitiva, è una soft skill valutata molto positivamente. Vediamo quindi tre strategie per riscoprire e sviluppare questa capacità così utile in contesto lavorativo e non solo.
La sinettica
La sinettica è una tecnica ideata dallo psicologo William J.J. Gordon, ed è utile per risolvere problemi di natura tecnica. Ciò che apparentemente sembra non avere nessun collegamento, attraverso l’esercizio della sinettica può dare vita a una soluzione innovativa a un determinato problema.
Le sessioni di sinettica si svolgono in 9 diversi step. In breve, viene proposto il problema da affrontare e dopo un iniziale brainstorming, le persone coinvolte nella sessione sono invitate a pensare a diverse analogie:
- l’analogia diretta, attraverso cui si ragiona per similitudine
- l’analogia simbolica, utile a trovare analogie inedite
- l’analogia fantastica, in cui la creatività si esprime al massimo.
Questo processo aiuta ad andare oltre le soluzioni più ovvie e immediate e trovare soluzioni innovative.
La tecnica S.C.A.M.P.E.R.
È una strategia di sviluppo di idee creative utile per creare qualcosa di innovativo e per allenare il nostro pensiero. Ogni idea viene filtrata attraverso questi step:
- sostituiamo qualche elemento di questa idea con altre idee
- ora combiniamole tutte
- adattiamole
- modifichiamole
- diamo loro altri usi
- eliminiamone qualcuna
- riformuliamo.

Ritroviamo il bambino che è in noi
Nel suo libro Playfulness: Its Relationship to Imagination and Creativity, Nina Lieberman ha asserito che, secondo gli studi da lei condotti, alcuni elementi accrescono la capacità di pensare lateralmente:
- avere buone relazioni sociali
- godere di un buon riposo
- provare gioia e benessere interiore
- sentirsi liberi da pressioni, stress e ansia.
Pensieri laterali: indovinelli
Come abbiamo visto, il pensiero laterale può essere allenato con alcune tecniche, ma anche con quiz, test e indovinelli che sollecitano diversi tipi di pensiero laterale. Ricordi l’esempio di pensiero laterale nell’indovinello dell’Aranciata Avvelenata all'inizio dell’articolo?
Ecco la soluzione! Il veleno era nel ghiaccio, l’uomo ha bevuto per primo, quando il ghiaccio non si era ancora sciolto, così si è salvato.
Per sviluppare il pensiero divergente, lasciamo fluire la nostra creatività, restituendole il potere di modificare (in positivo) il nostro mindset nei confronti della vita, facendoci sentire di nuovo un po' bambini: ottimisti, liberi, anticonformisti.
Cosa significa nella pratica pensare lateralmente?
Usare consapevolmente il pensiero laterale significa ricominciare a pensare, non solo come artisti e creativi, ma anche come il bambino che è in noi.
Riuscire a immaginare molteplici soluzioni e prospettive innovative ci permette non solo di riconnetterci alla nostra creatività, ma di accantonare, almeno per un momento, la dicotomia giusto-sbagliato di cui è permeata la nostra società.
Pensare in modo divergente significa abbracciare la complessità ricca di sfumature del vivere sociale, rifiutando il concetto di soluzioni univoche e modalità stereotipate per la risoluzione di problemi complessi. Inoltre, è stato osservato che le persone con una maggiore propensione al pensiero laterale tendono ad avere cervelli meno lateralizzati (Lindell, 2011), il che suggerisce una maggiore integrazione tra gli emisferi cerebrali e una maggiore flessibilità cognitiva.
Esercizi quotidiani per allenare il pensiero laterale
Integrare il pensiero laterale nella vita di tutti i giorni è possibile attraverso semplici esercizi che stimolano la creatività e la capacità di vedere le cose da prospettive diverse.
- Risolvere indovinelli e problemi logici: dedicare qualche minuto al giorno a indovinelli che richiedono soluzioni non convenzionali aiuta ad abituare la mente a "saltare" fuori dagli schemi abituali.
- Cambiare routine: provare a svolgere una piccola attività quotidiana in modo diverso dal solito (ad esempio, cambiare strada per andare al lavoro o cucinare una ricetta con ingredienti insoliti) può stimolare la flessibilità mentale.
- Osservare oggetti comuni con occhi nuovi: scegli un oggetto e cerca di elencare almeno cinque usi alternativi rispetto a quello per cui è stato progettato. Questo esercizio allena la capacità di vedere potenzialità nascoste.
- Scrivere una breve storia a partire da un'immagine: osserva una foto e inventa una storia che abbia un finale inaspettato. Questo aiuta a sviluppare la capacità di collegare elementi apparentemente scollegati.
Praticare regolarmente questi esercizi può contribuire a rendere il pensiero laterale una risorsa naturale, utile sia nella risoluzione di problemi complessi che nella gestione delle piccole sfide quotidiane.
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Allenare il pensiero laterale significa aprirsi a soluzioni creative, abbracciare il cambiamento e riscoprire la libertà di vedere la vita da punti di vista inediti. Se senti il bisogno di sviluppare questa capacità, superare blocchi o semplicemente ritrovare la leggerezza e la curiosità di quando eri bambino, il supporto di uno psicologo può contribuire ad aiutarti. Con Unobravo puoi iniziare un percorso su misura per te, guidato da professionisti pronti ad aiutarti a esplorare nuove strade per il tuo benessere personale e professionale. Fai il primo passo verso una mente più flessibile e creativa: inizia il questionario per trovare il tuo psicologo online.









