Un ambiente lavorativo felice incide sulla vita del dipendente, sulle relazioni nel team di lavoro e sull’esito dei risultati aziendali. La psicologia del lavoro e del benessere nelle organizzazioni ha dimostrato che essere in un ambiente lavorativo sereno porta le persone a produrre maggiormente, ad avere maggiore motivazione e a essere più concentrati sugli obiettivi lavorativi, ottenendo risultati e fatturato, migliori.
Come migliorare il benessere organizzativo? Quali sono i fattori che influiscono su di esso? Lo scopriamo in questo articolo.
Il benessere organizzativo: una definizione
Iniziamo a parlare di benessere aziendale dandone una definizione. I ricercatori Avallone e Bonaretti hanno definito il benessere organizzativo come:
“La capacità di un’organizzazione di promuovere e mantenere il più alto grado di benessere fisico, psicologico e sociale dei lavoratori in ogni tipo di occupazione”.
Un numero sempre maggiore di aziende include, per incrementare i profitti, nuove strategie che possano promuovere il benessere dell’ambiente di lavoro e delle relazioni, consapevoli che, se i lavoratori sono messi nella condizione di poter operare serenamente, si sentono a proprio agio e portano a termine i propri compiti in modo più naturale.
Quando è presente il benessere nei contesti lavorativi e formativi, produttività e creatività aumentano a vantaggio della buona riuscita del lavoro e di risvolti ottimali per entrambe le parti.
Alcuni indicatori di benessere organizzativo sono:
- senso di appartenenza all’organizzazione
- sentimento di autorealizzazione
- condivisione dei valori dell’organizzazione
- equilibrio tra vita privata e lavoro
- relazioni interpersonali positive con i colleghi.
Di contro, indicatori negativi del benessere organizzativo e aziendale sono:
- desiderio di cambiare lavoro
- pensieri di inutilità e di non sentirsi all’altezza
- risentimento nei confronti dell’organizzazione
- presenza di mobbing e patologie relazionali
- confusione di ruoli, compiti e responsabilità.
Benessere e rischi psicosociali al lavoro
Come promuovere il benessere nei contesti lavorativi? L’European Agency for Safety and Health at Work ha individuato 10 fattori di rischio per il benessere nei luoghi di lavoro a cui prestare attenzione:
- Ambienti e attrezzature di lavoro, come strumenti inadeguati o non disponibili.
- Pianificazione dei compiti scarsa o monotona.
- Carico di lavoro eccessivo o ridotto.
- Orario di lavoro poco flessibile, imprevedibile o prolungato.
- Cultura organizzativa caratterizzata da cattiva comunicazione e difficoltà di problem solving.
- Ruolo dell’organizzazione (difficoltà a identificare le responsabilità e i ruoli di ciascuno).
- Progressione di carriera incerta, bassa retribuzione o scarso riconoscimento sociale del lavoro.
- Autonomia decisionale ridotta o inesistente.
- Rapporti interpersonali conflittuali tra colleghi, isolamento, mancanza di supporto sociale.
- Conflitto casa-lavoro, difficoltà a bilanciare vita privata e lavorativa.
Benessere e lavoro: storia del benessere organizzativo
L’attenzione per il benessere dei lavoratori viene inizialmente posta, negli anni ‘30 del secolo scorso, grazie alla rilevanza assunta dalla tematica della sicurezza nei luoghi di lavoro. Ci si chiede soprattutto come migliorare l'ambiente di lavoro e individuare i rischi per prevenire gli infortuni e le malattie.
Successivamente, con la nascita del movimento delle Human Relations, viene data maggiore rilevanza al fattore umano e a variabili quali la motivazione, i fenomeni di gruppo e l’alienazione legata alla routine lavorativa. Prende così piede una nuova cultura della salute nei luoghi di lavoro, dove il benessere è anche mentale e non solo fisico. Si deve giungere agli anni Ottanta perché si prenda in considerazione il benessere, con l’introduzione del concetto di wellness, che non indica più la salute come assenza di malattia, ma punta l’attenzione sulla presenza di agio.
A partire dagli studi sul rapporto tra benessere organizzativo e stress lavoro correlato nasce nel 1990 l’Occupational Health Psychology (OHP), il cui scopo è di applicare le conoscenze della psicologia per
- migliorare la vita dei lavoratori, favorendone l’empowerment;
- tenere alta la sicurezza delle condizioni di lavoro;
- promuovere la salute sui luoghi di lavoro.
Da allora il concetto di benessere al lavoro ha avuto una notevole evoluzione: dal focus centrato sulla conservazione della salute del singolo si è passati al benessere organizzativo e alla conservazione del benessere fisico e psichico. Secondo questa prospettiva, un’azienda che favorisce il benessere dei lavoratori deve mirare a:
- alta produttività e soddisfazione del lavoratore
- buona sicurezza dei luoghi di lavoro
- basso assenteismo e turnover
- assenza di violenza.
Benessere e sicurezza sul lavoro in Italia e in Europa
Negli anni troviamo una maggiore attenzione al benessere al lavoro anche nella legislazione europea. Ricordiamo ad esempio:
- la Dichiarazione di Lussemburgo (1997) per la promozione della salute sui luoghi di lavoro.
- la Commissione delle Comunità Europee (Bruxelles, 11/03/2002): presenta una nuova strategia per la salute e la sicurezza 2002-2006.
- Accordo Interconfederale (09/06/2008): riguarda il recepimento dell’Accordo Europeo sullo Stress Lavoro Correlato.
Nel 2008-2009, l’Unione Europea ha definito il benessere sul posto di lavoro: “lo stato mentale e fisico dei lavoratori che deriva da un equilibrio bilanciato fra il lavoro, il contesto ambientale e il tempo libero”. La tendenza più recente è quindi quella di indagare il benessere globale dell’organizzazione, per comprendere quando un’azienda è capace di garantire condizioni di benessere a chi la abita.
Anche in Italia, con la Direttiva del Ministero della Funzione Pubblica sulle “misure finalizzate al miglioramento del benessere organizzativo nelle Pubbliche Amministrazioni” del 2004, il tema del benessere sul luogo di lavoro ha avuto un'attenzione senza precedenti. A livello nazionale il benessere lavorativo viene monitorato anche dall'Istat, che realizza studi statistici sul benessere aziendale per fornire evidenze empiriche sui comportamenti delle aziende italiane. Dall’8 febbraio 2021, ad esempio, l’Istat ha dato il via a una rilevazione sul benessere lavorativo e il mobbing, allo scopo di raccogliere informazioni per risolvere eventuali criticità.
Come misurare il benessere aziendale e organizzativo?
Come misurare la salute di un’organizzazione? Quante sono le dimensioni del benessere organizzativo? Per rispondere a queste domande facciamo ricorso al MOHQ (Questionario multidimensionale sulla salute organizzativa), un questionario sul benessere organizzativo ideato nel 2005 dai ricercatori Avallone e Paplomatas.
Vediamo quali e quante sono le dimensioni del benessere organizzativo che sono oggetto di indagine tramite questo strumento. La salute e il benessere in azienda sono possibili quando:
- l’ambiente di lavoro è confortevole e accogliente
- gli obiettivi sono espliciti e chiari
- le competenze dei dipendenti sono valorizzate
- viene praticato l’ascolto attivo dei lavoratori
- le informazioni per svolgere il lavoro sono disponibili
- la gestione dei conflitti è ottimale
- le relazioni sono improntate alla cooperazione
- viene assicurata scorrevolezza operativa nel raggiungimento degli obiettivi
- c’è equità nell’assegnazione delle responsabilità e nel trattamento retributivo
- c’è attenzione a prevenire i fattori di stress
- si promuove la percezione dell’utilità sociale del lavoro quotidiano
- si presta attenzione alla sicurezza e alla prevenzione degli infortuni
- vengono assegnati compiti sostenibili
- c’è apertura all’ambiente esterno e all’innovazione.
Quando si richiede una consulenza psicologica aziendale tutte queste dimensioni vengono utilizzate per realizzare un’analisi del benessere organizzativo, che costituisce il punto di partenza per realizzare un intervento ad hoc per il welfare aziendale: migliorare la produttività e il benessere dei dipendenti.
Il benessere aziendale: come implementarlo
Molte aziende si chiedono da dove iniziare per implementare un progetto per il benessere aziendale. Il luogo di lavoro è infatti il contesto principale in cui ricercare opportunità che favoriscano il benessere fisico, psichico e sociale del lavoratore. Vediamo quali sono i fattori che influenzano il benessere aziendale. Un ambiente sano in azienda è caratterizzato da
- dinamismo
- flessibilità
- sfide stimolanti
- realizzazione dei propri desideri.
Gestire il benessere organizzativo: azioni dell’azienda
Come si può realizzare il benessere in ambito lavorativo? Le organizzazioni che promuovono il benessere nell’ambiente di lavoro si impegnano a seguire la vigente normativa per il benessere organizzativo, mettendo in atto una serie di iniziative come:
- Individuare bisogni e necessità dei lavoratori adottando politiche flessibili.
- Curare l’atmosfera dell’ambiente, che permetta creatività e produttività.
- Adottare strategie di coaching psicologico aziendale che hanno come obiettivo lo sviluppo del potenziale.
- Svolgere corsi sulla gestione del tempo e dello stress.
- Formare il team di lavoro, per far sentire i lavoratori parte di una squadra e migliorare le performance.
- Promuovere la fiducia reciproca tra le persone del team, creando un ambiente di lavoro sicuro, privo di pettegolezzi e pregiudizi.
- Valorizzare i risultati per generare autostima e autoefficacia e favorire le buone performance.
Tra gli interventi per incrementare il benessere aziendale, alcune organizzazioni mettono in pratica queste azioni virtuose anche tramite un costante monitoraggio, costituendo ad esempio un osservatorio del benessere organizzativo aziendale.
Benessere organizzativo e clima aziendale
Gli individui trascorrono gran parte della loro giornata negli ambienti di lavoro: la qualità dei rapporti che si instaurano e incidono sul raggiungimento degli obiettivi e sull’equilibrio psicofisico, dipende quindi dal clima organizzativo. Il clima di un’organizzazione è “l’aria che si respira” all’interno della stessa e riguarda come si sentono le persone mentre svolgono il loro lavoro.
Ciò che i lavoratori sperimentano nel clima di un’organizzazione diventa la chiave interpretativa di situazioni, eventi e cambiamenti che si verificano sul luogo di lavoro, incrementando il senso di appartenenza e la condivisione delle azioni. Come migliorare il clima aziendale in modo da favorire anche il benessere sul lavoro? Clima e benessere organizzativo vanno migliorati attraverso programmi di intervento che possano:
- aumentare e mantenere elevata la motivazione;
- incrementare il senso di appartenenza all’organizzazione;
- migliorare la coesione del team, anche con incontri di team building;
- garantire ai lavoratori un’adeguata formazione professionale;
- realizzare una leadership carismatica, in grado di trascinare verso il raggiungimento di obiettivi comuni.
Promozione del benessere e soddisfazione lavorativa
La soddisfazione lavorativa è data dalla valutazione del lavoratore sulla propria esperienza lavorativa. Quali sono le azioni da attivare per promuovere il benessere organizzativo, incrementando la soddisfazione del lavoratori?
Il benessere lavorativo e la piramide Maslow
La teoria di Maslow dei bisogni umani ha trovato applicazione negli studi sul benessere del personale della psicologia del lavoro, fornendo alcuni interessanti strumenti per migliorare il benessere aziendale.
La piramide di Maslow ci fa comprendere come per produrre soddisfazione lavorativa non sia sufficiente soddisfare i così detti bisogni “igienici” (ad esempio, avere un orario di lavoro definito e sostenibile): perché il benessere dei dipendenti in azienda sia tutelato, bisogna anche che dare loro opportunità di riconoscimento e autorealizzazione.
La soddisfazione per il proprio lavoro può essere migliorata anche intervenendo direttamente sulle caratteristiche del lavoro, favorendo l’autonomia e il senso di responsabilità del singolo, dando costanti feedback sui risultati e mostrando l’importanza del compito, in modo da dare significato al lavoro da svolgere.
Benessere dei dipendenti: anche i lavoratori devono fare la loro parte
Anche le misure organizzative favoriscono il benessere sul luogo di lavoro. Gli individui possono trovarsi di fronte fasi difficili o momenti di ansia e tensione, e quindi i lavoratori devono essere in grado di utilizzare strategie per:
- minimizzare lo stress per prevenire il burnout
- cercare nuove soluzioni per affrontare una situazione
- gestire al meglio il dispendio di risorse personali, tempo ed energie.
Le situazioni di disagio, entro livelli accettabili, generano eustress, cioè una reazione di stress lavorativo utile ad innescare motivazione e cambiamento. Quando invece l’individuo esaurisce le energie, generando distress, le conseguenze sono negative perché:
- ci si ritrova in situazioni potenzialmente minacciose
- si percepiscono come negativi gli stimoli provenienti dal contesto lavorativo
- ci si trova a spendere energie superiori alle proprie capacità.
Per preservare il benessere psicofisico del lavoratore quest’ultimo dovrebbe, prima di tutto, trovare il modo di chiedere aiuto. È fondamentale ricostruire quell’equilibrio tra le dimensioni cognitiva, affettiva e comportamentale per armonizzare e bilanciare vita lavorativa e vita privata. Un valido supporto possono essere anche gli strumenti di screening: fare ad esempio un test sul burnout può essere un momento utile per acquisire maggiore consapevolezza del proprio stato di benessere.
Libri sul benessere organizzativo
Ecco alcuni consigli di libri utili per approfondire il tema del benessere organizzativo in psicologia:
- “Intelligenza organizzativa. Competenze emotive ed organizzative per l'eccellenza” di G.Giorgi e V. Majer, Giunti OS, 2012;
- “Stress, benessere organizzativo e performance” di N.A.De Carlo, A. Falco, D. Capozza, Franco Angeli, 2016
- “Benessere, sicurezza e motivazione nelle organizzazioni”, di S. Cappello , R. Garzi, G. Fazzi, N. Zamaro, Franco Angeli, 2019
- “Salute organizzativa. Psicologia del benessere nei contesti lavorativi”, di Francesco Avallone e Alessia Paplomatas, Raffaello Cortina Editore, 2014.