Cerchi supporto per il tuo rapporto col cibo?
Trova il tuo psicologo
Valutato Eccellente su Trustpilot
Blog
/
Alimentazione
5
minuti di lettura

Come riconoscere i segnali dell’anoressia

Come riconoscere i segnali dell’anoressia
Alessandra Santoro
Psicoterapeuta ad orientamento Cognitivo-Comportamentale
Redazione
Unobravo
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Ultimo aggiornamento il
2.12.2025
Come riconoscere i segnali dell’anoressia
Iscriviti alla newsletter
Se ti è piaciuto, condividilo

Il tuo rapporto con il cibo è complicato?

Unobravo è la piattaforma di psicologia online leader in Italia. Compila il questionario per trovare lo psicologo più adatto alle tue esigenze.

Trova il tuo psicologo
  • 100% online, flessibile e sicuro
  • Incontro conoscitivo gratuito
  • Già scelto da oltre 400.000 pazienti
9.000+ psicologi sulla piattaforma

In Italia, ogni anno il 15 marzo si celebra la Giornata del Fiocchetto Lilla, nata per promuovere la prevenzione e l'informazione sui disturbi del comportamento alimentare, come l'anoressia nervosa. Non è sempre facile riconoscere i segnali che possono condurre a una condizione di anoressia nervosa. Le persone con un disturbo alimentare vivono spesso un forte senso di vergogna o di colpa rispetto ai propri comportamenti e tendono a nasconderli.

Chi soffre di anoressia nervosa può incontrare grandi difficoltà nel chiedere aiuto e può adottare comportamenti autodistruttivi, un meccanismo protettivo per non affrontare il problema. Riconoscere i segnali che caratterizzano l’anoressia rappresenta il primo passo verso la richiesta di intervento.

I segnali psicologici che caratterizzano l’anoressia nervosa‍

Prima che l’anoressia nervosa raggiunga una condizione grave, è possibile individuare alcuni segnali psicologici a cui prestare attenzione. Il rimuginio su pensieri legati al cibo e al proprio corpo è tra i primi segnali e può portare la persona ad adottare comportamenti distruttivi. La personalità si caratterizza spesso per una bassa autostima: si tende a sentirsi inutili e a provare sentimenti di vergogna verso sé stessi.

L’insoddisfazione corporea, che è alla base dell’anoressia nervosa, porta la persona a valutare il proprio aspetto in modo negativo, con grande preoccupazione non solo per la forma del corpo ma anche per il peso. La percezione dell’immagine corporea è spesso distorta: la persona può lamentarsi della propria grassezza anche quando il peso è nella norma.

Le emozioni di persona con anoressia nervosa‍

Chi vive con l’anoressia è molto attento agli sguardi degli altri, mostrando una sensibilità elevata rispetto alle osservazioni o alle critiche sulla forma fisica, sul peso, sulle abitudini alimentari o sull’esercizio fisico.

La persona sperimenta una paura intensa di prendere peso, per cui i momenti dei pasti e le attività legate al cibo sono vissuti con ansia. Dal punto di vista emotivo, possono emergere irritabilità e frequenti sbalzi d’umore.

Il rapporto con il cibo

La persona che soffre di anoressia nervosa vive il rapporto con il cibo in modo controllante: si concentra sul conteggio delle calorie, salta i pasti e tende a evitare determinati alimenti come i carboidrati, preferendo spesso la verdura; inoltre, pratica frequentemente digiuni prolungati. È molto comune evitare i cosiddetti cibi tabù, ovvero quelli ipercalorici, per concentrarsi esclusivamente su alimenti ipocalorici. Si osservano spesso cambiamenti nelle preferenze alimentari e possono emergere rituali ossessivi legati alla preparazione del cibo, così come atteggiamenti di controllo sui pasti dei familiari, ad esempio occupandosi della cottura senza poi consumare ciò che è stato preparato. Nonostante queste rigidità e restrizioni, è stato osservato che i sintomi gastrointestinali nelle persone con anoressia nervosa migliorano significativamente durante la riabilitazione nutrizionale, anche quando l'apporto calorico viene aumentato (Waldholtz & Andersen, 1990).

Stevepb - Pixabay

‍Comportamenti a cui prestare attenzione

Per eliminare il cibo ingerito, si può ricorrere al vomito o all’abuso di lassativi: le visite al bagno durante o subito dopo i pasti diventano frequenti. Inoltre, può essere presente un esercizio fisico eccessivo e compulsivo: la persona si allena anche quando le condizioni fisiche non lo permetterebbero, ripetendo un certo numero di esercizi. Quando non è possibile praticare sport, questo impedimento viene vissuto con grande disagio e sensi di colpa.

Tra gli altri segnali da considerare c’è il body checking, ovvero il controllo frequente del corpo o di alcune sue parti per verificarne lo stato, il cambiamento o l'adeguatezza. Pesarsi spesso o controllare la vita o i polsi per valutare quanto lo stato attuale si avvicini al proprio ideale sono comportamenti tipici del body checking.

A causa di questi atteggiamenti, la persona può iniziare a evitare tutte le situazioni sociali che coinvolgono il cibo, dicendo di aver già mangiato o di avere un’intolleranza. Si può osservare un ritiro sociale o un marcato isolamento dagli amici, incluso l’evitare attività un tempo preferite.

Oltre ai segnali descritti, è possibile notare:

  • un cambio evidente nello stile dell’abbigliamento
  • la tendenza ad assumere un atteggiamento ingannevole quando si affronta il tema dell’alimentazione: il cibo viene gettato segretamente o si mangia di nascosto
  • menzogne circa la quantità o il tipo di cibo consumato
  • tagliare il cibo in piccoli pezzi, mangiandoli uno alla volta e molto lentamente
  • ordinare il cibo nel piatto secondo un proprio schema
  • la negazione dello stimolo della fame

Risorse pratiche per familiari e caregiver

Quando una persona cara soffre di anoressia nervosa, il ruolo di familiari e caregiver può essere fondamentale, ma può anche generare grande preoccupazione e senso di impotenza. Ecco alcune strategie che possono essere utili per offrire supporto:

  • Ascolto empatico: Mostrare comprensione e disponibilità all’ascolto, evitando giudizi o pressioni, può aiutare la persona a sentirsi accolta e meno sola.
  • Incoraggiare la richiesta di aiuto: Sostenere la persona nel rivolgersi a professionisti specializzati, senza forzare i tempi, può facilitare l’avvio di un percorso terapeutico.
  • Informarsi sul disturbo: Conoscere le caratteristiche dell’anoressia nervosa permette di riconoscere i segnali di allarme e di affrontare meglio le difficoltà quotidiane.
  • Prendersi cura di sé: Anche chi si prende cura di una persona con anoressia ha bisogno di sostegno. Cercare gruppi di auto-aiuto o consulenze psicologiche può essere di grande beneficio.

Ricordare che il percorso di recupero richiede tempo e pazienza è essenziale: ogni piccolo passo avanti è un risultato importante.

Foto di Vitaly Gariev – Unsplash

I sottotipi di anoressia nervosa e la diagnosi clinica

L’anoressia nervosa può manifestarsi in due principali sottotipi, come descritto dal DSM-5:

  • Sottotipo restrittivo: La persona limita drasticamente l’assunzione di cibo, senza ricorrere regolarmente a condotte di eliminazione come il vomito autoindotto o l’uso di lassativi.
  • Sottotipo con abbuffate/condotte di eliminazione (binge/purging): Oltre alla restrizione alimentare, si verificano episodi di abbuffate seguiti da comportamenti compensatori, come vomito autoindotto, uso eccessivo di lassativi o diuretici.

La diagnosi clinica dell’anoressia nervosa si basa su criteri specifici, tra cui la restrizione dell’apporto calorico, la paura intensa di aumentare di peso e l’alterazione della percezione corporea. È fondamentale che la valutazione venga effettuata da un professionista della salute mentale, che può utilizzare strumenti standardizzati e colloqui clinici per una diagnosi accurata.

Le cause dell’anoressia nervosa: una visione integrata

L’anoressia nervosa è un disturbo complesso, la cui origine può essere influenzata da molteplici fattori che interagiscono tra loro. Secondo il DSM-5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, quinta edizione), non esiste una causa unica, ma piuttosto una combinazione di elementi che possono aumentare il rischio di sviluppare il disturbo.

  • Fattori genetici: Studi scientifici hanno evidenziato una componente ereditaria, con una maggiore probabilità di sviluppare l’anoressia in presenza di familiari affetti da disturbi alimentari.
  • Fattori psicologici: Bassa autostima, perfezionismo, difficoltà nella gestione delle emozioni e tendenza al controllo sono spesso presenti nelle persone che soffrono di anoressia.
  • Fattori ambientali e culturali: L’influenza dei modelli sociali che esaltano la magrezza, le pressioni familiari o scolastiche e le esperienze di bullismo o traumi possono contribuire all’insorgenza del disturbo.

Comprendere la complessità delle cause aiuta a superare i pregiudizi e a promuovere un approccio più empatico e personalizzato nella prevenzione e nel trattamento.

Dati epidemiologici e incidenza dell’anoressia nervosa

L’anoressia nervosa è un disturbo che colpisce prevalentemente adolescenti e giovani adulti, con una maggiore incidenza tra le ragazze. Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, in Italia circa il 90% dei casi riguarda il sesso femminile, con un picco di esordio tra i 15 e i 19 anni (Istituto Superiore di Sanità, 2023).

La prevalenza dell’anoressia nervosa nella popolazione generale è stimata intorno allo 0,3-1% tra le donne adolescenti, mentre tra i ragazzi la percentuale è significativamente più bassa. Negli ultimi anni, tuttavia, si è osservato un aumento dei casi anche tra i maschi e nelle fasce di età più giovani, segnalando la necessità di una maggiore attenzione e prevenzione.

Questi dati sottolineano quanto sia importante riconoscere precocemente i segnali del disturbo, per poter intervenire tempestivamente e ridurre il rischio di complicanze a lungo termine.

Anoressia nervosa: come riconoscere i segnali fisici

I disturbi alimentari sono condizioni che, oltre a influenzare profondamente la sfera psicologica, si manifestano con segni fisici spesso evidenti e talvolta gravi. È fondamentale prestare attenzione a una perdita di peso improvvisa o rapida, così come a frequenti cambiamenti di peso. Tra i segnali fisici più rilevanti, una particolare sensibilità al freddo può essere indicativa di ipotermia, una condizione che colpisce fino al 92% delle persone con anoressia nervosa e un Indice di Massa Corporea (IMC) inferiore a 13 (Ruocco et al., 2020).

Altri segnali da non sottovalutare includono guance o mascella gonfie, calli sulle nocche e danneggiamento dei denti, spesso associati a episodi di vomito autoindotto. Inoltre, svenimenti e vertigini possono essere correlati a ipoglicemia, che si riscontra nel 44% delle persone con anoressia nervosa e IMC inferiore a 13 (Ruocco et al., 2020).

Un altro aspetto importante riguarda la grande stanchezza e l’incapacità di svolgere attività normali, oppure, all’estremo opposto, una sorprendente iperattività. È utile ricordare che il 76% delle persone con anoressia nervosa e IMC inferiore a 13 presenta esami di funzionalità epatica alterati, un ulteriore segnale di compromissione fisica da non trascurare (Ruocco et al., 2020).

Prestare attenzione a questi segnali può fare la differenza nell’individuare precocemente la presenza di un disturbo alimentare come l’anoressia nervosa.

Test e supporto

Un test sui disturbi alimentari come l'EAT-26 può essere utile per acquisire maggiore consapevolezza del proprio stato di benessere. Ricorda sempre di leggere i risultati con l'aiuto di un professionista della salute mentale.

Se senti il bisogno di un supporto, con Unobravo puoi rivolgerti a uno psicologo che tratta tematiche legate all’anoressia, trovando uno spazio sicuro in cui esplorare le tue difficoltà e iniziare un percorso di consapevolezza e benessere.

Come possiamo aiutarti?

Come possiamo aiutarti?

Trovare supporto per la tua salute mentale dovrebbe essere semplice

Valutato Eccellente su Trustpilot
Iniziare un percorsoEsplorare la terapia onlineLeggere di più sul tema

FAQ

Hai altre domande?
Parlare con un professionista potrebbe aiutarti a risolvere ulteriori dubbi.

Collaboratori

Alessandra Santoro
Professionista selezionato dal nostro team clinico
Psicoterapeuta ad orientamento Cognitivo-Comportamentale
No items found.

Condividi

Se ti è piaciuto, condividilo
Iscriviti alla newsletter

Come capire se si soffre di un disturbo dell'alimentazione?

Fare un test psicologico può aiutare ad avere maggiore consapevolezza del proprio benessere.