Alimentazione
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Anoressia nervosa: sintomi, cause, conseguenze e possibili cure

Anoressia nervosa: sintomi, cause, conseguenze e possibili cure
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Emma Lerro
Redazione
Psicologa e Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Unobravo
Pubblicato il
2.2.2024

La relazione tra mente e corpo è molto delicata e profonda, a volte tanto da incidere sul proprio benessere, sia esso mentale o fisico. In questo articolo esploreremo le sfide legate alla percezione di sé in relazione all'alimentazione. 

In particolare, parleremo dell’anoressia nervosa e di come cause e conseguenze di questo disturbo evidenzino la complessità della relazione tra cibo, corpo e benessere psicofisico.

Cos'è l'anoressia nervosa

L'anoressia nervosa è uno dei più conosciuti disturbi del comportamento alimentare, ed è caratterizzata da una preoccupazione eccessiva per il peso corporeo, accompagnata da una restrizione estrema dell'assunzione di cibo, spesso associata a una percezione distorta del proprio corpo. 

Le persone anoressiche possono manifestare comportamenti ossessivi riguardo al controllo del peso, evitare pasti e ridurre drasticamente l'apporto calorico, arrivando a una significativa perdita di peso

Se dovessimo basarci sul significato letterale della parola anoressia, dovremmo riferirci all'origine greca del termine, che deriva da a “senza” e oreksis “appetito”. 

Nonostante l’etimologia, però, la definizione di anoressia è legata più alle caratteristiche psicologiche e comportamentali del soggetto anoressico, relative alla percezione di sé e al rapporto con il cibo, che al carente stimolo della fame di cui il termine conserva l’etimo.

anoressia nervosa
Elena Leya - Unsplash

I sintomi dell’anoressia

L'esordio dell'anoressia nervosa può variare da persona a persona, ma ci sono segnali e comportamenti che possono indicare il possibile sviluppo del disturbo. L’anoressia nervosa infatti ha sintomi fisici e psicologici. Tra i sintomi fisici è frequente riscontrare:

  • rapida diminuzione del peso corporeo
  • assenza o irregolarità del ciclo mestruale nelle persone di sesso femminile
  • affaticamento e astenia
  • riduzione della frequenza cardiaca e della pressione sanguigna
  • disturbi del sonno
  • difficoltà a mantenere la concentrazione
  • alterazioni dell'apparato gastrointestinale come stitichezza, gonfiore addominale o problemi digestivi.

Insieme a questi sintomi fisici dell’anoressia nervosa si possono riscontrare poi segnali psicologici e comportamentali quali:

  • restrizione volontaria dell'assunzione calorica ed evitamento di alcuni cibi considerati particolarmente “pericolosi” (cibi tabù)
  • costante preoccupazione e continuo controllo del proprio peso
  • rimuginio su pensieri legati al proprio corpo e al cibo
  • attività fisica intensa e prolungata allo scopo di bruciare più calorie possibili
  • isolamento sociale, specie nelle occasioni in cui si consuma cibo
  • percezione distorta delle dimensioni e della forma del proprio corpo, indipendentemente dall'evidenza oggettiva e, in certi casi, dismorfofobia
  • elevati livelli di ansia associati al proprio aspetto fisico
  • paura di fallire, vergogna e desiderio di perfezione (perfezionismo clinico)
  • disturbi depressivi, caratterizzati da perdita di interesse o piacere nel fare le cose, irritabilità e sbalzi d’umore
  • bassa autostima.

Vergogna, perfezionismo e bassa autostima sono tra i fattori di mantenimento dei disturbi alimentari e rappresentano alcuni degli elementi su cui lavorare seguendo un percorso di terapia psicologica mirato.

L'anoressia nervosa è un disturbo complesso e che può portare a gravi conseguenze. Porre attenzione già ai primi segnali dell’anoressia può essere cruciale per far sì che la persona a rischio possa ricevere tempestivamente l’aiuto di cui ha bisogno.

Le fasi dell’anoressia

L'anoressia nervosa non è generalmente suddivisa in "fasi" come potrebbe accadere per alcune altre condizioni. Tuttavia, i sintomi e la loro gravità possono variare nel tempo e il disturbo può progredire attraverso diverse fasi a seconda della persona. Una possibile descrizione delle fasi potrebbe essere la seguente:

  • fase di insorgenza, in cui si possono riscontrare le prime preoccupazioni per il peso e la forma corporea e alcuni comportamenti alimentari restrittivi
  • fase di consolidamento, durante cui si può verificare un aumento della restrizione alimentare e conseguente progressiva perdita di peso, comparsa dei comportamenti di purga o di esercizio fisico eccessivo, utili a smaltire le calorie
  • fase di declino fisico e psicologico, in cui la persona subisce una grave perdita di peso con conseguenti problemi fisici e può manifestare possibili disturbi psichici in concomitanza come disturbi d’ansia e depressione
  • fase critica, in cui l’individuo può incorrere in gravi rischi per la propria salute, come subire danni al funzionamento fisiologico dell’organismo e isolarsi, evitando il più possibile i legami familiari e sociali.

Non tutte le persone che soffrono di anoressia attraversano tutte queste fasi e il percorso può variare notevolmente da individuo a individuo. Ciò che è importante sottolineare è che l’anoressia è una patologia che può portare a rischiare la propria vita [1] e che chiedere aiuto può rivelarsi fondamentale

Cause dell’anoressia nervosa

Disturbi del comportamento alimentare come anoressia e bulimia nervosa, sebbene abbiano delle differenze, hanno una matrice comune.

Tra le principali cause dell'anoressia possiamo annoverare diversi fattori, quali:

  • fattori socioculturali e ambientali
  • fattori psicologici
  • fattori familiari.

I fattori socioculturali causa dell’anoressia

Gli ideali di bellezza irrealistici, veicolati e alimentati dai media tradizionali e digitali, rappresentano un grande rischio. Lo raccontano diverse ricerche come quella che analizza gli effetti dei contenuti web Pro-Ana e Pro-Mia [2] (pro anoressia e pro bulimia), in cui si trovano consigli su come perdere peso e si trova spazio per condividere testimonianze su anoressia nervosa e altri disturbi quali il binge eating disorder e la bulimia nervosa.

A essere particolarmente a rischio sono gli adolescenti, che trascorrono molto tempo sui social media e sono più soggetti alle influenze esterne e a rischio di bodyshaming. Questa fase di vita, infatti, molto delicata e determinante per la vita adulta, è caratterizzata da incertezze e paure.

Fortunatamente, ci sono anche esempi di comunicazione che puntano alla sensibilizzazione sui rischi che possono derivare da alcuni contenuti presenti sul Web e social media, come lo spot Dove Il costo della bellezza: una storia vera.

Le cause psicologiche dell’anoressia

La persona che ha interiorizzato un certo senso di inadeguatezza, insicurezza e bassa autostima (abbiamo già evidenziato come possa essere cruciale il ruolo dell’autostima nei disturbi alimentari), può essere più suscettibile agli standard esterni e alle aspettative sociali, contribuendo all'insorgenza dell'anoressia.

Anche la presenza di caratteristiche psicologiche come un elevato perfezionismo e l’alessitimia, la difficoltà a dare un nome alle proprie emozioni, possono predisporre all’insorgenza di un disturbo come l’anoressia. 

A questo, in alcuni casi si aggiungono eventuali traumi o eventi molto stressanti vissuti dalla persona, per esempio problemi nelle relazioni o l’aver vissuto episodi di bullismo

C’è poi anche la possibilità che la persona combatta la propria paura di perdere il controllo su alcuni aspetti della propria vita mettendo in atto un comportamento ipercontrollante riguardo il cibo e la forma fisica.

Le cause familiari dell’anoressia

Altre possibili cause dell’anoressia nervosa possono essere ricondotte a problemi in famiglia: i rapporti familiari possono essere fonte di stress e conflitti, talvolta non semplici da affrontare e risolvere. 

Un altro fattore di rischio per l’insorgenza dei disturbi alimentari è crescere in un contesto in cui si fa fatica a parlare liberamente delle proprie emozioni. Proprio la presenza di forti conflitti in famiglia può rendere difficile aprirsi agli altri.

Sappiamo che può esserci una forte correlazione tra cibo ed emozioni (ne è un esempio la fame emotiva). In alcuni casi, non essere abituati a riconoscere ciò che si prova e gestire emozioni come la rabbia, può contribuire all’insorgenza del disturbo alimentare, come spiega uno studio [3] condotto sulle quattro emozioni di base in relazione a problemi alimentari.

Se ci siano cause legate a fattori genetici, è un tema molto dibattuto e ancora oggetto di studio e approfondimento. In uno studio [4] di revisione della letteratura si legge che “Studi su gemelli e famiglie hanno riscontrato elevate stime di ereditarietà, dimostrando un contributo significativo dei fattori genetici nell'Anoressia Nervosa. [...] Tuttavia, nonostante anni di intensa ricerca e numerosi indizi promettenti, non è stato dimostrato che un singolo gene costituisca un importante fattore di rischio.”

Conseguenze dell’anoressia nervosa

Alcuni dei sintomi dell'anoressia che abbiamo precedentemente elencato possono acuirsi e rappresentare le conseguenze del disturbo sull’organismo: 

  • perdita di peso eccessiva risultante dalla restrizione alimentare
  • problemi cardiovascolari
  • irregolarità del ciclo mestruale nelle donne e squilibri ormonali
  • danno al sistema digestivo
  • debolezza muscolare causata dalla carenza di proteine e nutrienti essenziali
  • difficoltà di concentrazione.

Disturbi depressivi, disturbi d’ansia, isolamento sociale, completano il quadro (qui non esaustivo) delle possibili conseguenze dell’anoressia.

Tipi di anoressia

Nel DSM-5 l’anoressia nervosa è distinta in due tipi principali: l’anoressia con restrizione e l’anoressia con abbuffate e condotte di eliminazione:

  • anoressia nervosa restrittiva: la restrizione alimentare è basata principalmente sulla quantità di cibo consumata. Gli individui limitano drasticamente l'apporto calorico, spesso evitando interi gruppi alimentari (come gli alimenti ricchi di grassi e carboidrati).
  • anoressia con abbuffate e condotte di eliminazione: sono presenti abbuffate di cibo, seguite da comportamenti come l’assunzione di lassativi, diuretici o il vomito autoindotto.

L’anoressia nervosa atipica è un’altra delle tipologie di anoressia che rappresenta una variante del disturbo e che troviamo nel DSM-5 tra i disturbi alimentari con altra specificazione (OSFED). Caratterizzata da comportamenti alimentari restrittivi, preoccupazioni eccessive per il peso e la forma corporea, ma anche da episodi di abbuffate, la principale caratteristica dell’anoressia atipica è che la perdita di peso rientra nel range normale.

Ci sono poi alcune altre forme che, in modo improprio o informale, vengono chiamate “anoressia”. Tra queste:

  • anoressia da stress: non esiste una diagnosi ufficiale di "anoressia da stress" riconosciuta nei manuali diagnostici. Tuttavia, il termine potrebbe essere utilizzato informalmente per descrivere situazioni in cui l'anoressia nervosa è scatenata o esacerbata da stress emotivo o eventi traumatici. 
  • anoressia inversa (o vigoressia): questa è una definizione talvolta utilizzata per descrivere una variante dell'anoressia nervosa, in cui l'individuo mostra una preoccupazione persistente per avere un corpo “troppo esile” o poco muscoloso e manifesta comportamenti alimentari restrittivi e una dipendenza da esercizio fisico 
  • anoressia senile: l'espressione "anoressia senile" è utilizzata in ambito geriatrico per riferirsi a una possibile manifestazione multifattoriale dell’invecchiamento, in cui si riscontra una riduzione dell’introito alimentare unita alla mancanza di motivazione all’assunzione di cibo. 
come curare l'anoressia
Rylan Krupp - Unsplash

Come si cura l'anoressia nervosa

Affrontare e uscire dall’anoressia nervosa è possibile, ma è necessario un approccio multidisciplinare che coinvolga professionisti della salute mentale, medici ed esperti in nutrizione. Per la diagnosi di disturbo alimentare, i professionisti possono avvalersi di diversi strumenti, tra cui i test psicologici.

Anche se non esiste uno specifico test sull’anoressia, il clinico può utilizzare, per esempio, l’EAT-26 (Eating Attitude Test), uno strumento di screening utile a raccogliere elementi per formulare una diagnosi più completa.

È fondamentale che, sia la persona che sta vivendo delle problematiche alimentari che chi le sta vicina, riconosca prima possibile i segnali di una possibile insorgenza dell’anoressia, per intervenire nel più breve tempo possibile.

Come aiutare una persona con anoressia 

Il 15 marzo ogni anno in Italia si celebra la Giornata del Fiocchetto Lilla, nata per promuovere la prevenzione e l'informazione sui disturbi del comportamento alimentare, oltre che per fornire supporto ai familiari.

L'anoressia nervosa è un disturbo che richiede un trattamento professionale. Chi sta accanto a una persona con anoressia può però certamente fare la propria parte. Ecco alcuni consigli:

  • comunicare con sincerità: esprimere le proprie preoccupazioni riguardo un possibile problema alimentare è un segno di affetto, ma bisogna ricordarsi di farlo senza soffermarsi su elementi estremamente critici quali forma fisica e peso corporeo
  • offrire supporto emotivo: l’empatia arricchisce una relazione interpersonale, porsi in ascolto e con atteggiamento non giudicante può fare la differenza
  • rispettare i confini della persona: forzarla a mangiare o a cambiare comportamento difficilmente migliorerà la situazione
  • sostenere un approccio positivo verso il cibo:  evitare di enfatizzare l'aspetto calorico o di giudicare gli alimenti come "buoni" o "cattivi" può aiutare a non esacerbare il rapporto problematico con il cibo.

Trattamento dell’anoressia nervosa

Le opzioni di trattamento più efficaci possono variare a seconda delle caratteristiche individuali del paziente, ma generalmente possono includere:

  • terapia nutrizionale: una dieta studiata per gestire l’anoressia nervosa in termini nutrizionali è utile per stabilire un piano alimentare equilibrato e ristabilire abitudini alimentari sane
  • percorso psicologico: approfondire gli aspetti psicologici ed emotivi è indispensabile per affrontare l’anoressia nervosa. Tra i diversi approcci psicoterapeutici utili citiamo la terapia cognitivo-comportamentale, che aiuta a identificare i pensieri, comprendere e gestire le emozioni dolorose riguardo al cibo e al corpo, la terapia psicodinamica, che si focalizza sulle dinamiche psicologiche profonde e irrazionali legate all’inconscio
  • terapia farmacologica: è possibile utilizzare specifici farmaci per trattare i sintomi correlati all’anoressia ed è da intraprendere e seguire solo sotto stretto controllo medico
  • gruppi di supporto: condividere la propria storia e ascoltare le esperienze degli altri può essere utile sia per la persona anoressica che per i familiari
  • cure intensive: a seconda dello stadio della patologia, può essere necessario un ricovero o la frequentazione di strutture ospedaliere o dedicate al trattamento dei DCA.

Bibliografia

  • [1] J. Arcelus J et al. (2011) Mortality rates in patients with anorexia nervosa and other eating disorders. A meta-analysis of 36 studies, Arch Gen Psychiatry 68(7):724-31
  • [2] C. Mento et al., (2021)  Psychological Impact of Pro-Anorexia and Pro-Eating Disorder Websites on Adolescent Females: A Systematic Review. Int J Environ Res Public Health, 18(4):2186
  • [3] Fox JR, K. Froom, (2009) Eating disorders: a basic emotion perspective, Clin Psychol Psychother, 16(4):328-35
  • [4] P. B. Shih, D. B. Woodside, (2016) Contemporary views on the genetics of anorexia nervosa, European Neuropsychopharmacology, (663-673).

Questo è un contenuto divulgativo e non sostituisce la diagnosi di un professionista. Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica

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