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Bulimia nervosa: cos’è e come riconoscerla

Bulimia nervosa: cos’è e come riconoscerla
Bulimia nervosa: cos’è e come riconoscerla
Psicoterapeuta Sistemico-Relazionale
Bulimia nervosa: cos’è e come riconoscerla
Redazione
Unobravo
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Pubblicato il
22.10.2025
Ultimo aggiornamento il
23.10.2025
Bulimia nervosa: cos’è e come riconoscerla
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Anoressia e bulimia sono considerate le due “sorelle” dei disturbi del comportamento alimentare. I disturbi alimentari sono patologie caratterizzate da un’alterazione delle abitudini alimentari e da un’eccessiva preoccupazione per il peso, che può ostacolare la salute fisica o il funzionamento psicosociale in modo significativo. Ogni anno, il 15 marzo, nella Giornata del Fiocchetto Lilla, viene ricordata l'importanza di promuovere la diffusione di cure adeguate per questi disturbi.

Caratteristiche di anoressia e bulimia

Sebbene siano due disturbi separati e distinti, anoressia e bulimia possono essere considerate variazioni di un unico disturbo, a causa della sovrapposizione di caratteristiche cliniche e sintomi e della frequente oscillazione da un disturbo all’altro.

I principali manuali diagnostici descrivono l’anoressia e la bulimia come:

  • entità separate
  • con specifici criteri diagnostici
  • con ipotesi di cause e meccanismi diversi
  • con indicazioni terapeutiche distinte.

Nella realtà clinica, tuttavia, la suddivisione tra anoressia, bulimia e disturbi alimentari non altrimenti specificati non è così definita e questi quadri clinici possono essere interpretati come variazioni di un unico disturbo, come due facce della stessa medaglia. Prima di capire meglio il perché, cerchiamo di comprendere cosa sia l’anoressia e cosa la bulimia.

L'anoressia

Il termine anoressia significa letteralmente “mancanza di appetito” (dal greco an-òrexis), sebbene in chi ne soffre la fame sia sempre presente, anche se difensivamente negata per paura di ingrassare.

L’anoressia nervosa è un disturbo psicopatologico incentrato sul più o meno pronunciato rifiuto di alimentarsi che porta a conseguenze fisiche e psicologiche gravi. Per raggiungere il dimagrimento desiderato, le persone con anoressia possono mettere in atto:

  • condotte di eliminazione come il vomito autoindotto e l’uso di lassativi e diuretici;
  • praticare un eccessivo esercizio fisico, dieta e digiuni.

Il disturbo insorge prevalentemente in giovani donne nel periodo dell’adolescenza e il rapporto maschi femmine è di 1:10.

disturbo alimentare bulimia
I Yunmai - Unsplash

La bulimia

L’etimologia della parola “bulimia” deriva dai termini greci boùs, “bue” e limòs, “fame”, cioè “fame da bue”, il che indica le ricorrenti abbuffate delle persone che soffrono di questo disturbo, capaci di introdurre fino a 5000 calorie in un solo pasto.

Durante queste abbuffate, l’ingestione del cibo è:

  • vorace;
  • compulsiva;
  • con scarsa attenzione ai sapori.

Il cibo può essere di varia natura: dolci, pietanze fredde o addirittura ancora congelate. L’orgia bulimica, condotta quasi sempre in solitudine, generalmente prosegue finché la persona si sente così piena da stare male, ed è a quel punto che insorgono le condotte di eliminazione per prevenire l’aumento del peso. In altri casi, il peso corporeo è mantenuto mediante l’esercizio fisico esagerato o fasi di digiuno.

Durante le crisi bulimiche, le persone hanno la sensazione di perdere il controllo di sé fino a riferire una sensazione di estraniamento, mentre dopo le crisi subentrano senso di colpa e autosvalutazione. Come l’anoressia, anche la bulimia è prevalente nel sesso femminile con un rapporto maschi-femmine di 1:20, ma con un esordio meno precoce, nella tarda adolescenza o prima età adulta.

Un test sui DCA può aiutarti a capire se soffri di bulimia nervosa
*Non ha valore diagnostico e non sostituisce una diagnosi professionale

Criteri diagnostici ufficiali e sottotipi secondo il DSM-5

Per comprendere a fondo le differenze e le somiglianze tra anoressia e bulimia, è utile fare riferimento ai criteri diagnostici ufficiali riportati nel DSM-5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, quinta edizione), uno strumento di riferimento internazionale per la diagnosi dei disturbi mentali.

L'anoressia nervosa può essere diagnosticata quando sono presenti:

  • Restrizione dell’assunzione di calorie rispetto al fabbisogno, che porta a un peso corporeo significativamente basso rispetto all’età, al sesso e allo sviluppo.
  • Intensa paura di aumentare di peso o di ingrassare, anche quando si è sottopeso.
  • Alterazione della percezione del peso o della forma del corpo, influenza eccessiva del peso sull’autostima o mancato riconoscimento della gravità della condizione.

Il DSM-5 distingue due sottotipi di anoressia nervosa:

  • Sottotipo restrittivo: la perdita di peso è ottenuta principalmente mediante dieta, digiuno o esercizio fisico eccessivo.
  • Sottotipo con abbuffate/condotte di eliminazione: la persona si abbuffa regolarmente o mette in atto condotte di eliminazione come vomito autoindotto, uso di lassativi o diuretici.

La bulimia nervosa può essere diagnosticata quando sono presenti:

  • Episodi ricorrenti di abbuffate, caratterizzati dall’assunzione di una grande quantità di cibo in un periodo limitato e dalla sensazione di perdita di controllo.
  • Condotte compensatorie inappropriate ricorrenti per prevenire l’aumento di peso, come vomito autoindotto, uso eccessivo di lassativi, digiuno o esercizio fisico eccessivo.
  • Gli episodi devono verificarsi almeno una volta a settimana per tre mesi.
  • Autostima influenzata in modo eccessivo dal peso e dalla forma del corpo.

Questi criteri aiutano i professionisti a distinguere tra i diversi disturbi alimentari e a individuare il percorso terapeutico più indicato.

bulimia cause e conseguenze
Alexei Maridashvili - Unsplash

Due facce della stessa medaglia

L’anoressia e la bulimia sono dunque contrassegnate dalla sovrapposizione di caratteristiche cliniche e di sintomi. Il decorso clinico di questi disturbi e il loro modello di trasmissione all'interno delle famiglie suggeriscono che i due disturbi non sono del tutto indipendenti, né del tutto sovrapposti.

Diagnosi di anoressia e di bulimia nervosa si riscontrano spesso all’interno della stessa famiglia, suggerendo che questi due disturbi possono condividere le stesse cause. Caratteristica essenziale e comune all’anoressia e alla bulimia è la presenza di un’alterata percezione del peso corporeo e dell’immagine di sé.

Studi e statistiche

Alcuni studi mostrano come il 30-44% delle persone con anoressia restrittiva varia nel tempo verso le forme con abbuffate/condotte di eliminazione e che l’insorgenza di queste condotte si verifichi principalmente entro 5 anni. Gli studi mostrano anche una notevole fluttuazione della sintomatologia: dall’anoressia nervosa alla bulimia nervosa e viceversa.

Il tasso di oscillazione dall’anoressia alla bulimia (36%) è più elevato di quello dalla bulimia all’anoressia (27%). I disturbi della condotta alimentare, quindi, non sono stabili. Le manifestazioni comportamentali dell’eccessiva valutazione del peso e delle forme del corpo cambiano con l'aumentare dell'età e della durata del disturbo.

Nelle prime fasi, la maggior parte delle persone riesce a mantenere il controllo sul mangiare e a perdere peso, ma con il passare del tempo possono insorgere gli episodi di abbuffate. Il risultato è il recupero di una parte o di tutto il peso precedentemente perso.

Modalità relazionali di chi soffre di disturbi alimentari

La sintomatologia alimentare, con il suo alternarsi di digiuni, crisi bulimiche e pratiche di svuotamento, riflette le modalità relazionali di chi ne soffre. Queste persone spesso oscillano tra:

  • il desiderio di una relazione poco differenziata;
  • le angosce di essere inglobate dall’altro, che portano a misure difensive di evitamento e di rifiuto.

Spesso è evidente la contemporanea intolleranza della solitudine e della vicinanza relazionale: entrambe infatti minacciano l’integrità dell’identità della persona. Il rifiuto del cibo assume in alcuni casi il significato di un’affermazione della propria indipendenza volta a stabilire un controllo su di sé. Al contrario, l’alimentazione sregolata, che in alcuni casi assume le forme di una dipendenza come la dipendenza da cibo, sembra rispondere a un tentativo di automedicazione e di riempire un vuoto emotivo.

Dati epidemiologici e impatto sulla popolazione

I disturbi del comportamento alimentare rappresentano una sfida crescente per la salute pubblica, soprattutto tra adolescenti e giovani adulti. Secondo l’Istituto Superiore di Sanità (ISS), in Italia si stima che circa 3 milioni di persone soffrano di un disturbo alimentare, con una prevalenza maggiore tra le donne (circa il 90% dei casi) rispetto agli uomini (Istituto Superiore di Sanità, 2023).

L’anoressia nervosa può colpire circa 0,3-0,5% delle giovani donne e la bulimia nervosa circa 1-2% (Organizzazione Mondiale della Sanità, 2022). L’esordio avviene tipicamente tra i 12 e i 25 anni, ma negli ultimi anni si è osservato un abbassamento dell’età di insorgenza, con casi anche in età preadolescenziale (ISS, 2023).

Questi disturbi possono avere un impatto significativo sulla qualità della vita, sulla salute fisica e psicologica e, nei casi più gravi, possono mettere a rischio la vita stessa. L’anoressia nervosa, in particolare, è spesso associata a uno dei più alti tassi di mortalità tra i disturbi psichiatrici (OMS, 2022).

psicologia online bulimia
Surface - Unsplash

Modelli teorici: il modello transdiagnostico di Fairburn

Per spiegare le somiglianze tra anoressia e bulimia, diversi studiosi hanno proposto modelli teorici che aiutano a comprendere la natura condivisa di questi disturbi. Uno dei più influenti è il modello transdiagnostico di Christopher Fairburn, professore di psichiatria e ricercatore nel campo dei disturbi alimentari.

Secondo questo modello, anoressia e bulimia condividono una serie di processi psicologici di base, tra cui:

  • Sopravvalutazione del peso e della forma del corpo: il valore personale viene giudicato principalmente in base al controllo del peso e dell’alimentazione.
  • Comportamenti di controllo rigido: come diete restrittive, che possono portare a perdita di controllo e abbuffate.
  • Cicli di restrizione e compensazione: la restrizione alimentare può innescare episodi di abbuffata, seguiti da sensi di colpa e comportamenti compensatori.

Il modello transdiagnostico suggerisce che, nonostante le differenze nei sintomi, i meccanismi psicologici sottostanti sono simili e che un approccio terapeutico integrato può risultare efficace in alcuni casi per entrambi i disturbi (Fairburn, Cognitive Behavior Therapy and Eating Disorders, 2008).

Transizioni tra anoressia e bulimia: panoramica e dati longitudinali

Le transizioni tra anoressia e bulimia sono fenomeni clinicamente rilevanti e ben documentati. Studi longitudinali hanno evidenziato che una percentuale significativa di persone con anoressia nervosa può sviluppare nel tempo sintomi bulimici e viceversa.

Secondo una revisione pubblicata su The American Journal of Psychiatry (Eddy et al., 2008), circa il 30-50% delle persone con anoressia nervosa può sviluppare sintomi bulimici nel corso della vita, mentre il passaggio dalla bulimia all’anoressia si verifica in circa il 10-20% dei casi. Questi dati confermano che i disturbi alimentari non sono condizioni statiche, ma possono evolvere e cambiare forma nel tempo.

Le transizioni sono spesso influenzate da fattori come:

  • Durata della malattia: più lungo è il decorso, maggiore è la probabilità di oscillazioni tra i disturbi.
  • Fattori psicologici e ambientali: stress, cambiamenti di vita o eventi traumatici possono favorire il passaggio da un disturbo all’altro.
  • Risposta ai trattamenti: alcune persone possono modificare i propri comportamenti alimentari in risposta a terapie o tentativi di autogestione.

Questa variabilità sottolinea l’importanza di un monitoraggio clinico attento e di un approccio terapeutico flessibile e personalizzato.

Uno strumento come il test EAT-26, che indaga i sintomi dei disturbi alimentari, può essere utile per acquisire maggiore consapevolezza del proprio stato di benessere. Ricorda sempre di consultare un professionista per una corretta interpretazione del risultato, come uno psicologo che lavora su tematiche legate ai disturbi alimentari, anche online.

Se senti il bisogno di un supporto, con Unobravo puoi rivolgerti a uno psicologo che tratta tematiche legate all’anoressia o a uno psicologo che tratta tematiche legate alla bulimia, trovando uno spazio sicuro in cui esplorare le tue difficoltà e iniziare un percorso di consapevolezza e benessere. Fai il primo passo verso il tuo benessere: Unobravo è qui per accompagnarti.


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