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Alimentazione
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minuti di lettura

Bulimia nervosa: cos’è e come riconoscerla

Bulimia nervosa: cos’è e come riconoscerla
Giovanna Galasso
Psicoterapeuta Sistemico-Relazionale
Redazione
Unobravo
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Ultimo aggiornamento il
7.11.2025
Bulimia nervosa: cos’è e come riconoscerla
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Anoressia e bulimia sono spesso definite le due ‘sorelle’ dei disturbi del comportamento alimentare. I disturbi del comportamento alimentare sono patologie caratterizzate da un’alterazione delle abitudini alimentari e da un’eccessiva preoccupazione per il peso, che può ostacolare la salute fisica o il funzionamento psicosociale in modo significativo. Ogni anno, il 15 marzo, nella Giornata del Fiocchetto Lilla, viene ricordata l'importanza di promuovere la diffusione di cure adeguate per questi disturbi.

Caratteristiche di anoressia e bulimia

Sebbene siano due disturbi separati e distinti, anoressia e bulimia possono essere considerate variazioni di un unico disturbo, a causa della sovrapposizione di caratteristiche cliniche e sintomi e della frequente oscillazione da un disturbo all’altro.

I principali manuali diagnostici descrivono l’anoressia e la bulimia come:

  • entità separate
  • con specifici criteri diagnostici
  • con ipotesi di cause e meccanismi diversi
  • con indicazioni terapeutiche distinte.

Nella realtà clinica, tuttavia, la suddivisione tra anoressia, bulimia e disturbi del comportamento alimentare non altrimenti specificati non è così definita e questi quadri clinici possono essere considerati variazioni di un unico disturbo, metaforicamente come due facce della stessa medaglia. Prima di approfondire il motivo di questa vicinanza, vediamo cosa si intende per anoressia e bulimia.

L'anoressia

Il termine anoressia significa letteralmente “mancanza di appetito” (dal greco an-òrexis), anche se chi ne soffre percepisce la fame, spesso negandola difensivamente per paura di aumentare di peso.

L’anoressia nervosa è un disturbo psicopatologico incentrato su un più o meno pronunciato rifiuto di alimentarsi, che porta spesso in breve tempo a una significativa perdita di peso, fino a uno stato limite. Per raggiungere il dimagrimento desiderato, le persone con anoressia possono mettere in atto:

  • condotte di eliminazione come il vomito autoindotto e l’uso di lassativi e diuretici;
  • praticare un eccessivo esercizio fisico, dieta e digiuni.

Il disturbo insorge prevalentemente in giovani donne durante l’adolescenza, con un rapporto maschi/femmine di 1:10.

disturbo alimentare bulimia
I Yunmai - Unsplash

La bulimia

L’etimologia della parola “bulimia” deriva dai termini greci boùs, “bue” e limòs, “fame”, cioè “fame da bue”, e indica le ricorrenti abbuffate delle persone che vivono questo disturbo, capaci di introdurre fino a 5000 calorie in un solo pasto.

Durante queste abbuffate, l’ingestione del cibo è:

  • vorace;
  • compulsiva;
  • con scarsa attenzione ai sapori.

Il cibo può essere di varia natura: dolci, pietanze fredde o addirittura ancora congelate. L'“episodi di abbuffata”, condotta quasi sempre in solitudine, generalmente prosegue finché la persona si sente così piena da stare male; a quel punto insorgono le condotte di eliminazione per prevenire l’aumento del peso. In altri casi, il peso corporeo è mantenuto mediante esercizio fisico esagerato o fasi di digiuno.

Durante le crisi bulimiche, le persone possono avere la sensazione di perdere il controllo di sé fino a riferire una sensazione di estraniamento, mentre dopo le crisi subentrano senso di colpa e autosvalutazione. Come l’anoressia, anche la bulimia è prevalente nel sesso femminile, con un rapporto maschi/femmine di 1:20, ma con un esordio meno precoce, nella tarda adolescenza o prima età adulta.

Criteri diagnostici secondo il DSM-5-TR

Per comprendere meglio le differenze tra anoressia e bulimia, è utile conoscere i criteri diagnostici ufficiali stabiliti dal DSM-5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, quinta edizione).

Anoressia nervosa:

  • Restrizione dell’assunzione di calorie: la persona limita drasticamente l’apporto calorico rispetto al fabbisogno, portando a un peso corporeo significativamente basso.
  • Paura intensa di aumentare di peso: questa paura persiste anche quando la persona è sottopeso.
  • Alterazione della percezione del peso o della forma del corpo: la persona vive un’eccessiva influenza del peso e della forma del corpo sulla propria autostima, o nega la gravità della condizione di sottopeso.
  • Sottotipi:
  • Restrittivo: perdita di peso ottenuta principalmente tramite dieta, digiuno o esercizio fisico eccessivo.
  • Con abbuffate/condotte di eliminazione: la persona si abbuffa e/o mette in atto condotte di eliminazione come vomito autoindotto, uso di lassativi o diuretici.

Bulimia nervosa:

  • Episodi ricorrenti di abbuffate: consumo di una quantità di cibo superiore a quella che la maggior parte delle persone mangerebbe nello stesso periodo, accompagnato dalla sensazione di perdita di controllo.
  • Condotte compensatorie inappropriate e ricorrenti: come vomito autoindotto, uso eccessivo di lassativi, diuretici, digiuno o esercizio fisico eccessivo, per prevenire l’aumento di peso.
  • Frequenza: le abbuffate e le condotte compensatorie si verificano almeno una volta a settimana per tre mesi.
  • Autostima influenzata dal peso e dalla forma del corpo: la valutazione di sé è eccessivamente condizionata da questi aspetti.

Questi criteri aiutano i professionisti a distinguere tra i due disturbi, pur riconoscendo che possono coesistere o evolvere l’uno nell’altro.

bulimia cause e conseguenze
Alexei Maridashvili - Unsplash

Due facce della stessa medaglia

L’anoressia e la bulimia sono dunque contrassegnate dalla sovrapposizione di caratteristiche cliniche e di sintomi. Il decorso clinico di questi disturbi e il loro modello di trasmissione all'interno delle famiglie suggeriscono che i due disturbi non sono del tutto indipendenti, né del tutto sovrapposti.

Diagnosi di anoressia e di bulimia nervosa si riscontrano spesso all’interno della stessa famiglia, suggerendo che questi due disturbi possono condividere le stesse cause. Caratteristica essenziale e comune all’anoressia e alla bulimia è la presenza di un’alterata percezione del peso corporeo e dell’immagine di sé.

Studi e statistiche

Alcuni studi mostrano come il 30-44% delle persone con anoressia restrittiva possa variare nel tempo verso le forme con abbuffate/condotte di eliminazione, e che l’insorgenza di queste condotte si verifichi principalmente entro 5 anni. Gli studi evidenziano anche una notevole fluttuazione della sintomatologia: dall’anoressia nervosa alla bulimia nervosa e viceversa.

Il tasso di oscillazione dall’anoressia alla bulimia (36%) è più elevato di quello dalla bulimia all’anoressia (27%). I disturbi della condotta alimentare, quindi, non sono stabili. Le manifestazioni comportamentali dell’eccessiva valutazione del peso e delle forme del corpo cambiano con l'aumentare dell'età e della durata del disturbo.

Nelle prime fasi, molte persone riescono a mantenere il controllo sul mangiare e a perdere peso, ma con il passare del tempo possono insorgere gli episodi di abbuffate. Il risultato è spesso il recupero di una parte o di tutto il peso precedentemente perso.

Modalità relazionali di chi soffre di disturbi del comportamento alimentare

La sintomatologia alimentare, con il suo alternarsi di digiuni, crisi bulimiche e pratiche di svuotamento, riflette le modalità relazionali di chi ne soffre. Queste persone spesso oscillano tra:

  • il desiderio di una relazione poco differenziata;
  • le angosce di essere inglobate dall’altro, che portano a misure difensive di evitamento e di rifiuto.

Spesso è evidente la contemporanea intolleranza della solitudine e della vicinanza relazionale: entrambe infatti minacciano l’integrità dell’identità della persona. Il rifiuto del cibo assume in alcuni casi il significato di un’affermazione della propria indipendenza, volta a stabilire un controllo su di sé. Al contrario, l’alimentazione sregolata, che in alcuni casi assume le forme di una dipendenza come la dipendenza da cibo, sembra rispondere a un tentativo di automedicazione e di riempire un vuoto emotivo.

Uno strumento come il test EAT-26, che indaga i sintomi dei disturbi del comportamento alimentare, può essere utile per acquisire maggiore consapevolezza del proprio stato di benessere. Ricorda sempre di consultare un professionista per una corretta interpretazione del risultato, come uno psicologo che lavora su tematiche legate ai disturbi del comportamento alimentare, anche online.

Dati epidemiologici e incidenza

I disturbi del comportamento alimentare rappresentano una realtà sempre più diffusa, soprattutto tra adolescenti e giovani adulti.

Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) del 2023, in Italia si stima che circa 3 milioni di persone soffrano di un disturbo alimentare, con una prevalenza maggiore tra le donne (circa il 90% dei casi).

  • Anoressia nervosa: colpisce circa lo 0,3-0,5% delle giovani donne, con un esordio tipico tra i 15 e i 19 anni (ISS, 2023).
  • Bulimia nervosa: interessa circa l’1-2% delle giovani donne, con un picco di insorgenza tra i 16 e i 25 anni (ISS, 2023).
  • Aumento dei casi: negli ultimi anni si è osservato un incremento dei casi anche tra i maschi e nelle fasce di età più giovani, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS, 2022).

Questi dati sottolineano l’importanza di riconoscere precocemente i segnali di disagio e di promuovere una cultura della prevenzione e del supporto psicologico.

psicologia online bulimia
Surface - Unsplash

Sintomi, cause e comportamenti tipici: confronto tra anoressia e bulimia

Sebbene anoressia e bulimia condividano alcuni aspetti, presentano anche differenze significative nei sintomi, nelle cause e nei comportamenti tipici.

Sintomi principali

  • Anoressia nervosa: perdita di peso marcata, amenorrea (assenza di ciclo mestruale), pelle secca, capelli fragili, bradicardia (battito cardiaco rallentato), ipotensione.
  • Bulimia nervosa: fluttuazioni di peso, gonfiore addominale, erosione dello smalto dentale, callosità sulle nocche (segno di Russell), disturbi elettrolitici.

Cause e fattori di rischio

  • Anoressia: perfezionismo, bisogno di controllo, bassa autostima, pressione sociale verso la magrezza, eventi stressanti o traumatici.
  • Bulimia: impulsività, difficoltà nella regolazione emotiva, storia di diete restrittive, insoddisfazione corporea, esperienze di abuso o trascuratezza.

Comportamenti tipici

  • Anoressia: restrizione calorica estrema, evitamento dei pasti, rituali alimentari rigidi, esercizio fisico eccessivo.
  • Bulimia: abbuffate seguite da condotte compensatorie (vomito, lassativi), alimentazione segreta, senso di colpa dopo le abbuffate, alternanza tra restrizione e perdita di controllo.

Queste differenze possono aiutare a comprendere meglio le specificità di ciascun disturbo e a orientare l’intervento terapeutico.

Il modello transdiagnostico e il nucleo psicopatologico comune

Negli ultimi anni, la ricerca ha evidenziato come anoressia e bulimia condividano un nucleo psicopatologico comune, che va oltre le differenze nei comportamenti alimentari.

Il modello transdiagnostico proposto dallo psicologo Christopher Fairburn suggerisce che i disturbi del comportamento alimentare siano sostenuti da meccanismi psicologici simili, tra cui:

  • Eccessiva valutazione del peso e della forma del corpo: la propria autostima dipende in modo sproporzionato da questi aspetti.
  • Comportamenti di controllo: come la restrizione alimentare, l’esercizio fisico eccessivo o le condotte di eliminazione, messi in atto per gestire ansia e insicurezza.
  • Cicli di restrizione e perdita di controllo: la restrizione alimentare può portare a episodi di abbuffate, seguiti da sensi di colpa e nuove restrizioni.
  • Difficoltà nella regolazione emotiva: il cibo viene usato come strumento per gestire emozioni dolorose o stress.

Questo approccio aiuta a spiegare perché molte persone possano passare da un disturbo all’altro nel corso della vita e perché sia importante un trattamento che affronti i meccanismi psicologici sottostanti, non solo i sintomi visibili.

Transizioni tra anoressia e bulimia: prevalenza e dinamiche

Le transizioni tra anoressia e bulimia possono rappresentare fenomeni clinicamente rilevanti e frequenti.

Secondo una revisione pubblicata dall’Istituto Superiore di Sanità nel 2022, circa il 30-44% delle persone con anoressia restrittiva può sviluppare nel tempo comportamenti di abbuffata e condotte di eliminazione, evolvendo verso forme di bulimia nervosa o anoressia con abbuffate/condotte di eliminazione.

  • Passaggio da anoressia a bulimia: può avvenire più spesso nei primi 5 anni dall’esordio del disturbo, con una prevalenza stimata intorno al 36% (ISS, 2022).
  • Passaggio da bulimia ad anoressia: meno frequente, ma comunque presente, con una prevalenza stimata intorno al 27% (ISS, 2022).

Queste transizioni sottolineano la necessità di un monitoraggio attento e di un approccio terapeutico flessibile, capace di adattarsi all’evoluzione della sintomatologia e ai bisogni della persona.

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