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Salute mentale
5
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Dipendenze e festività: strategie per affrontare il periodo

Dipendenze e festività: strategie per affrontare il periodo
Enrico Reatini
Psicologo ad orientamento Cognitivo-Comportamentale
Redazione
Unobravo
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Ultimo aggiornamento il
12.12.2025
Dipendenze e festività: strategie per affrontare il periodo
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Affrontare una dipendenza è possibile

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Come anni di film natalizi ci hanno insegnato, il periodo delle festività può essere immaginato come un momento fatto di luci, colori, famiglie che si riuniscono e  ritmi che rallentano, lasciando spazio a pause, celebrazioni, nevicate romantiche e tazze di cioccolata calda. Tuttavia, questa non è l’unica realtà del Natale. Se per molte persone il clima festivo porta con sé serenità e spensieratezza, per molte altre le feste possono invece amplificare fragilità già presenti, riattivare vissuti emotivi complessi o intensificare il senso di solitudine e pressione sociale.

In questo articolo esploreremo come le festività possano rappresentare un periodo particolarmente critico per chi convive con una dipendenza. Parleremo non solo di uso di sostanze, ma anche di gambling, tabagismo e shopping compulsivo: comportamenti che, in un contesto fatto di stimoli, aspettative e abitudini sociali consolidate, possono intensificarsi o diventare più difficili da gestire. L’obiettivo è comprendere meglio questi fenomeni e offrire spunti utili per affrontare questo momento dell’anno con maggiore consapevolezza e supporto.

Fotoinformator - Pexel

Festività e salute mentale 

L’immaginario collettivo tende a rappresentare le festività come un periodo universalmente positivo, nonostante questo la letteratura scientifica mostra una realtà più sfaccettata. Diversi studi evidenziano come questo periodo dell’anno possa impattare in modo significativo il comportamento e il benessere psicologico di molte persone. Le ricerche riportano che, pur non registrandosi un aumento complessivo della psicopatologia durante il Natale, possono verificarsi peggioramenti dell’umore e un incremento dell’uso di alcolici e degli incidenti ad esso correlati. Parallelamente, la riduzione delle richieste ai servizi psichiatrici, degli accessi in emergenza e dei comportamenti autolesivi nei giorni immediatamente precedenti e durante le festività sembra spesso accompagnarsi a un effetto rimbalzo subito dopo, quando tali comportamenti tornano ad essere attenzionati (Sansone & Sansone, 2011).

Dipendenze durante le feste: cosa accade?

Un tema particolarmente rilevante è quello delle dipendenze: numerosi studi mostrano come le celebrazioni, gli “eventi speciali” e il clima festivo possano diventare potenti catalizzatori di consumo, soprattutto tra i più giovani. Le cosiddette alcoliday, ovvero festività percepite come occasioni socialmente legittimate per bere molto e usare sostanze, sono associate a livelli di intossicazione più elevati rispetto alle normali serate, con un ruolo significativo giocato dal contesto, dal gruppo dei pari e dall’idea del “divertimento” come consumo eccessivo. 

Allo stesso tempo, anche altre forme di dipendenza, come il gioco d’azzardo, risentono delle dinamiche stagionali. L’esperienza osservata durante il lockdown in India, ad esempio, mostra come l’interruzione improvvisa della possibilità di acquistare lotterie abbia spinto molti giocatori problematici a chiedere aiuto, trasformando un momento critico in un’inaspettata finestra di trattamento (George, 2020).

Nel complesso, le festività possono dunque costituire un periodo altamente sensibile per chi convive con una dipendenza: un tempo in cui fattori culturali, sociali ed emotivi si intrecciano, talvolta aggravando il disagio, talvolta offrendo, se riconosciuti e adeguatamente supportati, opportunità preziose di cambiamento.

Rudonni - Pexels

Il Natale attraverso gli occhi della dipendenza

Immaginiamo la città che si veste a festa: le luminarie trasformano i panorami a cui siamo abituati, i negozi si truccano da casette di marzapane e il profumo di forno che arriva dalle pasticcerie è  più intenso del solito. Proprio in mezzo a questa atmosfera incantata prende forma una sottotrama: quella di chi, pur desiderando di vivere questo periodo a pieno, è turbato dal pensiero di non “volerci ricascare”.

In questa storia, lo shopping natalizio non è semplicemente un rito. Le offerte del Black Friday brillano ma come folletti dispettosi sussurrano “compra ancora un regalo”, promettendo risparmi miracolosi; allo stesso tempo, le strategie sensoriali del marketing digitale diventano piccole magie capaci di stimolare impulsi d’acquisto quasi automatici (Ingmarsson et al., 2024). Eppure, i nostri protagonisti osservano tutto questo con un misto di fascino e timore: la paura di svuotare per l’ennesima volta il conto o la carta pesa quanto un macigno.

Il problema è che, quando lo stress di fine anno aumenta e il benessere percepito diminuisce, come mostrano alcune ricerche sul calo della soddisfazione di vita nel periodo natalizio (Mutz, 2016), queste magie non restano più innocue decorazioni: possono trasformarsi in richiami irresistibili, difficili da contrastare anche per chi ha già vissuto le conseguenze di un impulso allo shopping compulsivo lasciato libero di correre.

Qualche piano sopra quello dei negozi illuminati si svolge poi la scena delle tombolate, delle partite a carte, dei giochi da tavolo a soldi e delle lotterie. Biglietti, carte e tessere colorate spuntano riempiendo tavoli e mani, i numeri vengono estratti tra risate e panettone, e tutto sembra leggero.

Poi ci sono gli aperitivi natalizi, il rumore di sottofondo che, tra cori festanti, accompagna ogni incontro: bicchieri che tintinnano come campanellini, brindisi che si susseguono senza pausa, e sigarette che diventano un pretesto per uscire un momento al freddo, “staccare” da conversazioni pesanti o smorzare un’emozione un po’ troppo intensa. Ed è proprio tra il fumo che si dissolve nell’aria gelida e le luci riflesse sui marciapiedi che affiora la parte più umana di questa storia: una miscela di gioia, amore, nervosismo e stanchezza, emozioni tutte più forti durante le settimane delle festività (Stanojević & Pavićević, 2023).

Festività e Dipendenza: piccoli promemoria

Il periodo delle festività natalizie rappresenta un vero “picco di stimoli” che oscilla tra ritmi alterati, maggior tempo libero e un immaginario collettivo che normalizza l’eccesso. Riconoscere quando ci si sta avvicinando a una situazione rischiosa è già un atto di cura. Vediamo insieme alcuni suggerimenti per affrontare al meglio questi momenti:

  • Se uscire per un aperitivo rischia di diventare terreno scivoloso, si può bere un analcolico, un tè, o semplicemente optare per una passeggiata tra le luci della città.
  • Se un amico propone “qualche mano di  poker per qualche spiccio”, si può controproporre un gioco da tavolo, dove la posta è fatta di risate e premi simbolici.
  • Se lo shopping compulsivo è una tentazione, può essere utile ricordare il motivo profondo dei regali: donare qualcosa, non necessariamente comprare. Un dolce fatto in casa, una lettera, un ricordo condiviso hanno un valore che il carrello online non può includere.
  • Se le sigarette diventano un pretesto per “prendere aria”, si può fare proprio quello: prendere aria davvero, facendo un giro insieme, senza fumo e senza scuse.
Leelonthefirst - Pexels

Praticare la compassione e cercare supporto

Un altro punto fondamentale è ricordare che un pensiero non è un’azione: avere un impulso non significa essere obbligati a seguirlo. La distanza tra il pensare e l’agire può essere abitata, gestita e allungata attraverso piccoli strumenti di regolazione come tecniche di mindfulness, pause brevi di respirazione, momenti di grounding come suggerito anche dagli approcci clinici alla gestione dello stress nelle festività (Shattel e Johnson, 2017).

Infine, non va trascurato il potere del supporto sociale, altro elemento evidenziato in letteratura: cercare qualcuno con cui condividere i propri intenti (un amico, un familiare, un professionista) può trasformare una difficoltà individuale in un percorso condiviso. Le buone pratiche, dunque, non servono a “resistere con i denti stretti”, ma a costruire spazi in cui ci si possa muovere con più libertà e meno automatismi, recuperando ciò che le feste sanno davvero offrire: momenti di connessione, presenza e semplicità.

Festività e dipendenza: nessuno è tossico

Chiunque può trovarsi a fronteggiare impulsi difficili da gestire e non esistono colpe nel provarli o nel non essere riusciti a gestirli in passato. Riconoscerli senza giudizio, utilizzare strategie concrete e affidarsi a un supporto sociale o professionale può trasformare momenti potenzialmente rischiosi in occasioni di consapevolezza e bellezza. In questo senso, i giorni di festa, così come ogni altro giorno, non devono essere visti solo come prove da superare, ma come opportunità. Occasioni in cui poter scegliere, ad esempio,di avere cura di noi, rafforzare connessioni autentiche e riscoprire la semplicità e la bellezza dei momenti condivisi.

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