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Gestione attacco di panico: sintomi, rimedi immediati e strategie

Gestione attacco di panico: sintomi, rimedi immediati e strategie
Redazione
Unobravo
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Ultimo aggiornamento il
4.12.2025
Gestione attacco di panico: sintomi, rimedi immediati e strategie
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Gli attacchi di panico possono avere un impatto profondo sulla vita quotidiana di chi li sperimenta, generando un senso di impotenza e paura costante. Riconoscere i segnali e comprendere i meccanismi è il primo passo verso la gestione degli attacchi di panico e il recupero del benessere psicologico. In questo articolo esploreremo le cause, i sintomi e le strategie più efficaci per affrontare gli attacchi di panico, con l’obiettivo di restituire serenità e controllo sulla propria vita.

Sintomi dell’attacco di panico: come riconoscerli

Gli attacchi di panico rappresentano episodi di intensa paura o disagio che raggiungono il picco in pochi minuti e si accompagnano a sintomi fisici e psicologici molto marcati. Spesso insorgono all’improvviso, senza una causa apparente, e possono far credere alla persona di avere un infarto, di perdere il controllo o di stare per morire.

Foto di freestocks.org – Pexels

Secondo il DSM-5-TR, tra i sintomi più comuni che possono comparire durante un attacco di panico rientrano:

  • Palpitazioni o tachicardia: il cuore accelera bruscamente.
  • Sudorazione intensa: una risposta fisiologica di attivazione.
  • Tremori o scosse: soprattutto a carico delle mani e delle gambe.
  • Sensazione di mancanza d’aria o soffocamento.
  • Dolore o fastidio toracico: spesso interpretato come segnale cardiaco.
  • Nausea o disturbi addominali.
  • Vertigini, instabilità o sensazione di svenimento.
  • Brividi o vampate di calore.
  • Parestesie: formicolii o intorpidimento a mani, piedi o viso.
  • Derealizzazione o depersonalizzazione: sensazione di irrealtà o distacco dal sé.
  • Paura intensa di perdere il controllo, di impazzire o di morire.

Questi sintomi sono estremamente invalidanti nell’immediato, ma non determinano danni fisici: il corpo attiva una risposta d’emergenza come se fosse presente una minaccia reale, pur non essendoci.

È bene ricordare che, nella popolazione femminile in post-menopausa, gli attacchi di panico risultano relativamente comuni e possono costituire un fattore di rischio indipendente per eventi cardiovascolari (Smoller et al., 2007). Gli attacchi di panico si distinguono dall’ansia perché cominciano bruscamente, raggiungono rapidamente un picco e poi si attenuano, mentre l’ansia ha un decorso più graduale e persistente. In caso di primo episodio, è comunque importante una valutazione medica, per escludere patologie organiche e ricevere adeguate indicazioni su come affrontare il problema.

Riconoscere i sintomi è il primo passo per ridurre lo spavento che ne deriva e per iniziare un percorso di gestione più efficace: la paura può essere compresa e trasformata.

Sensazioni di irrealtà e distacco dal corpo

Durante un attacco di panico, la realtà può improvvisamente sembrare distante e opaca. Alcune persone descrivono la sensazione di essere “fuori dal proprio corpo”, come se osservassero la scena dall’esterno. Si tratta di fenomeni chiamati derealizzazione e depersonalizzazione. Sono segnali che il sistema nervoso sta cercando di proteggerti da un sovraccarico emotivo, proprio come fa un interruttore automatico che si attiva quando la corrente è troppo forte.

Foto di Liza Summer – Pexels

Questa sensazione di irrealtà può essere spaventosa, perché fa sentire ancora più soli e disorientati. Tuttavia, si tratta di un fenomeno comune e transitorio, che non indica una malattia grave. Se ti è capitato, ricorda che non stai “impazzendo” e che puoi ritrovare il tuo centro con il giusto supporto.

Impatto sulla vita quotidiana e ansia anticipatoria

Dopo aver vissuto un attacco di panico, può emergere la paura di rivivere quell’esperienza, una condizione nota come ansia anticipatoria. Questo timore può diventare così intenso da influenzare le scelte quotidiane, portando a evitare situazioni percepite come rischiose o difficili da lasciare, come mezzi pubblici affollati, ascensori o cinema.

L’ansia anticipatoria può limitare la libertà personale, facendo rinunciare a esperienze significative e alimentando un senso di isolamento.

Meccanismi di evitamento e cronicizzazione

La paura di rivivere un attacco di panico può portare ad adottare strategie di evitamento, ovvero evitare luoghi o situazioni associati all’episodio. Sebbene comprensibile, l’evitamento può rafforzare l’ansia e la convinzione che quei contesti siano realmente pericolosi. Con il tempo, il raggio delle situazioni “sicure” può restringersi, fino a limitare abitudini e relazioni. In questi casi, l’intervento di uno psicoterapeuta può aiutare a interrompere il circolo vizioso e a recuperare progressivamente la propria libertà.

Attacchi di panico, ipocondria e depressione sono disturbi complessi che spesso si intrecciano, dando origine a un circolo difficile da interrompere. Gli attacchi di panico, caratterizzati da un’intensità emotiva travolgente, possono alimentare la paura di avere una malattia grave anche in assenza di riscontri medici, una convinzione tipica dell’ipocondria che, a sua volta, può aumentare l’ansia e la frequenza degli attacchi stessi.

Foto di Engin Akyurt – Pexels

Quando questi episodi si ripetono, possono indicare la presenza di un disturbo di panico, che può essere trattato efficacemente attraverso una combinazione di terapia psicologica e, se necessario, farmacologica (Rubin & Chassay, 1996). La sofferenza prolungata può portare allo sviluppo di sentimenti di impotenza, tristezza e perdita di interesse per le attività quotidiane, sfociando in uno stato depressivo. La depressione, a sua volta, può ridurre ulteriormente le risorse necessarie per affrontare l’ansia, chiudendo il cerchio. Se ti riconosci in questa dinamica, sappi che esistono strategie e percorsi terapeutici efficaci per ritrovare il tuo equilibrio.

Conseguenze relazionali e familiari

Gli attacchi di panico possono avere un impatto significativo sulle relazioni familiari, sociali e di coppia. L’ansia anticipatoria e il timore di nuovi attacchi possono portare la persona a evitare situazioni sociali, eventi familiari o uscite con amici, riducendo le occasioni di contatto e alimentando un senso di isolamento. In alcuni casi, può svilupparsi una dipendenza emotiva nei confronti di figure di riferimento percepite come rassicuranti, come partner, genitori o amici stretti.

Questa dinamica può modificare i legami, accentuando la ricerca di protezione e il bisogno di controllo. D’altra parte, la difficoltà di comprendere la natura del disturbo da parte delle persone vicine può generare incomprensioni, frustrazione e conflitti. È importante ricordare che gli attacchi di panico non sono una colpa né un segno di debolezza, ma un disturbo che può colpire chiunque e che merita comprensione e supporto.

Paure associate: timore di perdere il controllo o impazzire

Gli attacchi di panico possono essere un’esperienza spaventosa e destabilizzante, soprattutto per le intense paure che possono accompagnarli. Tra queste, il timore di perdere il controllo o di impazzire sono tra le più comuni e angoscianti. Durante un attacco di panico, l’intensità delle sensazioni fisiche e psicologiche può far temere di stare per perdere il contatto con la realtà, di non riuscire più a gestire le proprie azioni o di stare per sviluppare una malattia mentale grave.

Foto di Towfiqu barbhuiya – Pexels

Queste paure, pur essendo molto reali per chi le vive, non corrispondono a un reale pericolo di perdita di controllo o di follia. Si tratta di reazioni intense ma temporanee, che non portano a conseguenze irreversibili. Tuttavia, la paura di impazzire o di perdere il controllo può essere così forte da influenzare profondamente la qualità della vita e il benessere psicologico.

Rimedio immediato panico: tecniche di respirazione e strategie pratiche

Quando si affronta un attacco di panico, avere a disposizione un rimedio immediato può fare la differenza. Le tecniche di respirazione rappresentano uno strumento fondamentale: tra queste, la sequenza 7-11 (inspirare lentamente contando fino a 7 ed espirare contando fino a 11) si è dimostrata particolarmente efficace per regolare il ritmo respiratorio e contrastare la sensazione di soffocamento tipica del panico.

Oltre alla respirazione, ancorarsi al presente attraverso esercizi di grounding, come descrivere mentalmente cinque oggetti che ti circondano, ascoltare quattro suoni diversi o toccare tre superfici con differenti texture, può aiutare a distogliere la mente dalle sensazioni interne e riportare a una percezione più equilibrata della realtà.

Foto di Kelvin Valerio – Pexels

Le tecniche di distrazione sensoriale sono anch’esse utili per interrompere il circolo vizioso dell’ansia: ad esempio, mangiare un alimento dal sapore forte, stringere in mano un cubetto di ghiaccio, ascoltare una canzone che ti piace, annusare un profumo intenso o praticare un esercizio fisico breve e intenso come saltare sul posto. Questi stimoli sensoriali possono “resettare” temporaneamente il sistema di allerta, facilitando l’uscita dal loop dell’attacco. Oltre alle strategie comportamentali e psicoterapeutiche, il trattamento del Disturbo di panico può includere anche opzioni farmacologiche.

La scelta del trattamento farmacologico deve essere valutata da uno specialista, considerando la storia clinica individuale, le comorbilità, i rischi e i benefici, nonché la preferenza e le esigenze del paziente.

Bisogna inoltre sottolineare che non esistono “rimedi magici”: la psicoterapia e in particolare un approccio strategico e personalizzato spesso rappresenta la base fondamentale di un percorso di cura efficace. I farmaci possono facilitare il raggiungimento di una stabilizzazione iniziale, ma lo sviluppo di strategie adattive, la modificazione dei modelli disfunzionali e l’acquisizione di competenze di regolazione emotiva restano componenti imprescindibili per una reale trasformazione.

Quando rivolgersi a uno psicologo o iniziare una terapia

Se ti ritrovi spesso a combattere con il panico, il supporto di un professionista può essere fondamentale. Rivolgersi a uno psicologo per iniziare una psicoterapia per gli attacchi di panico è un passo importante per riconquistare serenità e autonomia, specialmente se gli attacchi di panico condizionano la tua vita quotidiana.

Le terapie più efficaci, secondo le evidenze scientifiche, sono la terapia cognitivo-comportamentale e l’EMDR. La prima aiuta a riconoscere e modificare pensieri e comportamenti disfunzionali, mentre l’EMDR è una tecnica che aiuta a rielaborare ricordi traumatici o stressanti che possono essere all’origine degli attacchi. Entrambe le terapie sono supportate da solide evidenze scientifiche e possono aiutarti a ritrovare il controllo sulla tua vita.

Un nuovo inizio possibile

Superare gli attacchi di panico è possibile. La consapevolezza e le strategie apprese attraverso il supporto di un professionista diventano strumenti fondamentali per costruire un nuovo inizio, fatto di maggiore serenità e autonomia. Ogni passo verso la comprensione di sé e dei propri meccanismi di ansia è un tassello in più nella costruzione di una vita più libera dalla paura. Se ti riconosci in queste dinamiche, ricorda che non sei solo e che il cambiamento è possibile. Rivolgerti a un terapeuta può essere il primo passo per riconquistare il benessere che meriti. Puoi iniziare il tuo percorso oggi stesso.

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