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Psicologia della salute
5
minuti di lettura

La procreazione medicalmente assistita non è riuscita: e adesso?

La procreazione medicalmente assistita non è riuscita: e adesso?
Ana Vazic
Psicologa ad orientamento Cognitivo-Comportamentale
Redazione
Unobravo
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Ultimo aggiornamento il
2.12.2025
La procreazione medicalmente assistita non è riuscita: e adesso?
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Sara e Ivan avevano una vita piena, resa felice da amici, da un lavoro soddisfacente, da hobby e piani per il loro futuro comune, il più importante dei quali era la nascita di un figlio.

Non appena hanno ricevuto la diagnosi di infertilità, il pensiero di avere un bambino ha rapidamente occupato quasi tutti i loro pensieri. Riuscire ad avere un figlio è una strada spesso lunga, carica di emozioni, speranze e, a volte, anche cadute rovinose.

Quando Sara e Ivan hanno iniziato le terapie per l'infertilità, trovavano sulle riviste specializzate o su internet storie di persone che avevano attraversato la stessa esperienza, che si concludeva regolarmente con un successo.

Purtroppo, nel loro caso, dopo dieci anni di cure e terapie, l’arrivo di un figlio e il lieto fine tanto desiderato non sono stati possibili, e tutte queste storie felicemente concluse hanno smesso di infondere speranza, lasciando spazio a un crescente dolore.

Arrendersi o proseguire? Cosa fa più male?

Chiunque sia passato dalla procedura PMA sa che si tratta di un lungo processo che consuma tempo, denaro, suscita forti emozioni e mette alla prova le relazioni, influenzando tanti aspetti della vita. Prima che la scienza raggiungesse l'attuale grado di sviluppo, l'infertilità era un mistero che non poteva che essere accettato poiché ben poco si poteva fare per combatterla.

La coppia doveva affrontare il fatto di non poter avere figli e, dopo un periodo più o meno lungo di dolore, cercare rassegnazione e accettazione. Oggi invece, dopo ogni sconfitta esiste ancora una speranza, ancora un trattamento, ancora una clinica o ancora un metodo alternativo che non è stato provato.

Per questo è oggi molto più difficile accettare l’infertilità di coppia come una diagnosi definitiva e continuare la propria vita. La coppia ha una responsabilità che un tempo non esisteva: decidere quando è il momento di smettere con altri tentativi.

Come accettare l’infertilità e proseguire la propria vita?

Sara e Ivan conoscono una coppia che ha iniziato la cura dell'infertilità e, ascoltando la loro testimonianza, hanno compreso quanto sia importante porsi un limite, per cui hanno deciso insieme di stabilire i propri. Nel loro caso, ne hanno fissato sia uno emozionale che finanziario per:

  • diminuire il rischio di possibili crisi di coppia o di altri problemi come la depressione reattiva
  • evitare di arrivare al punto di dover investire tutto il loro denaro per continuare le terapie.

È importante sottolineare che il caso di Sara e Ivan che stiamo raccontando, per quanto significativo, resta un esempio fra i tanti possibili: la decisione di fissare dei limiti è soggettiva e personale e può variare molto di coppia in coppia.

PMA e infertilità
Thirdman - Pexels

Il supporto di un esperto

Il primo passo per affrontare un tema così delicato è parlarne con il partner, cercando un confronto sincero che accolga il sentire di entrambi. A volte, però, non è semplice mantenere un dialogo sereno e instaurare una proficua comunicazione di coppia.

Un aiuto per curare questo aspetto della vita di coppia può arrivare da uno psicologo e psicoterapeuta, con il quale svolgere un percorso di terapia di coppia. Recenti studi hanno evidenziato che un programma auto-guidato basato sulla Acceptance and Commitment Therapy (ACT) è stato considerato accettabile per il trattamento del disagio legato all’infertilità; inoltre, sono stati osservati miglioramenti di entità media nella flessibilità psicologica e nella qualità della vita legata alla fertilità (Balsom et al., 2024).

Ancora più utile può essere iniziare questo percorso prima ancora del primo ciclo di PMA, quando si è al vertice della forza fisica ed emotiva: la decisione potrà essere ancora più consapevole. Ma torniamo all’esperienza di Sara e Ivan.

La coppia e la genitorialità: una scelta difficile

Dopo il primo ciclo di ICSI (IntraCytoplasmic Sperm Injection) Sara e Ivan hanno parlato apertamente delle loro emozioni per ricordarsi a vicenda i motivi che li hanno spinti a stare insieme e cosa vuol dire essere una coppia per loro.

Una delle cose più importanti, si sono detti, è avere bambini, ma non è l'unica. Si sono resi conto delle molte cose che amano l'uno nell'altro: dall’attrazione reciproca alle passioni in comune, passando per tutti i progetti di coppia che hanno realizzato e vogliono ancora realizzare.

Hanno fatto ben cinque tentativi di ICSI e, dopo ogni volta, hanno parlato per decidere se e come continuare, se hanno superato i limiti che loro stessi si erano posti e se rimetterli in discussione. Dopo l'ultimo tentativo, Ivan sentiva di aver raggiunto il proprio limite, mentre Sara era fortemente motivata a proseguire. Hanno deciso di prendersi una pausa per passare più tempo possibile insieme facendo le cose che hanno sempre amato.Dopo alcuni mesi e un consulto medico in cui lo specialista ha prospettato le probabilità (minori della volta precedente, ma non del tutto inesistenti) Sara e Ivan hanno deciso di fermarsi. Senza dubbio una delle decisioni più difficili di tutta la loro vita.

Si sono rivolti a un professionista della salute mentale svolgendo un percorso di psicoterapia online perché li aiutasse a elaborare l’esperienza e, passato il periodo peggiore della crisi, hanno deciso di concentrare le loro energie facendo un viaggio in India. Si sono anche promessi che, tornati dal viaggio, avrebbero deciso se per loro aveva significato iniziare la procedura di adozione.

Ci sono coppie che decidono di continuare con l'adozione, altre preferiscono concentrarsi sulla carriera, altre ancora dedicano ogni risorsa al proprio rapporto di coppia o a quello con amici e famiglia. Alcuni, purtroppo, non resistono e si separano.

Il difficile cammino nella cura dell'infertilità non ha purtroppo sempre il successo assicurato, e questo può portare la relazione a vivere momenti complessi: è però l'occasione di guardarsi dentro e diventare la migliore versione possibile di sé.

essere una coppia senza figli
Jasmine - Carter - Pexels

Accettare l’infertilità: un percorso simile a quello del lutto

L’accettazione dell’infertilità può essere intesa come un vero e proprio percorso di elaborazione del lutto. Non si tratta solo della rinuncia a un progetto di vita, ma della perdita di un’immagine di sé e della coppia come genitori. Il DSM-5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, American Psychiatric Association, 2013), riconosce che, dopo una perdita importante, possono comparire reazioni come tristezza profonda, rabbia, senso di colpa e difficoltà di adattamento.

Le fasi emotive che si possono attraversare possono essere:

  • Negazione: inizialmente si fatica ad accettare la diagnosi, sperando che ci sia ancora una soluzione possibile.
  • Rabbia: si può provare rabbia verso sé stessi, il partner, i medici o la situazione in generale.
  • Contrattazione: si cercano nuove strade, si fanno promesse a sé stessi o si prova a cambiare qualcosa nella speranza di un esito diverso.
  • Depressione: la consapevolezza della perdita può portare a momenti di profonda tristezza e senso di vuoto.
  • Accettazione: con il tempo, si arriva a integrare questa esperienza nella propria storia personale, trovando nuovi significati e prospettive.

Riconoscere che queste fasi sono comuni e non lineari può aiutare a normalizzare le proprie emozioni e a non sentirsi soli nel percorso.

Differenze di genere nell’accettazione dell’infertilità

L’infertilità può essere vissuta in modo diverso da uomini e donne, sia per ragioni biologiche che culturali. Diversi studi, tra cui quello di Repokari e colleghi (2007), hanno evidenziato che le donne tendono a manifestare più frequentemente sentimenti di colpa, vergogna e inadeguatezza, mentre gli uomini possono vivere l’infertilità come una minaccia alla propria identità e virilità. Inoltre, le donne infertili sperimentano sia stigma sociale che auto-stigma, che minacciano il loro benessere psicosociale e l'autostima; in questo contesto, l'accettazione dell'infertilità emerge come uno dei meccanismi difensivi adottati per affrontare lo stigma (Taebi et al., 2021).

Alcuni aspetti che possono differire tra i generi sono:

  • Espressione delle emozioni: le donne spesso condividono più apertamente il proprio dolore, mentre gli uomini possono preferire il silenzio o l’azione pratica.
  • Percezione sociale: la pressione sociale sulla maternità può rendere più difficile per le donne accettare l’infertilità, mentre per gli uomini il tema può essere vissuto come un tabù.
  • Strategie di coping: le donne tendono a cercare supporto emotivo, mentre gli uomini possono concentrarsi su soluzioni concrete o distogliere l’attenzione dal problema.

È interessante notare che l'accettazione dell'infertilità e l'autostima nei pazienti infertili aumentano con l'età e con il livello di istruzione, suggerendo che fattori personali e sociali possano influenzare la capacità di affrontare questa esperienza (Nagórska et al., 2023). Comprendere queste differenze può aiutare la coppia a sostenersi reciprocamente, evitando incomprensioni e favorendo un dialogo più empatico.

viaggio di coppia
Porapak Apichodilok - Pexels

Strategie per affrontare il vuoto percepito

Dopo aver affrontato la diagnosi di infertilità, molte persone descrivono un senso di "vuoto" che può essere difficile da colmare. Questo vuoto non riguarda solo l’assenza di un figlio, ma anche la perdita di aspettative, sogni e ruoli sociali. Alcune strategie che possono aiutare a elaborare questo vuoto includono:

Riconoscere e validare le proprie emozioni: concedersi il diritto di provare dolore, rabbia o tristezza può essere il primo passo per superare la perdita. In questo percorso, la self-compassion gioca un ruolo fondamentale: essa ha un effetto diretto e significativo sull'accettazione dell'infertilità nelle donne (coefficiente di percorso r = 0,69, p < 0,01) e può rappresentare una strategia di intervento importante, insieme ai trattamenti medici, poiché favorisce l’accettazione del problema e aumenta la speranza nelle donne infertili (Sotoudeh et al., 2024).

Riscoprire la coppia: dedicare tempo e attenzione alla relazione può aiutare a ritrovare complicità e nuovi progetti condivisi.

Coltivare passioni e interessi personali: investire energie in attività gratificanti può restituire senso e piacere alla quotidianità.

Rivalutare i propri obiettivi di vita: aprirsi a nuove possibilità, come l’adozione, il volontariato o il supporto ad altri, può offrire nuove prospettive di realizzazione.

Queste strategie non cancellano il dolore, ma possono aiutare a trasformarlo in una risorsa per la crescita personale e di coppia.

Infertilità: dati epidemiologici e impatto psicologico

L’infertilità è una condizione che riguarda milioni di persone nel mondo. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS, 2023), circa il 17,5% della popolazione adulta globale sperimenta infertilità almeno una volta nella vita. Inoltre, dati recenti indicano che nel 2021 circa 55 milioni di uomini e 110 milioni di donne a livello mondiale vivevano con infertilità, con una prevalenza stimata dell’1,8% tra i maschi e del 3,7% tra le femmine. In Italia, si stima che una coppia su cinque incontri difficoltà nel concepimento (Istituto Superiore di Sanità, 2022).

L’impatto psicologico dell’infertilità può essere molto significativo:

  • Aumento del rischio di ansia e depressione: la letteratura scientifica mostra che le persone che affrontano l’infertilità hanno una probabilità maggiore di sviluppare sintomi ansiosi e depressivi rispetto alla popolazione generale (Greil et al., 2010).
  • Effetti sulla qualità della vita: la diagnosi di infertilità può influenzare l’autostima, le relazioni sociali e la percezione di sé.
  • Stress di coppia: la pressione emotiva e le difficoltà comunicative possono mettere a dura prova la relazione.

Essere consapevoli della diffusione e delle conseguenze psicologiche dell’infertilità può aiutare a sentirsi meno isolati e a riconoscere la legittimità delle proprie emozioni.

Ritrovare il proprio equilibrio: Un percorso di supporto con Unobravo

Affrontare l’infertilità e il percorso della procreazione medicalmente assistita può lasciare un segno profondo, ma non sei solo in questo cammino. Parlare delle proprie emozioni, elaborare il senso di vuoto e riscoprire nuove prospettive di vita sono passi che possono contribuire a ritrovare serenità, sia come individuo che come coppia. Con Unobravo puoi contare su un supporto psicologico professionale, empatico e su misura per te: un aiuto concreto per affrontare il dolore, superare le difficoltà e riscoprire le tue risorse interiori. Se senti il bisogno di essere ascoltato e accompagnato, inizia il questionario per trovare il tuo psicologo online e dai valore al tuo benessere emotivo. Ogni passo verso di te può essere già un nuovo inizio.

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