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Crescita personale
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Lutto: la reazione della famiglia alla morte

Lutto: la reazione della famiglia alla morte
Lutto: la reazione della famiglia alla morte
Psicoterapeuta ad orientamento Sistemico-Relazionale
Lutto: la reazione della famiglia alla morte
Redazione
Unobravo
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Pubblicato il
31.10.2025
Ultimo aggiornamento il
31.10.2025
Lutto: la reazione della famiglia alla morte
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La perdita è un’esperienza che implica sempre il dover “riassestare” la propria storia. Il tempo, di solito, permette di elaborare il lutto, ma non sempre ciò risulta così ovvio e lineare.

Cambiamenti nella vita familiare

La famiglia deve far fronte, oltre alla perdita stessa, anche ai cambiamenti individuali generati nei singoli membri: non si è più madri di ma si diventa l’essere stata madre di, oppure l’essere stata figlia o moglie di. Ciascuno, nella sua reazione all’evento luttuoso, si riorganizza sia in funzione delle risorse del gruppo familiare, sia in base alle risorse e alle necessità individuali.

Accade spesso che, in seguito alla morte, si verifichino dei cambiamenti nella composizione familiare. Ad esempio:

  • un parente può andare a vivere con la famiglia per aiutarla a superare la crisi;
  • un genitore che non se la sente di prendersi cura del bambino può mandarlo a vivere altrove;
  • il genitore può instaurare una nuova relazione sentimentale e risposarsi subito dopo la morte del coniuge.

Come parlare ai bambini della morte

È importante comprendere quale idea i bambini abbiano della morte, per potersi sintonizzare con loro quando si affronta questo tema e si risponde alle loro domande. La death education aiuterà i più piccoli su una serie di aspetti importanti:

  • mantenere la fiducia negli adulti sapendo di poter contare su di loro;
  • non sentirsi abbandonati e lasciati da soli in preda alla confusione;
  • avere più chiara la situazione che vivono e poterla contenere nella mente.

Tutti questi elementi rappresentano dei fattori protettivi nella costruzione e nello sviluppo del funzionamento mentale che accompagnerà il bambino anche da adulto. Quando un bambino non fa domande su avvenimenti familiari dolorosi e importanti, non è perché non le abbia dentro di sé, ma perché ha capito che quelle domande non vanno fatte. Ai segreti si obbedisce in silenzio, ci si stipula sopra un patto sotterraneo, che però amplifica la risonanza del dolore.

Il problema non è se parlare o no con i bambini e i figli in generale, il problema è come farlo. Parlare ai bambini della morte può essere difficile e avviene sempre per tentativi ed errori, come in tutte le cose della vita. Ognuno reagisce in base al proprio funzionamento mentale, alla propria storia, al proprio patrimonio genetico, alle proprie caratteristiche.

Una domanda chiara vuole una risposta concreta

Lo psicologo Murray Bowen sostiene che nel lavoro con le famiglie che hanno subito un lutto sia molto importante utilizzare termini diretti come “morte”, “morire” e “seppellire”, rispetto ad altri quali “trapassato”, “deceduto” o “spirato”. Il termine diretto segnala all’altro che si è in grado di parlare con tranquillità della morte e aiuta anche gli altri a sentirsi a proprio agio, mentre un termine tangenziale sembra voler addolcire la realtà e induce la famiglia a rispondere con parole a loro volta imprecise, cosicché la conversazione giunge a un punto tale che ci si domanda se si sta proprio parlando della morte.

Aaron Burden - Pexels

Il dramma che cammina di fianco alla speranza

Comunemente, si pensa che l’elaborazione di un lutto consista nell’accettazione della morte di una persona cara e quindi della perdita definitiva di quel legame d’amore. Invece, le fasi del lutto costituiscono un processo che evolve nell'esatto opposto, cioè nella conquista di un legame interno fatto di ricordi, di emozioni, di un calore che nessuno potrà più portare via.

Il lutto non è una malattia, ma rappresenta un tempo doloroso della vita legato alla perdita; tuttavia, spesso sono le strategie adottate per affrontare questo dolore che possono rivelarsi problematiche. Le morti avvenute durante la pandemia di COVID-19, per le loro caratteristiche peculiari, hanno rappresentato un fattore che complica ulteriormente il processo di lutto all’interno delle famiglie (Hernández-Fernández & Meneses-Falcón, 2022). In alcuni casi, ad esempio, un lutto complicato può trasformarsi in un disturbo post traumatico da stress.

Se talvolta un lutto disgrega i legami familiari, altre volte può invece rappresentare un’opportunità di crescita, un punto drammatico di svolta per un cambiamento, grande e positivo, con sé stessi e con gli altri. Col tempo, non è escluso che una famiglia risulti più unita, rafforzata, con un’affettività più autentica al suo interno e al di fuori.

Dal dolore alla svolta

La prima fase del lutto è la distanza, dovuta anche alla difficoltà che si ha a esprimere i propri sentimenti. Quando si è colpiti da un grande dolore, si vive relegati in un mondo a parte, in uno stato dissociato dalla realtà dove non c’è posto per gli altri rapporti, anche quelli più stretti. All'inizio la vita non è più vita, solo un sopravvivere. Ma poi può succedere "qualcosa", una svolta.

Si riprende il rapporto con la realtà, con trasformazioni interne e un nuovo atteggiamento nei confronti degli altri, a cominciare dalle persone più vicine:

“Da un lutto "incistato" si passa a volte, attraverso una circolazione della sofferenza, a un modo nuovo di stare insieme, dove al centro c' è l'accettazione del proprio essere fragili, così indifesi nei confronti della sventura, la capacità di stare a contatto con le proprie emozioni e di saperle comunicare, di non proporsi più come pure maschere, nei soliti ruoli aridi, abitudinari, ripetitivi.” Maurizio Andolfi

Le principali teorie cliniche sul lutto in famiglia

Per comprendere a fondo il lutto in famiglia, è utile fare riferimento ad alcune teorie cliniche che hanno segnato la storia della psicologia.

  • John Bowlby e l'attaccamento: Bowlby, psichiatra e psicoanalista britannico, ha sottolineato come la perdita di una figura di attaccamento possa generare una profonda sofferenza emotiva. Secondo Bowlby, il lutto è un processo naturale che permette di riorganizzare i legami interni con la persona scomparsa, mantenendo un senso di continuità affettiva.
  • Murray Bowen e la teoria dei sistemi familiari: Bowen, psichiatra statunitense, ha evidenziato come la famiglia sia un sistema interconnesso. La perdita di un membro modifica inevitabilmente gli equilibri, i ruoli e le modalità di comunicazione tra i superstiti. Il modo in cui la famiglia affronta il lutto dipende dalla sua capacità di adattarsi e riorganizzarsi.
  • Donald Jackson e la comunicazione familiare: Jackson, pioniere della terapia familiare, ha posto l'accento sull'importanza della comunicazione aperta e autentica dopo una perdita. In presenza di silenzi o segreti, il dolore può amplificarsi e, in alcuni casi, essere trasmesso anche alle generazioni successive.

Queste teorie possono aiutare a comprendere perché il lutto in famiglia non sia mai un processo individuale, ma coinvolga profondamente l'intero sistema familiare. In particolare, la mancata elaborazione del lutto può portare a integrare la presenza del defunto come una sorta di 'fantasma' all’interno del sistema familiare (Gelcer, 1983).

Foto di Pixabay – Pexels

Dinamiche sistemiche e ridefinizione dei ruoli familiari

Quando una famiglia affronta un lutto, l'intero sistema familiare viene chiamato a riorganizzarsi. La perdita di un membro può portare a una ridefinizione dei ruoli e delle responsabilità, spesso in modo improvviso e non pianificato.

  • Cambiamento dei ruoli: Chi era abituato a un certo ruolo (ad esempio, il genitore protettivo o il fratello maggiore) può trovarsi a dover assumere nuove funzioni per colmare il vuoto lasciato dalla persona scomparsa.
  • Rinegoziazione delle relazioni: I legami tra i membri della famiglia possono rafforzarsi o, al contrario, diventare più fragili. La qualità della comunicazione e la capacità di condividere il dolore sono elementi chiave per favorire un adattamento positivo.
  • Funzionamento familiare: Alcune famiglie riescono a trovare un nuovo equilibrio, mentre altre possono sperimentare crisi prolungate, conflitti o isolamento emotivo. La presenza di risorse interne, come la coesione e la flessibilità, può facilitare il processo di riorganizzazione.

Queste dinamiche sistemiche mostrano come il lutto non sia solo un evento individuale, ma un'esperienza che coinvolge e trasforma l'intera famiglia. In particolare, le famiglie disfunzionali tendono a manifestare una maggiore presenza di sintomi psicopatologici, un aumento della morbilità psicosociale, un peggior funzionamento sociale, maggiori difficoltà nell’accesso alle risorse della comunità, una minore capacità funzionale sul lavoro e un processo di lutto più complicato (Delalibera et al., 2015).

Conseguenze psicologiche e sociali del lutto in famiglia

Il lutto in famiglia può avere effetti profondi sia a livello psicologico che sociale, influenzando il benessere dei singoli e la qualità delle relazioni familiari. Studi recenti hanno evidenziato che le variazioni nei livelli di disturbo da lutto prolungato (PGD) nei genitori predicono in modo significativo i livelli di PGD nei figli adulti, mentre il contrario non si verifica (Lenferink & O'Connor, 2023).

  • Reazioni emotive intense: Tristezza, rabbia, senso di colpa e paura sono emozioni comuni che possono emergere dopo una perdita. In alcuni casi, queste reazioni possono persistere a lungo e ostacolare il ritorno a una vita quotidiana serena.
  • Lutto complicato: Secondo il DSM-5, circa il 7-10% delle persone che vivono un lutto sviluppano una forma di lutto complicato, caratterizzata da una sofferenza persistente e difficoltà a riprendere le normali attività (American Psychiatric Association, 2013).
  • Effetti transgenerazionali: Il modo in cui una famiglia affronta il lutto può influenzare anche le generazioni successive. Segreti, silenzi o modalità disfunzionali di gestione del dolore possono, in alcuni casi, essere trasmessi ai figli e ai nipoti, condizionando la loro capacità di affrontare future perdite.
  • Impatto sociale: Il lutto può portare a un temporaneo isolamento sociale, ma anche a una maggiore solidarietà tra amici e parenti. La presenza di una rete di supporto è un fattore protettivo importante per il benessere della famiglia.

Comprendere queste conseguenze aiuta a riconoscere l'importanza di un sostegno adeguato e di una comunicazione aperta all'interno del nucleo familiare.

Prendersi cura di sé e della propria famiglia: un passo importante verso la rinascita

Affrontare un lutto in famiglia può essere un viaggio complesso, fatto di emozioni intense, cambiamenti e nuove sfide relazionali. Non è necessario percorrerlo da soli: chiedere aiuto può essere un segno di forza e di amore verso sé stessi e verso chi ci sta accanto. Un percorso di supporto psicologico può contribuire a ritrovare equilibrio, comprensione e nuove risorse per affrontare insieme il dolore e, in alcuni casi, trasformarlo in crescita. Se senti che tu o la tua famiglia avete bisogno di uno spazio sicuro dove essere ascoltati e accompagnati, inizia il questionario per trovare il tuo psicologo online: il primo passo per prendersi cura di sé, insieme.

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