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Anginofobia: come superare la paura di deglutire e tornare a vivere

Anginofobia: come superare la paura di deglutire e tornare a vivere
Anginofobia: come superare la paura di deglutire e tornare a vivere
Anginofobia: come superare la paura di deglutire e tornare a vivere
Redazione
Unobravo
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Pubblicato il
14.11.2025
Ultimo aggiornamento il
14.11.2025
Anginofobia: come superare la paura di deglutire e tornare a vivere
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Hai mai sentito il cuore in gola di fronte a un piatto di pasta, come se ogni boccone fosse una minaccia? Se ti è capitato, potresti aver fatto esperienza di anginofobia, una paura intensa e irrazionale di deglutire dovuta al timore di soffocare. Questa condizione, nota anche come paura di deglutire o paura di soffocare con il cibo, può trasformare un gesto quotidiano come mangiare in una fonte di ansia significativa. L'anginofobia può influenzare profondamente la vita quotidiana, modificando le abitudini alimentari e rendendo difficile condividere pasti con amici e familiari. È importante sottolineare che l'anginofobia non è una debolezza, ma una sfida psicologica che può essere affrontata con consapevolezza e supporto professionale. In questo articolo esploreremo insieme le cause, i sintomi e le strategie per gestire questa fobia, con l'obiettivo di restituirti serenità a tavola e nelle relazioni sociali. Sei pronto a ritrovare il piacere di mangiare senza paura?

Cos’è l’anginofobia e come riconoscerla nella vita quotidiana

L'anginofobia, conosciuta anche come fagofobia o fobia della deglutizione, è una paura intensa e irrazionale di deglutire dovuta al timore di soffocare. Nel linguaggio clinico, questa condizione può essere inquadrata tra i disturbi d'ansia specifici e, in alcuni casi, può rientrare nella categoria diagnostica del DSM-5-TR e dell’ICD-11 come disturbo dell’assunzione di cibo evitante/restrittivo (ARFID) (Rui Lopes et al., 2014). Tuttavia, è importante distinguere tra i termini utilizzati dagli utenti, come "anginofobia" o "paura di ingoiare", e la terminologia clinica ufficiale, che può includere diagnosi come ARFID o fobia specifica.

L'anginofobia si manifesta con l'evitamento di cibo o bevande a causa della paura della deglutizione, portando spesso a basso peso corporeo, ritiro sociale, ansia e sintomi depressivi (Rui Lopes et al., 2014). Questa condizione si differenzia da altri disturbi legati alla deglutizione, come la disfagia psicogena (difficoltà a deglutire senza cause organiche, spesso legata ad ansia o stress), la fagofobia (paura intensa di soffocare durante la deglutizione, spesso dopo un evento traumatico), l'ARFID (disturbo alimentare caratterizzato da restrizione alimentare non motivata da preoccupazioni per il peso, ma da timori come la paura di soffocare) e l'anoressia nervosa (disturbo alimentare con restrizione volontaria e persistente, paura di ingrassare e distorsione dell’immagine corporea). Comprendere queste differenze è fondamentale per impostare un percorso terapeutico efficace e mirato.

Sintomi e manifestazioni tipiche dell’anginofobia

L'anginofobia può manifestarsi con sintomi sia fisici che psicologici, che spesso si intrecciano in un circolo vizioso che alimenta la paura e l'ansia legate alla deglutizione. I sintomi più comuni includono:

  • Ansia anticipatoria: anche solo il pensiero di dover deglutire può generare uno stato di ansia marcata;
  • Evitamento di cibi solidi o difficili da deglutire: preferenza per cibi morbidi, liquidi o facilmente masticabili;
  • Masticazione eccessiva: il cibo viene masticato a lungo per ridurre il rischio percepito di soffocamento;
  • Evitamento di situazioni sociali legate al cibo: la paura di deglutire in pubblico può portare a evitare pranzi, cene o altre occasioni conviviali;
  • Sintomi fisici durante la deglutizione: palpitazioni, sudorazione, tremori, sensazione di nodo alla gola, difficoltà respiratorie, vertigini;
  • Preoccupazione eccessiva per la propria salute: controllo ossessivo della gola o frequenti consulti medici.

Questi sintomi possono avere un impatto significativo sulla vita quotidiana, limitando l'autonomia, la socialità e il benessere psicologico. In alcuni casi, l'evitamento può essere così estremo da compromettere l'alimentazione e la nutrizione, con conseguenze anche gravi per la salute fisica. Se ti riconosci in questi sintomi, è importante sapere che esistono strategie e percorsi terapeutici efficaci per affrontare l'anginofobia.

Comportamenti di evitamento e segnali da osservare

Se hai un amico o un familiare che soffre di anginofobia, potresti notare comportamenti come l'evitare di mangiare in pubblico, il rifiuto di determinati cibi (preferendo quelli molli o liquidi), la masticazione prolungata o una preoccupazione eccessiva durante i pasti. Questi comportamenti sono strategie di coping per ridurre l’ansia legata alla deglutizione, ma nel lungo periodo possono peggiorare il disturbo. Se riconosci questi segnali in te stesso o in qualcuno a te caro, può essere utile consultare un professionista per individuare strategie più funzionali.

Nathan Cowley - Pexels

Impatto sulla vita quotidiana: conseguenze psicofisiche, nutrizionali e relazionali

L'anginofobia può avere conseguenze rilevanti sulla salute fisica e psicologica. L’ansia legata alla deglutizione può portare a una dieta fortemente limitata, privilegiando cibi morbidi o liquidi, con il rischio di carenze nutrizionali, perdita di peso e, nei casi più gravi, malnutrizione. La paura di soffocare può essere così intensa da spingere la persona a evitare alcuni pasti, con un impatto significativo sulla salute.

Oltre agli effetti fisici, l’anginofobia può influire sulle relazioni sociali e familiari. L’evitamento di situazioni conviviali può generare senso di solitudine, incomprensione e vergogna. Anche i familiari possono sentirsi impotenti di fronte alla sofferenza del proprio caro. L’ansia costante, i pensieri intrusivi e le restrizioni alimentari possono generare stress, frustrazione e senso di impotenza. In questi casi, è fondamentale riconoscere la sofferenza e chiedere aiuto a un professionista, che può aiutare a ridurre l’ansia e migliorare la relazione con il cibo.

Cause dell’anginofobia: fattori psicologici, traumatici e medici

L’anginofobia può avere origini diverse. In alcuni casi, la causa principale è un evento traumatico legato alla deglutizione, come un episodio di soffocamento. In altri casi, si sviluppa in persone con una predisposizione all’ansia o alla depressione, dove la tendenza a rimuginare può amplificare la paura di soffocare. Talvolta, la deglutizione diventa il bersaglio di un’ansia più generale. L’anginofobia può anche essere associata a condizioni mediche che alterano la percezione della deglutizione, come:

  • Patologie neurologiche (ictus, sclerosi multipla, malattia di Parkinson);
  • Malattie autoimmuni (miastenia gravis);
  • Tumori del cavo orale, della faringe o dell’esofago;
  • Infezioni (come la mononucleosi).

Riconoscere la causa dell’anginofobia è fondamentale per scegliere l’intervento più adatto. In ogni caso, chiedere aiuto è il primo passo per tornare a vivere il cibo e la deglutizione con serenità.

Eventi traumatici e predisposizione individuale

A volte, un singolo evento traumatico può innescare una paura persistente della deglutizione. Anche assistere a un episodio di soffocamento può lasciare un segno profondo. La predisposizione psicologica, come una tendenza all’ansia o alla depressione, può aumentare il rischio di sviluppare anginofobia. È importante sottolineare che la diagnosi di anginofobia richiede una valutazione attenta e la capacità di distinguerla da altri disturbi con sintomi simili, come alcune forme di ansia o disturbi alimentari. Una diagnosi precoce e accurata è determinante per impostare un trattamento adeguato (Rui Lopes et al., 2014).

Approccio multidisciplinare alla valutazione

L’anginofobia è una condizione complessa che può coinvolgere aspetti medici, nutrizionali, psicologici e relazionali. Per questo motivo, la valutazione dovrebbe essere effettuata da un team multidisciplinare, che può includere psicologi, psichiatri, medici, nutrizionisti e logopedisti. Questa collaborazione permette di individuare con precisione le cause del problema e di costruire un percorso terapeutico personalizzato.

Andrea Piacquadio - Pexels

Collegamenti con depressione e gestione integrata

L'anginofobia può essere collegata a stati depressivi o a disturbi ossessivo-compulsivi. La paura intensa di soffocare durante la deglutizione può generare stress che, se protratto nel tempo, può favorire sintomi depressivi come tristezza profonda, perdita di interesse e isolamento. Inoltre, la preoccupazione costante e i rituali messi in atto per prevenire il rischio di soffocamento possono assumere caratteristiche ossessivo-compulsive. In questi casi, è fondamentale un approccio integrato che consideri sia gli aspetti psicologici che quelli fisici e nutrizionali, con il supporto di un team multidisciplinare.

Quando consultare uno specialista

Se la paura di soffocare o la difficoltà a deglutire sta compromettendo la tua qualità di vita, l’equilibrio alimentare o le relazioni sociali, o se ti senti sopraffatto dall’ansia o dalla tristezza, è il momento di chiedere supporto. Anche comportamenti di evitamento che limitano la tua libertà sono segnali importanti. Un professionista può aiutarti a comprendere le tue paure e a ritrovare un equilibrio.

Trattamenti psicologici e strategie pratiche per affrontare l’anginofobia

Affrontare l’anginofobia richiede spesso un percorso psicologico strutturato. Tra gli approcci più utilizzati e supportati dalla letteratura scientifica vi sono:

  • Terapia Cognitivo-Comportamentale (TCC): si concentra sull’individuazione e la ristrutturazione dei pensieri disfunzionali legati alla paura di soffocare, insegnando strategie concrete per gestire l’ansia. L’esposizione graduale alle situazioni temute è un elemento chiave di questo approccio.
  • Acceptance and Commitment Therapy (ACT): aiuta a riconoscere e accettare i propri pensieri e le proprie emozioni, senza lasciarsi bloccare da essi, favorendo una vita più ricca e significativa anche in presenza dell’ansia.
  • Terapia Breve Strategica: si concentra sull’interruzione dei circoli viziosi che mantengono il problema, attraverso strategie mirate.

In alcuni casi, soprattutto quando l’ansia è molto intensa e compromette il funzionamento quotidiano, può essere valutato un supporto farmacologico (ad esempio antidepressivi o ansiolitici), sempre sotto stretto controllo medico e in associazione a un percorso psicoterapeutico.

Oltre alla terapia, alcune strategie pratiche possono aiutare a gestire l’angoscia:

  • Imparare tecniche di respirazione e rilassamento per ridurre l’attivazione fisiologica;
  • Tenere un diario per monitorare i pensieri e le emozioni legate alla deglutizione;
  • Affrontare le situazioni temute in modo graduale, iniziando da cibi più semplici da deglutire;
  • Cercare il supporto di amici e familiari, condividendo le proprie paure;
  • Evitare il ricorso a rituali eccessivi, che possono rinforzare il problema;
  • Rivolgersi a un professionista in caso di difficoltà persistenti.

Ricorda che l’anginofobia non definisce chi sei. Con il giusto supporto, è possibile ritrovare serenità e fiducia.

Adrienn - Pexels

Tecniche di rilassamento e respirazione per gestire l’ansia

L’ansia legata all’anginofobia può essere molto intensa, soprattutto durante i pasti. Tecniche di rilassamento e respirazione, come la respirazione diaframmatica o il grounding (concentrazione sui cinque sensi per ancorarsi al presente), possono essere utili strumenti per gestire l’ansia. Queste tecniche non sono una soluzione definitiva, ma possono aiutare a ritrovare un po’ di calma nei momenti più difficili.

Il ruolo della famiglia e del supporto sociale

Il sostegno di famiglia e amici può fare la differenza quando si affronta l’anginofobia. Un ambiente empatico e non giudicante è un fattore protettivo importante. La pressione o le critiche, invece, possono peggiorare il disagio. Se sei un familiare o un amico, il tuo ruolo è ascoltare, offrire presenza e incoraggiare la ricerca di aiuto professionale. Se invece sei tu a soffrire di anginofobia, coinvolgi le persone più vicine e spiega come ti senti: la condivisione è il primo passo per ritrovare serenità.

Come aiutare una persona cara con anginofobia

Se un tuo caro sta lottando con l’anginofobia, il tuo supporto può essere fondamentale. Ecco alcune strategie pratiche:

  • Ascoltare senza giudicare, creando uno spazio sicuro;
  • Evitare pressioni e critiche;
  • Incoraggiare la ricerca di aiuto professionale;
  • Offrire supporto durante i pasti;
  • Informarsi sull’anginofobia per essere un alleato più efficace.

Ricorda che il tuo ruolo non è risolvere il problema, ma stare accanto alla persona con empatia e autenticità.

Un primo passo verso il cambiamento

Affrontare l’anginofobia è un percorso impegnativo, ma ogni passo conta. Riconoscere la propria sofferenza è già un atto di coraggio. Cercare informazioni e supporto significa essere già sulla strada giusta. Con l’aiuto di professionisti qualificati e delle persone che ti vogliono bene, puoi ritrovare la serenità a tavola e la libertà di vivere appieno ogni momento. Il cambiamento è possibile e il primo passo inizia oggi. Inizia il questionario per trovare il tuo psicologo online e scopri come possiamo aiutarti.

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