Relazioni
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Come rispondere alle critiche

Come rispondere alle critiche
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Giuseppina Cavarretta
Redazione
Psicoterapeuta ad orientamento Ericksoniano
Unobravo
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Pubblicato il
31.5.2021

Una critica rappresenta innegabilmente una fonte di stress per chi la riceve e, in alcuni casi, anche per chi la fa. Il timore di deludere, di fallire, di essere esclusi da un gruppo, il bisogno di approvazione che emergono in queste circostanze, possono condizionarci fino a rappresentare un impedimento nella realizzazione dei nostri obiettivi e un freno alla libera espressione delle nostre opinioni. Per fortuna, la capacità di destreggiarsi meglio nelle situazioni critiche si può apprendere ed essere allenata. Vediamo come.  

Le critiche non sono tutte uguali: impariamo a distinguerle

La “critica” è, di per sé, la facoltà che consente di poter fare analisi e valutazioni per crearsi un giudizio autonomo e poter operare distinzioni e scelte. Possono esserci tre diversi tipi di critiche.

La critica costruttiva

É orientata alla risoluzione di problemi e difficoltà. Le critiche costruttive sono funzionali a far evolvere le situazioni in modo soddisfacente per entrambe le parti e addirittura ad allentare le tensioni. Possiamo riconoscerle in quanto sono espresse in termini concreti, cioè sono sempre riferite al comportamento in una specifica situazione piuttosto che essere rivolte alla persona e sono espresse contestualmente al comportamento in discussione.

Dire “Sei arrivato tardi, mi sono preoccupato (o nell’attesa, mi sono sentito a disagio), mi piacerebbe che mi avvisassi, quando succede” ha un impatto diverso dal dire: “Ecco, sei sempre il solito ritardatario!”; 

La critica aggressiva

É generica e posta in termini di “sempre”, “mai”, “tutto”. È rivolta alla persona, è spesso offensiva e umiliante: “Sei stupido!!!”, “Sei sempre la solita disordinata!”; 

La critica manipolativa

É una forma più sottile di aggressività, chi la riceve tende a sentirsi nella posizione di non dover tradire l'aspettativa dell’altro. Nella manipolazione affettiva nella coppia, ad esempio,  uno dei partner dice “Dopo tutto quello che faccio per te, riesci sempre a deludermi!”.

Come gestire le situazioni critiche: sviluppiamo l’assertività

L’atteggiamento più competente e costruttivo che consente di affrontare e risolvere al meglio per sé e per gli altri una situazione critica, è lo stile relazionale definito “assertivo”. L’assertività è la capacità di far valere la propria posizione e i propri diritti, senza prevaricare o essere prevaricati. 

Questa modalità comunicativa consente di poter esprimere efficacemente e con chiarezza i propri sentimenti e il proprio pensiero nel modo più adeguato rispetto alla specifica circostanza relazionale.

Rispondere alle critiche in modo assertivo

Quando riceviamo una critica siamo spesso portati a difenderci e a reagire istintivamente, tendiamo a viverla come un attacco personale rispondendo di conseguenza, in modo passivo o aggressivo. 

Per prima cosa, dunque, cambiamo prospettiva, ricordando a noi stessi che la critica non è una realtà ma un’opinione e, in quanto tale, discutibile. Essa non riguarda la nostra identità, ma un comportamento, che è quindi modificabile. 

Talvolta, inoltre, una critica rappresenta solo un modo di esprimere una richiesta di attenzione da parte dell’interlocutore. L’atteggiamento vincente che consente di rispondere in modo assertivo è quindi quello di cogliere i feedback costruttivi (anche quando la critica è mal posta) e utilizzare l’informazione per migliorarci e trarne vantaggio. 

Robert Nagy - Pexels

Come utilizzare le critiche per un miglioramento personale

Ci sono riflessioni e tecniche che possono esserci d’aiuto, eccone alcune:

  • ascoltiamo l’oggetto della critica e proviamo ad analizzare nel modo il più possibile oggettivo il nostro comportamento; 
  • proviamo a pensare alla critica come a una possibilità di migliorare il nostro atteggiamento o la nostra performance;
  • cerchiamo di individuare e gestire eventuali fantasie su improbabili conseguenze “catastrofiche” delle nostre azioni;
  • chiediamo all’interlocutore di fornirci tutti gli elementi per migliorare e poter chiedere scusa quando è il caso.

Rispondere con intelligenza alle critiche

In risposta a una critica che ci sembra motivata possiamo:

  • ammettere l’errore esprimendo la nostra disponibilità a rimediare. Ad esempio: “Mi dispiace, non era mia intenzione. Cosa posso fare per rimediare?”;
  •  riconoscere il proprio errore senza dare giustificazioni. Utile anche per interrompere una comunicazione aggressiva e ridurre l’ansia anche in situazioni negative. Ad esempio: “Sì, hai ragione”, “È vero, ho sbagliato”;
  • rispondere con una proposta concreta, un compromesso realizzabile.

In risposta a una critica che ci sembra immotivata possiamo:

  • richiedere informazioni più precise per indagare e contestualizzare meglio l'opinione dell'altro. Utile anche in risposta ad asserzioni generali e ostili come ad esempio: “A cosa ti riferisci?”, “Dove pensi abbia sbagliato?”, “Cosa avresti fatto al posto mio?”, “Che cosa non ti è piaciuto?”;
  • accogliere solo una parte, condivisibile, della comunicazione dell’altro, senza però cambiare il proprio punto di vista o decisione. Ad esempio: “E' vero, ma...”, “Capisco ciò che stai dicendo, ma io...”, “Sono d'accordo, però...”;                       
  • rinviare la discussione. Può essere utile, quando il livello di aggressività sale, interrompere la comunicazione per renderla possibile in un altro momento e in condizioni migliori. Ad esempio: “Sono disposto a parlare di questo in un momento più tranquillo”. 

Quando è indicato rivolgersi a uno specialista

In alcuni casi l’esposizione alle critiche, alle interazioni e situazioni sociali o prestazionali può essere fonte di marcato disagio. L’ansia e l’evitamento delle situazioni temute possono interferire significativamente con la routine quotidiana, la vita lavorativa e le relazioni. 

In questi casi chiedere un supporto psicologico per affrontare adeguatamente il problema e migliorare la propria qualità di vita è la strada più indicata.

Questo è un contenuto divulgativo e non sostituisce la diagnosi di un professionista.

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