Con il termine doomscrolling si intende un comportamento che viene messo in atto da molti di noi, ma cosa significa esattamente e quali sono le sue implicazioni? L’obiettivo del presente articolo sarà proprio quello di esplorare le dinamiche psicologiche, l’impatto sulla salute mentale e le strategie per gestire questa abitudine digitale. In un'epoca in cui l'informazione è costante e onnipresente, il confine tra essere informati e sentirsi sopraffatti può diventare molto sottile; per questo motivo il doomscrolling rappresenta uno dei fenomeni più emblematici della nostra complessa relazione con la tecnologia e l'accesso continuo ai media digitali.
Cos’è il doomscrolling e come si è sviluppato nel tempo
Il termine “doomscrolling” (dall’inglese traducibile come “scorrere i disastri”) descrive l’azione di scorrere senza sosta le notizie, spesso negative, sui social media o su siti di informazione. Si tratta di un’abitudine che è diventata più evidente a partire dal 2020 (Price et al., 2022), periodo segnato dalla pandemia, che ha alimentato l’ansia della popolazione globale e la necessità di accedere a notizie aggiornate.
Originariamente correlato al legittimo desiderio di rimanere informati, il doomscrolling può trasformarsi in un comportamento che necessita di attenzione, in quanto la ricerca costante di aggiornamenti può diventare un’azione difficile da controllare. Allo stesso tempo, si deve sottolineare quanto la facilità di accesso alle notizie tramite dispositivi mobili abbia aiutato nel rendere questa pratica diffusa, alimentando un circolo vizioso di preoccupazione e ansia.
Con il passare del tempo, il doomscrolling si è radicato come risposta quasi automatica a momenti di pausa o noia, diventando una forma di coping rispetto allo stress, essendo spesso inefficace ma altamente accessibile e praticabile. Le notifiche push, i titoli sensazionalistici e la possibilità di aggiornamenti continui contribuiscono a rinforzare questo comportamento, che spesso si ripete anche inconsapevolmente.
Le dinamiche psicologiche dietro l’abitudine al doomscrolling
Dietro il doomscrolling si nasconde una complessa rete di dinamiche psicologiche: da una parte vi è il bisogno di controllo: essere costantemente aggiornati può dare l’illusione di poter gestire meglio l’incertezza dei tempi difficili. D’altro canto, c’è la componente dell'evitamento: confrontarsi con informazioni negative può rappresentare un modo per distogliere l’attenzione da ansie personali, nonostante ciò possa intensificarle. Inoltre, le piattaforme digitali sono progettate per catturare la nostra attenzione, spesso attraverso l’utilizzo di algoritmi che ci mostrano contenuti che rispecchiano le nostre paure, incrementando di conseguenza la probabilità di rimanere intrappolati in tale ciclo. È dunque importante riconoscere questi meccanismi al fine di poter adottare strategie consapevoli che ci aiutino a proteggere il nostro benessere psicosociale.
In psicologia, questo comportamento può essere spiegato anche attraverso il concetto di “bias della negatività” (Norris, 2021), ovvero la tendenza umana a prestare maggiore attenzione agli stimoli negativi rispetto a quelli positivi. Questo bias, un tempo utile per la sopravvivenza e l’adattamento, oggi ci rende particolarmente vulnerabili al sovraccarico emotivo causato da notizie allarmanti. Il doomscrolling può quindi diventare una forma di auto-sabotaggio emotivo, mascherata da interesse per l'attualità.

Impatto del doomscrolling sulla salute mentale
Il comportamento di scorrere notizie negative può avere diverse ripercussioni sulla nostra salute mentale, andando ad influenzare sia il nostro umore quotidiano sia la nostra capacità di affrontare le sfide a lungo termine. Ad esempio, iniziare la giornata con una tazza di caffè e lo smartphone in mano, scorrendo tra titoli allarmanti e storie preoccupanti, può influenzare negativamente le ore che seguono.
Si tratta di un comportamento capace di ridurre la nostra energia, aumentare i sentimenti di tristezza o ansia e rendere più difficile concentrarsi sulle attività quotidiane. Inoltre, può portare a una visione distorta della realtà, facendoci sentire sopraffatti da eventi su cui spesso non abbiamo controllo diretto. In tale ottica, al fine di mantenere un equilibrio, è importante regolare l’esposizione a queste informazioni e dedicare tempo anche a contenuti che ci ispirano e ci sollevano il morale. Inoltre, anche il ciclo sonno-veglia può essere alterato (Shaji et al., 2024), specialmente quando il doomscrolling si verifica nelle ore serali o notturne; infatti, l'esposizione alla luce blu dei dispositivi e la stimolazione emotiva causata dalle notizie possono ostacolare l’addormentamento, portando a insonnia e stanchezza cronica.
Effetti a lungo termine dell’esposizione a notizie negative
Nel lungo periodo, la costante esposizione a notizie negative attraverso il doomscrolling può andare ad impattare la nostra resilienza emotiva e minare la nostra capacità di affrontare le sfide quotidiane. Infatti, questa abitudine può contribuire allo sviluppo di stati ansiosi prolungati, influenzare negativamente il sonno e persino predisporre a sintomi depressivi. È come se la mente si trovasse continuamente in allerta, in uno stato di ipervigilanza che impedisce un autentico rilassamento e recupero. Dunque, al fine di proteggere la nostra salute mentale, risulta utile limitare il tempo trascorso sui social media e sui siti di notizie, privilegiando attività che ci ricaricano e ci connettono con il mondo in maniera più costruttiva e positiva.
Continuare a leggere notizie negative è in grado di alimentare un circolo vizioso di umore basso e pessimismo, potenziando i sintomi di disturbi preesistenti come la depressione e l’ansia. Chi già sperimenta sfide legate all’umore potrebbe trovare nel doomscrolling una conferma delle proprie paure e preoccupazioni, aggravando la propria condizione. In più, il confronto costante con le difficoltà del mondo può far sentire impotenti e isolati. È dunque di forte importanza il saper riconoscere i segnali di un eccessivo coinvolgimento in queste abitudini e cercare attivamente strategie volte ad interrompere tale ciclo, come stabilire limiti chiari per il consumo di notizie e impegnarsi in attività che promuovono il benessere e l’equilibrio emotivo.
Inoltre, la salute mentale a lungo termine può risentirne profondamente anche in termini di autostima e senso di efficacia personale: chi doomscrolla frequentemente potrebbe sviluppare un senso di impotenza appresa, ovvero la convinzione che le proprie azioni non abbiano alcun impatto sul mondo o sulla propria vita. Questo stato può generare apatia, isolamento e disimpegno sociale.
Fattori che contribuiscono al doomscrolling
Ci sono diversi fattori che possono spingerci verso il doomscrolling e di conseguenza varie modalità attraverso cui possiamo affrontarli per ridurre il loro impatto sulla nostra vita quotidiana. Ad esempio, quando ci sentiamo ansiosi spesso cerchiamo di alleviare la nostra inquietudine acquisendo più informazioni, creando in questo modo l’illusione di avere il controllo su eventi che sono, per la maggior parte, al di fuori della nostra sfera d’influenza. Nel contesto del doomscrolling, tale comportamento può avere l’effetto opposto, aumentando piuttosto che diminuire la nostra ansia.
È importante riconoscere che, sebbene essere informati sia utile, un’eccessiva ricerca di notizie, soprattutto quelle negative, può intrappolarci in uno stato di preoccupazione costante e di tensione emotiva. Spesso, questo bisogno di controllo si manifesta in momenti di incertezza personale o collettiva, come cambiamenti lavorativi, crisi economiche o instabilità politica. Proprio in questi momenti, il doomscrolling diventa un tentativo illusorio di “prepararsi al peggio”, anche quando non vi è alcuna azione concreta che possa derivarne.
L’influenza degli algoritmi dei social media e l’accessibilità delle notizie
Si deve tenere presente che gli algoritmi dei social media svolgono un ruolo significativo nel perpetuare il doomscrolling: se tendiamo a cliccare su notizie allarmanti o negative, gli algoritmi possono interpretare questo come una preferenza e continuare a mostrarci contenuti simili, creando un ciclo che può essere difficile da interrompere.
Inoltre, l’accessibilità senza precedenti alle notizie tramite dispositivi mobili rende il doomscrolling una pratica estremamente facile e, per alcuni, quasi irresistibile. È importante essere consapevoli di come la tecnologia può influenzare i nostri comportamenti e cercare attivamente di equilibrare il nostro consumo di notizie per mantenere il nostro equilibrio emotivo. In tal senso, molte piattaforme incentivano l’interazione continua attraverso meccanismi come la riproduzione automatica, le notifiche personalizzate e i suggerimenti “infinito scroll”.
Questi elementi rendono difficile stabilire un confine chiaro tra uso funzionale e uso compulsivo delle notizie. Disattivare alcune di queste funzioni può essere un primo passo utile.

Personalità e doomscrolling
La nostra personalità può influenzare molti aspetti del nostro comportamento, incluso il modo in cui interagiamo con i media e le notizie. Ad esempio, alcuni tratti di personalità, come un elevato livello di nevroticismo, possono renderci più inclini a cercare costantemente aggiornamenti, specialmente quando si tratta di notizie negative; al contrario, chi ha un alto livello di coscienziosità potrebbe essere meno propenso a questa abitudine, poiché tende a concentrarsi su obiettivi a lungo termine e a gestire il proprio tempo in modo più efficiente. Comprendere come i tratti di personalità influenzano il doomscrolling può aiutare a sviluppare strategie personalizzate per gestire meglio questa abitudine. Altri tratti come l’introversione o l’apertura all’esperienza possono avere un ruolo meno evidente ma comunque rilevante: gli individui introversi, ad esempio, potrebbero ricorrere al doomscrolling come forma di evasione o per evitare il confronto diretto con le emozioni, mentre le persone particolarmente curiose o aperte all’esperienza potrebbero essere spinte a esplorare una grande quantità di contenuti, compresi quelli negativi. Tuttavia, tale apertura cognitiva può diventare problematica se non accompagnata da un buon senso critico e da un filtro emotivo efficace.
In tal senso, le strategie per gestire il doomscrolling possono variare a seconda del profilo di personalità di un individuo. Per esempio, chi è incline all’ansia o ha un alto livello di nevroticismo potrebbe beneficiare di tecniche di mindfulness e di esercizi di respirazione per calmare la mente e ridurre l’impulso di cercare notizie negative. Gli individui più estroversi, che spesso cercano stimolazione sociale, potrebbero trovare utile limitare il tempo trascorso sui social media e sostituirlo con attività sociali dal vivo, le quali possono offrire connessioni più significative. Coloro che hanno un alto livello di coscienziosità potrebbero approfittare della loro naturale tendenza all’organizzazione per pianificare periodi specifici durante il giorno dedicati all’informazione, evitando così la tentazione di consultare continuamente i media. Inoltre, chi ha una forte predisposizione alla riflessione introspettiva può trarre beneficio da un diario delle emozioni o da sessioni di journaling quotidiano, per identificare i momenti in cui il doomscrolling è più frequente e connesso a specifici stati d’animo. Chi invece presenta tratti impulsivi o bassa tolleranza alla noia potrebbe aver bisogno di strategie più immediate e concrete, come l’uso di app di monitoraggio dell’attività online, o la sostituzione “meccanica” del gesto dello scorrere con abitudini alternative (come camminare, disegnare o ascoltare musica).
Ad ogni modo, indipendentemente dal tratto di personalità, è importante ricordare che l’accesso moderato e consapevole alle notizie costituisce una parte essenziale della cura di sé e della propria salute mentale. In definitiva, non esiste un’unica soluzione valida per tutti, ma piuttosto un insieme di strumenti che, adattati alle specifiche caratteristiche psicologiche individuali, possono favorire un rapporto più sano con l’informazione digitale.
Strategie per contrastare il doomscrolling
Vi sono alcune tecniche pratiche che possono essere di aiuto per gestire meglio il tempo online e ridurre l’impatto negativo del doomscrolling sulla quotidianità. Ad esempio, per ridurre l’esposizione a notizie negative, è importante che vengano stabiliti dei limiti chiari per quanto riguarda il tempo trascorso online, soprattutto sui social media. Utilizzare un timer o impostare dei promemoria specifici può aiutare a mantenere sotto controllo il tempo dedicato alla ricerca di informazioni. Inoltre, anche la personalizzazione dei feed dei social media con l’obiettivo di includere più contenuti positivi o educativi può contribuire a creare un ambiente online più equilibrato. È bene ricordarsi di fare pause regolari dall’informazione digitale, privilegiando momenti di connessione con la natura, con le persone care o con attività che nutrono il nostro benessere interiore.
Un’altra tecnica efficace consiste nel creare delle “routine di disconnessione”, cioè momenti della giornata in cui ci si impegna a spegnere completamente i dispositivi digitali: durante i pasti, prima di andare a dormire o mentre si svolgono attività ricreative. Anche l’uso di modalità “non disturbare” o il silenziamento delle notifiche può ridurre la tentazione di controllare costantemente le notizie.
Oltre a ciò, anche scegliere fonti informative affidabili e limitarne il numero è un passo fondamentale per evitare il sovraccarico di informazioni e la tendenza al doomscrolling. È consigliabile infatti selezionare pochi canali di informazione che si impegnano a fornire dati verificati e contestualizzati, evitando così di cadere nella trappola delle fake news o di notizie allarmistiche senza fondamento. Questo non solo preserva la nostra salute mentale ma ci consente anche di sviluppare un’opinione più informata e bilanciata sulle vicende mondiali. Ricordiamoci che qualità batte quantità quando si tratta di restare informati. È utile anche fare una distinzione tra informazione utile e informazione sensazionalistica: imparare a riconoscere i titoli clickbait o le notizie emotivamente manipolative può aiutarci a ignorarle consapevolmente. Un buon esercizio è chiedersi: “Questa informazione mi è utile? Mi sta arricchendo o solo stressando?”

Consigli pratici per gestire l’impulso di fare doomscrolling
Per gestire l’impulso di fare doomscrolling, è utile adottare alcune strategie comportamentali:
- Stabilisci orari precisi per controllare le notizie, come la mattina o il primo pomeriggio, evitando di farlo prima di dormire;
- Condividi con i tuoi cari il tuo intento di ridurre il doomscrolling, in modo tale che possano offrirti supporto;
- Sostituisci il tempo di doomscrolling con attività che ti arricchiscono, come leggere un libro, praticare sport o meditare;
- Rimuovi le app dei social media dallo schermo principale del tuo smartphone o disattivale temporaneamente;
- Riconosci i segni di disagio emotivo mentre navighi online e prendi una pausa immediata se ti senti sopraffatto;
- Se necessario, considera la possibilità di consultare un professionista della salute mentale per sviluppare strategie personalizzate di gestione dello stress e dell’ansia.
Infine, aggiungi anche piccoli rituali quotidiani che ti aiutino a iniziare la giornata in modo positivo, evitando di iniziarla direttamente con lo smartphone. Ad esempio, potresti bere una tisana, fare stretching, ascoltare musica rilassante o scrivere tre cose per cui sei grato; si tratta di piccoli gesti che possono influenzare positivamente la tua resilienza emotiva e ridurre la vulnerabilità al doomscrolling.
È bene ricordarsi che il benessere mentale è una priorità e che mettere in pratica queste strategie può aiutarci a vivere una vita digitale più sana e consapevole. In un’epoca in cui l’informazione è costante e invadente, la capacità di filtrare ciò che scegliamo di assorbire è diventata una competenza fondamentale; dunque, educarsi ad un uso più intenzionale che passivo dei media non è solo utile, ma essenziale per preservare la propria salute mentale.
Come posso aiutare una persona cara che sembra dipendere continuamente da notizie negative online?
Se noti che una persona cara è intrappolata nel ciclo del doomscrolling, puoi supportarla:
- Avvicinandoti con empatia e senza giudizio, esprimendo la tua preoccupazione per il suo benessere;
- Incoraggiandola a condividere i propri sentimenti e ascoltandola attivamente;
- Suggerendo alternative costruttive al tempo trascorso online, come attività che sapete entrambi possano portare gioia e rilassamento;
- Parlando dell’importanza di limitare l’esposizione a notizie negative e dell’utilizzo di fonti di informazione affidabili;
- Proponendo, se lo ritieni opportuno, di esplorare insieme il supporto di un professionista della salute mentale.
Conclusione
All’interno di questo articolo abbiamo esplorato il fenomeno del doomscrolling e le sue implicazioni sulla nostra salute mentale. Abbiamo identificato strategie per contrastare questa abitudine, come limitare il tempo trascorso sui social media, scegliere fonti di informazione affidabili e impegnarsi in attività alternative che arricchiscano la nostra vita. È bene infatti porre dei limiti personali e cercare momenti di connessione con la realtà circostante che nutrano positivamente.
Se il doomscrolling influisce seriamente sulla tua quotidianità e sul tuo benessere emotivo, potrebbe essere utile consultare un professionista della salute mentale, il quale può aiutarti a comprendere le radici del tuo comportamento e a sviluppare strategie personalizzate per gestire l’ansia e ritrovare un equilibrio. Non c’è vergogna nel chiedere aiuto: è un segno di forza e il primo passo verso il cambiamento.