FOMO: cos’è e come affrontare la paura di essere tagliati fuori

FOMO: cos’è e come affrontare la paura di essere tagliati fuori
FOMO: cos’è e come affrontare la paura di essere tagliati fuorilogo-unobravo
Laura Ruffini
Laura Ruffini
Redazione
Psicoterapeuta ad orientamento Analitico Transazionale Integrato
Unobravo
Pubblicato il

Scorri la tua bacheca Facebook o Instagram e noti che alcuni tuoi amici stanno partecipando a una festa che sembra essere molto divertente, o hanno appena assistito al “concerto più bello della loro vita”, o ancora hanno trascorso una bellissima giornata in campagna. 

Tutti sembrano avere vite più interessanti della tua, che invece resti sul divano a scrollare i feed dei social sul tuo telefono. Se provi spesso questa spiacevole sensazione, potresti soffrire di Fear of Missing Out (FOMO).

Si tratta di una forma di ansia sempre più diffusa soprattutto fra le fasce più giovani della popolazione, spesso associata all’utilizzo massiccio dei social network, ma che ha origini precedenti e più profonde ed è connessa con il tipo di società in cui viviamo. E può diventare un problema.


FOMO: significato e caratteristiche

FOMO è traducibile in italiano con “paura di essere tagliati fuori". Il termine fu coniato dall’imprenditore e studioso americano Patrick McGinnis, allora studente, in un articolo per la Harvard Business Review

Con questo termine descriveva quello che vedeva accadere a lui e ai suoi compagni di corso: tutti a correre da un evento ad un altro, con la paura di mancare a qualcosa di “imperdibile” e non stare al passo con gli altri. 

Secondo l’autore, la FOMO a livelli moderati è una sensazione che è sempre esistita, trasversale, in cui tutti possiamo riconoscerci: dal bambino che non vuole andare a dormire per non perdersi nulla di quello che succede intorno, all’anziano che vorrebbe avere un nipotino come tutti i suoi coetanei. 



Le caratteristiche principali della FOMO

Negli ultimi anni, con l’avvento dei social network e la diffusione degli smartphone, la FOMO sta diventando un problema, in particolare fra giovani e adolescenti, tanto da essere diventato oggetto di studi in ambito psicologico e classificata come una nuova forma di ansia.

Ecco le caratteristiche principali:

  • l’ansia che gli altri possano avere delle esperienze piacevoli e gratificanti dalle quali si è assenti: un esempio è il pensare ripetutamente “Cosa stanno facendo i miei amici? Si stanno divertendo senza di me?”;
  • il desiderio di essere costantemente in contatto con gli altri attraverso i social network. In risposta all’ansia si reagisce controllando e aggiornando compulsivamente lo smartphone per vedere cosa stanno facendo le altre persone, interrompendo continuamente l’attività che si sta svolgendo. 


Le cause e le origini della FOMO

Possiamo ricondurre la diffusione del disturbo a varie componenti. Alcune esistono da sempre, altre sono specifiche del tipo di società in cui viviamo, altre ancora dipendenti da caratteristiche individuali.

Fox - Pexels


L’origine evolutiva

Nella nostra evoluzione come specie che vive in branco, abbiamo sviluppato la necessità di essere inclusi in un gruppo con cui condividere informazioni e protezione. In passato, restare esclusi dal clan significava diminuire le probabilità di sopravvivere. 

Oggi in molte parti del mondo l’essere umano si è liberato dell’ansia della sopravvivenza, ma la sua biologia è rimasta la stessa, e l’ansia da esclusione si è riversata su altri aspetti, meno essenziali, della vita.


L’impatto della società

La FOMO è anche stimolata dal tipo di società in cui viviamo, che il sociologo Zygmunt Bauman ha definito “liquida”. Una società in cui l’individuo è lasciato da solo a sopportare sulle spalle il peso delle proprie decisioni. 

Rispetto al passato, abbiamo il vantaggio di poter scegliere le nostre vite sotto ogni aspetto (lavoro, relazioni, tempo libero) e le opzioni sono quasi infinite. Ma il rovescio della medaglia è un carico di responsabilità e stress a tratti insostenibile. Anche scegliere se uscire o no una sera può diventare, per alcune persone, fonte di malessere.


Il ruolo dei social network

L’avvento dei social network ha portato con sé un cambiamento radicale: tutti possiamo vedere quello che stanno facendo le altre persone in tempo reale, anche dall’altra parte del mondo. I social possono così diventare un enorme amplificatore della FOMO. 

Il rischio è quello di cadere in un circolo vizioso: per placare la nostra paura di non perderci niente controlliamo compulsivamente i social, ma così facendo aumentiamo la possibilità di imbatterci in eventi o situazioni da cui siamo inevitabilmente esclusi. 


Fattori psicologici individuali 

Pur essendo un fenomeno in cui molti di noi possono riconoscersi, alti livelli di FOMO sono correlati a disturbi anche gravi e invalidanti. Secondo uno dei principali studi sul tema, i fattori più frequentemente associati alla FOMO sono:

  • livelli più elevati di utilizzo problematico dei social media e dello smartphone: 
  • ansia; 
  • depressione; 
  • affettività negativa; 
  • livelli più bassi di qualità della vita percepita; 
  • inclinazione a distrarsi;
  • diminuzione della produttività.
Snapwire - Pexels


Come affrontare la FOMO

Ti sei riconosciuto nella descrizione? Qui di seguito puoi trovare qualche suggerimento per affrontare la FOMO:

  • cambia la prospettiva. Dietro alla FOMO si cela un paradosso: per via della paura di perdersi delle esperienze, si rischia di passare il tempo a guardare quello che fanno gli altri senza vivere appieno quello che stai facendo. Magari la serata a cui non stai partecipando è veramente divertente, ma continuare a pensarci e guardarne le foto compulsivamente ti impedisce al tempo stesso di goderti la tranquilla serata che hai organizzato. In altre parole, stai perdendo non una, ma due esperienze!
  • focalizzati su di te: invece di cercare il confronto con quello che fanno gli altri, concentrati sulle cose importanti per te e che ti piacciono, in modo da scegliere solo fra le attività veramente rilevanti;
  • coltiva la consapevolezza: vivere nel presente è un buon esercizio se si tende a viaggiare altrove con la mente. Praticare la mindfulness può aiutarti a centrarti sul “qui e ora”, ad essere più consapevole delle tue sensazioni ed emozioni ed evitare di cadere in meccanismi ripetitivi;
  • pratica la gratitudine: pensa alle cose che ti piacciono della tua vita e di cui sei grato. Può essere utile tenere un diario in cui ogni giorno scrivere le cose che più ti sono piaciute della giornata;
  • prenditi una pausa dai social: puoi scegliere volontariamente di lasciare il telefono spento in un orario specifico della giornata; 
  • fai una pausa con un’attività piacevole: prova a interrompere il flusso di pensieri negativi con un'attività come fare una passeggiata, ascoltare la musica o fare esercizio fisico;
  • rivolgiti a uno specialista: se dovessi riscontrare un disagio significativo, puoi contattare uno psicologo che ti aiuti a comprendere meglio la tua situazione e affrontarla grazie ad un percorso personalizzato.


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