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Tecnologia: quale impatto sulle nostre vite?

Tecnologia: quale impatto sulle nostre vite?
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Ormai già da tempo gli smartphone ci accompagnano in ogni momento della nostra vita. Li utilizziamo per la sveglia al mattino, a scuola, a lavoro, in bagno e persino la notte, mentre dormiamo, capita che arrivi qualche notifica. Che rischi comporta un loro eccessivo utilizzo?

La tecnologia ci ha aiutato in molti aspetti pratici delle nostre vite, ma se ne viene fatto un uso eccessivo possiamo correre dei rischi. In questo ultimo anno, per esempio, a causa delle limitazioni imposte per combattere la pandemia da Covid-19, abbiamo utilizzato lo smartphone ancora di più, rischiando un danneggiamento delle relazioni sociali e lo sviluppo di alcune nuove dipendenze.


Perché utilizziamo sempre gli smartphone?

I ricercatori Brandon T. McDaniel della Illinois State University e Jenny S. Radesky della University of Michigan Medical School hanno condotto una ricerca sulle tecnoferenze, che prova a spiegare come mai siamo così attratti dagli smartphone.

La nostra storia evolutiva ci fornisce una delle ragioni. Da sempre l’essere umano per poter sopravvivere si è affidato alle relazioni familiari e sociali. Queste relazioni, per poter essere solide, si basavano sullo scambio di informazioni personali, e questo tipo di scambi portava a relazioni di fiducia e di cooperazione.

Con gli smartphone, e grazie ai social network, possiamo diffondere le nostre informazioni personali ad un numero considerevole di persone. Questo comportamento è molto simile a quello che gli esseri umani hanno sempre tenuto nella storia ma, vista la possibilità di raggiungere un numero così vasto di persone, le basi di questo comportamento si sono trasformate da fiducia e cooperazione ad autoreferenzialità e reattività.

ColiN00B - Pixabay

Lo smartphone e internet possono danneggiare le relazioni

Il nostro desiderio di divulgare informazioni e di essere reattivi alle notifiche dello smartphone ci spinge ad utilizzarlo anche quando siamo in compagnia di amici e familiari. Usare lo smartphone con queste modalità potrebbe portarci a cercare sempre relazioni nuove non lasciandoci mai il tempo di consolidare quelle già esistenti: così facendo avremo relazioni labili e poco solide molto facili da danneggiare.

In altri casi l'uso dello smartphone e in particolare dei social network potrebbe alimentare l'ansia che gli altri possano avere delle esperienze piacevoli e gratificanti dalle quali si è assenti: questo fenomeno è conosciuto come FOMO.

I social media inoltre spesso espongono a una varietà di immagini corporee ideali o ritoccate, creando un ambiente in cui le persone sono inclini a confrontare i propri corpi con standard irrealistici e possono più facilmente commentare i corpi altrui. Non è raro infatti assistere a episodi di bodyshaming online.

Tutto questo non significa che non dovremmo più utilizzare gli smartphone, ma che dovremmo cominciare ad usarli in modo più consapevole e per gli scopi per cui ci hanno veramente migliorato la vita.

Sindrome da disconnessione, nuove dipendenze e triptofobia

Nello studio sopracitato si parla anche di sindrome da disconnessione o nomofobia, che si riferisce alla paura di non riuscire a vivere senza lo smartphone e senza internet. Chi ne soffre viene travolto dall’ansia se si trova lontano dal suo smartphone o non ha la possibilità di controllarlo sempre. La paura di queste persone è che, non controllando continuamente il cellulare, potrebbero "perdersi qualcosa".

La nomofobia porta ad utilizzare sempre di più il proprio smartphone e spinge il soggetto ad utilizzarlo anche in luoghi non appropriati e ad isolarsi. Tutte queste sono le caratteristiche di una vera e propria dipendenza digitale.

Internet inoltre, come evidenziato dal fenomeno della tripofobia, permette di far emergere, circolare e propagare, i disturbi psicogeni da una persona all’altra come se fossero dei veri e propri virus.

Terimakasih0 – Pixabay

Attenzione ai giovani adulti ed ai bambini!

Il rischio di sviluppare la sindrome da disconnessione c’è per tutti, ma due categorie sembrerebbero essere più a rischio:

  • giovani adulti tra i 18 e i 25 anni con bassa autostima e problemi sociali;
  • bambini tra i 2 e i 5 anni.

Nei giovani tra i 18 e i 25 anni sono proprio la bassa autostima e i problemi a relazionarsi con i pari a provocare un abuso degli smartphone, perché in un ambiente virtuale si ha la parvenza di avere una cerchia di amici con cui riuscire a comunicare efficacemente grazie alla barriera di uno schermo. In questa fascia d'età l'isolamento sociale può diventare un ulteriore problema, come nel caso degli hikikomori.

Anche per i bambini, nonostante le nuove generazioni appaiano già predisposte all’uso della tecnologia e alcuni di questi dispositivi elettronici portino ad uno sviluppo di alcune capacità cognitive, ci sono dei rischi dovuti all’uso prolungato. Un uso prolungato dello smartphone può portare il bambino ad isolarsi dai suoi coetanei e ad un affaticamento della vista.


L’importanza della prevenzione

Come per tutte le dipendenze, la risposta principale per evitare rischi è la prevenzione. Dobbiamo assolutamente insegnare alle nuove generazioni un uso adeguato dello smartphone e di internet.

La prevenzione può salvaguardare anche quei bambini e ragazzi con caratteristiche che li predispongono allo sviluppo di una sindrome da disconnessione, come bassa autostima e basse capacità sociali.

Per comprendere meglio il proprio grado di coinvolgimento nelle attività online e fare prevenzione può essere utile compilare un test di screening sulla dipendenza da Internet. Uno strumento validato in Italia è l'Internet Addiction Test (IAT).

Questo è un contenuto divulgativo e non sostituisce la diagnosi di un professionista.
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