Disturbi psichici
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La sindrome dell’Hikikomori: l’isolamento sociale volontario

La sindrome dell’Hikikomori: l’isolamento sociale volontario
La sindrome dell’Hikikomori: l’isolamento sociale volontariologo-unobravo
Daniela Lombardo
Daniela Lombardo
Redazione
Psicoterapeuta ad orientamento Sistemico-Relazionale
Unobravo
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Pubblicato il
18.1.2023

Il fenomeno dell’isolamento sociale volontario è emerso negli anni Novanta in Giappone, in risposta alle pesanti pressioni psicologiche della società nipponica e provocando un incremento di ragazzi giapponesi chiusi in casa in ritiro volontario.

Questa sindrome da isolamento sociale è stata definita sindrome di Hikikomori, termine giapponese che indica lo “stare in disparte” (da hiku “tirare” e komoru “ritirarsi”). La prima definizione di Hikikomori si deve allo psichiatra T. Saito che, nel suo libro Hikikomori: Adolescence Without End, spiega il significato del termine Hikikomori:

"coloro che si ritirano completamente dalla società e rimangono nelle proprie case per più di sei mesi, con esordio verso la seconda metà dei vent'anni, e per i quali altri disturbi psichiatrici non spiegano meglio le cause primarie di questa condizione.”

Cos’è un Hikikomori? O meglio, chi sono gli Hikikomori? Cosa vuol dire essere Hikikomori? Quali sono le caratteristiche della sindrome di Hikikomori? Perché si diventa Hikikomori? 

Le domande rispetto a questo fenomeno di isolamento sociale volontario sono parecchie, specie in relazione alle ragioni psicologiche dei ragazzi che non escono di casa e a quelle sulla possibile cura per l’Hikikomori.

In questo articolo proveremo a fare luce sul fenomeno sviscerando le cause della sindrome di Hikikomori, i sintomi e le conseguenze, con uno sguardo anche agli hikikomori italiani. Infine, cercheremo di capire come aiutare un Hikikomori e quali sono le strategie di intervento per superare la sindrome Hikikomori.

Hikikomori: da sindrome giapponese a problema globale

Come abbiamo accennato, la traduzione del termine Hikikomori indica quelle “Persone colpite da una sindrome che induce a chiudersi nella propria stanza senza mai uscirne”. La definizione di Hikikomori iniziò a farsi strada in Giappone tra gli anni Ottanta e Novanta.

Nel 2010 venne pubblicata una ricerca che rilevava la diffusione del fenomeno degli Hikikomori nell'1,2% della popolazione giapponese. Sei anni più tardi la stima era di “circa 541.000 nella fascia di età compresa tra 15 e 39 anni.”

Lo stesso anno, il Ministero della salute, del lavoro e del welfare giapponese pubblicò le linee guida sulla sindrome da Hikikomori. Il documento, che evidenziava soprattutto come riconoscere un Hikikomori e le possibili cure, sottolineava i criteri diagnostici della sindrome di isolamento sociale individuati dal governo nipponico:

  • stile di vita incentrato sulla casa
  • nessun interesse o disponibilità a frequentare la scuola o il lavoro
  • persistenza dei sintomi oltre i sei mesi.

Inizialmente si pensava che la sindrome dell'Hikikomori fosse limitata esclusivamente all’area geografica del Giappone, come se fosse una sorta di “sindrome culturalmente correlata”. Interessante, a questo proposito, l’articolo Hikikomori: sindrome culturale internalizzante o ritiro volontario.

Grazie a una maggiore attenzione per questo fenomeno, si è rilevato che si tratta di una difficoltà che accomuna tutte le civiltà economicamente sviluppate del mondo occidentale.

i ragazzi Hikikomori
Ike Louie Natividad -Pexels

Chi sono i ragazzi Hikikomori

Un Hikikomori è una persona che vive un isolamento sociale volontario, per sfuggire a tutte le dinamiche sociali che causano pressioni. 

Quella che, superficialmente, viene definita la “malattia di chi non esce di casa” si verifica soprattutto dai 14 anni in poi, anche se tende facilmente a diventare cronica e, per questo motivo, si possono riscontrare anche casi di Hikikomori adulti. 

Diversi studi evidenziano poi come a rinchiudersi in casa e “isolarsi dal mondo” siano maggiormente i maschi che le femmine, con un rapporto che arriva al 4:1.

Le possibili cause della sindrome di Hikikomori

Come abbiamo visto, Hikikomori e adolescenza è il binomio principale che caratterizza il fenomeno dell’isolamento sociale volontario. Ma da cosa è dovuto il disagio degli Hikikomori? 

La sindrome di Hikikomori ha una serie di cause che possiamo, per semplicità, suddividere in tre categorie:

  • individuali
  • familiari
  • sociali.

Riguardo agli aspetti individuali, gli hikikomori sembrano essere persone con una spiccata introversione, che nelle relazioni sociali possono sperimentare vergogna e paura di non sentirsi all’altezza, condizioni che possono essere tra le cause di una bassa autostima.

I fattori familiari che si evidenziano tra le cause del ritiro volontario sono svariati. In adolescenza, il rapporto conflittuale con i genitori può essere frequente ma, nel caso di un Hikikomori, le cause possono essere legate, per esempio:

  • al tipo di attaccamento (nella maggior parte dei casi si tratta di attaccamento insicuro ambivalente)
  • familiarità con disturbi mentali
  • dinamiche familiari disfunzionali, come la scarsa comunicazione o una carenza di empatia da parte dei genitori nei confronti del figlio 
  • maltrattamenti o abusi familiari.
hikikomori a causa bullismo
Rodnae Productions - Pexels

 Alle difficoltà che scaturiscono da questi elementi, si aggiungono poi quelle provocate dal contesto sociale, tra cui:

Qual è il campanello d'allarme per gli episodi di Hikikomori? Come riconoscerne i sintomi?

La voglia di isolamento sociale: i sintomi della sindrome di Hikikomori

Che cosa fanno gli Hikikomori e quali sono i sintomi del ritiro sociale? Gli Hikikomori possono chiudersi in casa per paura, il loro ritiro è volontario e sono determinati a non voler vedere nessuno

Gli Hikikomori, anche se possono sperimentare attacchi d’ansia e sentirsi soli perché evitano qualsiasi rapporto sociale, possono essere soggetti anche ad attacchi di rabbia e avere comportamenti violenti. 

Questo isolarsi da tutti, il non voler uscire di casa (e a volte nemmeno dalla propria stanza) è accompagnato spesso da apatia, dal rifiuto di frequentare la scuola e dalla dipendenza da internet, come sottolinea la ricerca condotta da un’equipe di studiosi nipponici in cui si evidenzia che:

“Man mano che le applicazioni dei social media stanno diventando più popolari, gli utenti sono connessi più strettamente a Internet e il loro tempo trascorso con gli altri nel mondo reale continua a diminuire. I maschi spesso si isolano dalla comunità sociale per dedicarsi al gioco online mentre le femmine usano Internet per non essere escluse dalle loro comunicazioni online.”

Le conseguenze dell’isolamento sociale volontario

Le conseguenze dell’Hikikomori possono incidere notevolmente sulla vita dell’adolescente che sta sperimentando un’emarginazione sociale attraverso l’autoreclusione.

Il non voler uscire di casa può provocare: 

Dipendenza da internet e isolamento sociale sono strettamente collegati, perché le piattaforme digitali vengono utilizzate dall’Hikikomori come unico contatto con l’esterno, ma anche semplicemente per passare il tempo.

Bisogna ricordare, però, che la dipendenza da internet è una patologia a sé stante e non tutte le persone che ne soffrono poi diventano Hikikomori.

dipendenza da internet Hikikomori
Tima Miroshnichenko - Pexels

La patologia dell’Hikikomori: la diagnosi differenziale

In psicologia, la sindrome di Hikikomori è ancora studiata e presenta alcuni dubbi sulla sua classificazione. Dalla rassegna condotta dallo psichiatra A. R. Teo, che ha analizzato numerosi studi sul tema, emergono degli elementi interessanti come la diagnosi differenziale per la sindrome da isolamento volontario:

“La caratteristica principale dell'hikikomori è il ritiro sociale o l'isolamento. Questo, di per sé, ha ovviamente un'ampia diagnosi differenziale: malattia psicotica come la schizofrenia; disturbi d'ansia come disturbo da stress post-traumatico o disturbo d'ansia sociale; disturbo depressivo maggiore o altri disturbi dell'umore; e i disturbi della personalità, come il disturbo di personalità schizoide o il disturbo evitante di personalità, sono tra le molte considerazioni.”

Ritiro sociale e Covid-19: quale relazione?

L'ansia sociale provocata dal lockdown ha causato numerose conseguenze sul benessere psicologico delle persone e, in alcuni casi, può aver favorito depressione e isolamento sociale.

Ma, l’isolamento che abbiamo vissuto per arginare la diffusione del coronavirus e i sintomi dell’Hikikomori presentano una differenza da non dimenticare: quella tra un isolamento forzato, dovuto a cause di forza maggiore, e tra un isolamento voluto, cercato, e mantenuto.

Chi si è trovato chiuso in casa a causa del lockdown ha sperimentato spesso l'ansia da covid insieme a un senso, certo non piacevole, di solitudine fisica; ma la condizione del ritiro sociale negli Hikikomori è piuttosto quella di un isolamento psicologico: il non sentirsi, cioè, riconosciuto o accettato dal mondo esterno per quello che si è.

Isolamento sociale e sindrome di Hikikomori in italia

Il fenomeno Hikikomori, in italia, si stima aver raggiunto numeri preoccupanti. Secondo l’Associazione Hikikomori Italia il numero di Hikikomori in Italia sfiora i circa centomila giovani che non escono di casa. 

L’Associazione Hikikomori Italia genitori onlus, sezione dell’associazione sopracitata, ha coinvolto un campione di genitori in un’indagine statistica che ha rivelato che:

  • l’87,85% delle famiglie che hanno partecipato, ha un figlio in isolamento sociale volontario
  • l'età media di Hikikomori in Italia è 20 anni, con sintomatologie che si manifestano già attorno ai 15 anni
  • “il terzo stadio, che rappresenta l'isolamento totale, dove vengono quindi evitati anche genitori e relazioni virtuali, è il più raro e riguarda solo il 6,69% del campione oggetto di studio. Chi si trova in questa condizione ha verosimilmente sviluppato una qualche forma psicopatologica associata al ritiro.”

Sul forum di Hikikomori Italia si possono leggere e condividere storie e testimonianze di Hikikomori. I genitori esprimono la loro preoccupazione testimoniando le proprie esperienze e difficoltà:

  • “mio figlio, 20 anni, non esce”
  • “il mio ragazzo vuole stare sempre a casa”
  • “mio figlio 14 anni non esce mai”
  • “come posso aiutare mio figlio Hikikomori?”

Esiste una terapia per la sindrome di Hikikomori? Come comportarsi con un figlio Hikikomori? Come uscirne se si ha a che fare con questo disturbo psichico?

terapia online per Hikikomori
Julia M. Cameron - Pexels

La sindrome degli Hikikomori e la terapia psicologica

La sindrome di Hikikomori non ha una classificazione specifica nel DSM-5. Come si cura allora un Hikikomori? Quali sono i rimedi all’isolamento sociale? E come aiutare un Hikikomori? 

La psicologia viene in aiuto sia che si tratti di un’esperienza vissuta in prima persona (anche se raramente un Hikikomori si rivolge spontaneamente a un terapeuta), sia che il supporto sia necessario per i genitori e la famiglia che, spesso, non sa come comportarsi con un ragazzo con diagnosi di hikikomori.

Gli psicologi esperti in sindrome di Hikikomori potranno lavorare per indagare le cause, valutando i sintomi e analizzando i comportamenti della persona, il contesto sociale e familiare in cui vive e i possibili disagi che essi possono causare.

Una terapia psicologica per la sindrome di Hikikomori potrà essere svolta sia con uno psicologo a domicilio che con la psicoterapia online. In alcuni casi, insieme alla psicoterapia, l’Hikikomori potrà ricevere anche una terapia farmacologica, prescritta esclusivamente dallo psichiatra.

Hikikomori: le storie dell’isolamento sociale volontario

Sulla sindrome di Hikikomori sono nati nel tempo numerosi racconti che ne approfondiscono le ragioni profonde (Hikikomori è anche una canzone dei Pinguini tattici nucleari, che fa un velato riferimento al problema).

 Su YouTube si possono trovare numerose storie che raccontano l’isolamento sociale nei giovani e l’ansia sociale in adolescenza. Ecco quindi un breve elenco di documentari e testimonianze sulla sindrome di Hikikomori: 

  • Essere Hikikomori. La mia vita in una stanza. È un documentario prodotto da Sky che racconta la storia di quattro ragazzi e delle cause che li hanno spinti a chiudersi in casa, tra sindrome depressiva da social network e voglia di rinascita
  • Hikikomori, un documentario di Francesco Jodice che racconta cos'è l’Hikikomori in Giappone
  • i video di Marco Crepaldi, dell’Associazione Hikikomori Italia, di cui abbiamo già parlato in un paragrafo precedente
  • Nihon hikikomori kyokai, un anime tratto dall’omonimo romanzo di Tatsuhiko Takimoto.

Per approfondire il tema dell’Hikikomori ecco poi alcuni libri:


Questo è un contenuto divulgativo e non sostituisce la diagnosi di un professionista.
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