Il processo di crescita fisica e psichica che coinvolge l’intera esistenza dell’uomo è fatto da una continua ricerca di equilibrio tra l’apprendimento di nuove conoscenze e la modificazione di quelle già acquisite.
Pensiamo allo sviluppo motorio del bambino: gli schemi motori (dal gattonare al camminare), vengono continuamente modificati e integrati a seconda delle richieste dell’ambiente, in un costante equilibrio tra ciò che sa e ciò che imparerà.
Due dei processi di adattamento più importanti per il nostro sano sviluppo fisico e psichico sono l’assimilazione e l’accomodamento. In questo articolo scopriremo:
- in che cosa consiste il processo di assimilazione e quello di accomodamento
- chi parla di assimilazione e accomodamento tra gli studiosi di psicologia dello sviluppo
- in che modo la terapia psicologica può agire rispetto a questo tema.
Accomodamento e assimilazione: il significato psicologico
I termini assimilazione e accomodamento in psicologia si riferiscono a due processi base per l’adattamento dell’uomo. Entrambi i costrutti agiscono per rispondere alle continue richieste e variazioni dell’ambiente. In psicologia, il processo di assimilazione diventa fondamentale in quella costante ricerca di equilibrio nell’interazione con le richieste dell’altro e dell’ambiente.
Tutto ciò che ogni giorno viviamo, ci permette di acquisire degli schemi, soggettivi e stabili, che ci aiutano a dare un senso a ciò che percepiamo dal mondo esterno, in particolar modo per le nuove esperienze. Dunque, l’assimilazione diventa un processo fondamentale per l’acquisizione di nuove strutture mentali.
Accomodamento e assimilazione: che differenza c’è?
Nell’assimilazione le nuove informazioni integrano quelle precedenti, mentre nell’accomodamento avviene una modifica delle strutture in essere, una variazione dello schema cognitivo e comportamentale. Anche se entrambi agiscono nell’aiutare l’uomo nello sviluppo, la differenza tra accomodamento e assimilazione sta nella finalità del processo:
- l’assimilazione è il processo di apprendimento attraverso il quale l’individuo o i gruppi inseriti in un dato contesto apprendono (assimilano) attraverso l’esperienza, nuove informazioni e conoscenze
- l’accomodamento è il processo in cui questi nuovi apprendimenti si posizionano accanto a quelli vecchi costruendo e integrando il repertorio di informazioni.
Jean Piaget: assimilazione e accomodamento nello sviluppo cognitivo
Jean Piaget, psicologo, biologo e pedagogista, dedica la maggior parte dei suoi lavori allo studio sullo sviluppo cognitivo del bambino, e precisamente a tutti quei processi cognitivi che sottendono lo sviluppo della conoscenza, intesa come acquisizione di informazioni.
“Lo sviluppo psichico, che comincia con la nascita e termina con l’età adulta, è paragonabile alla crescita organica: come quest’ultima consiste essenzialmente in un cammino verso l’equilibrio.” Piaget
Già Freud, come sappiamo, aveva studiato i processi di sviluppo del bambino. A differenza dei teorici dello sviluppo cognitivo, però, il padre della psicoanalisi dà una lettura delle fasi dello sviluppo in relazione allo sviluppo dell’identità sessuale e della personalità del bambino. Fra le teorie freudiane maggiormente note c’è ad esempio il complesso di Edipo.
Secondo la teoria di Piaget sullo sviluppo cognitivo, l’uomo struttura l’organizzazione di rappresentazioni mentali e schemi cognitivi attraverso la relazione e l’interazione con l’ambiente circostante. Gli stadi individuati dallo studioso sono quattro, sono comuni a ciascun individuo e si svolgono con una sequenza precisa.
Ogni stadio prevede, a seconda delle età, una modalità nuova che l’individuo usa per rapportarsi con la realtà esterna e con le richieste dell’ambiente. Gli stadi teorizzati da Piaget sono:
- sensomotorio: dai 0 ai 2 anni. L’interazione del bambino con la realtà è limitata, ed egli si esprime soprattutto attraverso il pianto.
- preoperatorio: dai 2 ai 6 anni. Il bambino sa creare rappresentazioni mentali, ma può considerare solo il proprio punto di vista (egocentrismo); in questa fase Piaget inserisce il gioco simbolico
- operatorio concreto: dai ai 12 anni. Il pensiero del bambino è concreto, ma reversibile. Diviene capace di “mettersi nei panni degli altri”, fondamentale per lo sviluppo dell’empatia.
- operatorio formale: dai 12 anni in poi, è quella fase in cui si sviluppa il pensiero ipotetico-deduttivo.
Assimilazione e accomodamento secondo Piaget
Cosa intende Piaget per accomodamento e assimilazione? E quando ne parla?
Assimilazione e accomodamento sono dinamismi mentali proposti da Piaget per spiegare la dinamica del “meccanismo di riadattamento o riequilibrio” della persona.
Come sostiene Piaget stesso “nelle prime fasi di costruzione, le strutture mentali successive possono essere considerate forme nuove di equilibrio, ognuna delle quali dipende da quella precedente.”. È in questa logica che Piaget inserisce il concetto di assimilazione e accomodamento:
“L’individuo tende ad assimilare il mondo esterno alle strutture già costruite (assimilazione) e a riadattare queste ultime in funzione delle trasformazioni subite, quindi ad accomodarle (…)”.
L’adattamento intelligente, per Piaget è l’equilibrio dei processi di assimilazione e accomodamento, ovvero la forma generale dell’equilibrio psichico. Secondo Piaget dunque, lo sviluppo mentale è dato dall'interazione dei meccanismi di assimilazione e accomodamento attraverso cui compiere un progressivo adattamento alla realtà.
Esempi di assimilazione e accomodamento secondo Piaget
Assimilazione e accomodamento seguono dei precisi schemi mentali, ovvero delle “sequenze di azioni coerenti e ripetibili che possiedono componenti strettamente interconnesse e guidate da un significato pregnante”.
Qualsiasi azione che agisce per l’acquisizione di nuove informazioni è assimilazione. Ad esempio, se entriamo in un gruppo nuovo e ne impariamo le regole, la nostra conoscenza si amplia e stiamo assimilando.
Se queste regole cambiano gli schemi che avevamo in precedenza, ecco che le nuove informazioni si sono “accomodate” e hanno modificato i nostri schemi preesistenti. L’equilibrazione (dettata dalla ricerca di una certa coerenza del mondo) è l’ultima fase del processo, che si sviluppa quindi in assimilazione-accomodamento-equilibrazione.
Uno degli esempi più diffusi per spiegare il processo di assimilazione, accomodamento ed equilibrazione è il seguente: il bambino vede un cavallo. Nell’immediato lo definisce come “cane” perché ha assimilato che un animale con le quattro zampe è un cane.
Si accorge però che l’animale ha delle caratteristiche diverse. Lo schema viene adattato e vengono introdotti nuovi elementi che permettono al bambino di spiegare in modo più preciso ciò che sta guardando: un cavallo.
La differenza tra Piaget e Ausubel
Molti furono gli studiosi che seguirono e ampliarono il pensiero di Piaget. Uno di questi fu il suo allievo Ausubel. Lo psicologo statunitense considera, come il suo mentore, il ruolo attivo del soggetto nel processo di conoscenza attraverso la forza assimilatrice o accomodativa.
A differenza di Piaget, che intende in qualche modo il processo di assimilazione passivo e quello di accomodamento attivo, Ausubel fa risalire questa interazione mediante l’apprendimento significativo.
Secondo lo studioso, infatti, per apprendere in modo stabile non basta meccanicamente interagire con l’ambiente, ma le nuove informazioni devono essere logicamente significative. Ausubel propone quindi un concetto di apprendimento non solo attivo, ma permeato da una valutazione critica del soggetto.
Assimilazione e accomodamento nel gioco
Lo sviluppo fisico e psichico del bambino, come abbiamo detto, passa attraverso l’interazione con l’ambiente. Il ruolo del gioco nello sviluppo del bambino diviene così fondamentale per favorire questa interazione.
Attraverso la crescente complessità del gioco e in base allo sviluppo intellettivo e motorio, il bambino:
- accresce le proprie conoscenze (assimilazione)
- modifica man mano gli schemi mentali precedenti per far posto ai nuovi (accomodamento).
Revisionare e modificare i propri schemi ambientali, attraverso il superamento e la risoluzione di ostacoli accresce nel bambino la sua capacità di adattamento.
La terapia psicologica in relazione ad assimilazione e accomodamento
Nella terapia psicologica vengono messi in costante movimento i meccanismi di assimilazione e accomodamento. Il cambiamento infatti nasce e cresce attraverso questi due processi. Nel malessere psichico e nel trauma, è probabile che alcuni schemi mentali ormai strutturati ci abbiano portato a comportamenti che non riusciamo più a modificare:
- nonostante ci siano nuove richieste dell’ambiente
- nonostante siamo consapevoli che il malessere deriva da questi stessi schemi.
In questi casi, è probabile che il processo di ingresso di nuove informazioni e di modifica delle precedenti per un sano adattamento all’ambiente abbia subito una battuta d’arresto.
Durante una seduta di terapia, sia essa svolta con uno psicologo online o in presenza, questi meccanismi vengono in qualche modo rimessi in funzione attraverso il dialogo e la relazione con il terapeuta. Il primo passaggio è riattivare l’assimilazione, ossia l’ingresso di nuove informazioni su come funzioniamo.
La consapevolezza della nostra modalità di interazione con il mondo è un passaggio fondamentale che getta le basi per il cambiamento, anche se la conoscenza dei nostri schemi mentali disfunzionali non basta a modificare il nostro comportamento.
Il meccanismo da attivare è anche l’accomodamento, che agisce quando, una volta assimilate le nuove informazioni, riusciamo ad abbandonare i nostri schemi disfunzionali e attivarne di nuovi.
C’è un tempo dato dalla psiche e dalla sua capacità di far “accomodare” le nuove informazioni e modificare quelle precedenti, creando nuovi modelli, visioni e schemi con cui affrontare le richieste ambientali in modo più funzionale ed efficace.