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Famiglia
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Il complesso di Edipo

Il complesso di Edipo
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Paola Marotta
Redazione
Psicologa ad orientamento Sistemico-Relazionale
Unobravo
Pubblicato il
3.5.2022

Il complesso di Edipo rappresenta una tappa importantissima dello sviluppo psichico e sessuale del bambino. L’espressione “complesso edipico” è stata presa a prestito da S. Freud dalla mitologia greca, nello specifico dalla tragedia di Sofocle “Edipo Re”. Si tratta di uno dei tanti casi in cui la psicologia prende a prestito la mitologia per spiegare il funzionamento della psiche umana, come per il narcisismo, la sindrome di Cassandra o la sindrome di Medea. Ma cosa ha a che fare questa storia con la formazione dell’identità? E in che modo il complesso edipico influisce sulla formazione della personalità, a livello individuale ma soprattutto relazionale? Lo scopriamo insieme in questo articolo.

Il complesso di Edipo in psicologia

In psicologia è stata la teoria psicoanalitica di Freud  ad aver usato il complesso di Edipo per la spiegazione dello sviluppo psicosessuale e della personalità. Di seguito approfondiremo che cos'è il complesso di Edipo e la sua definizione.

Cos'è il complesso di Edipo? 

Il significato del complesso di Edipo in breve fa riferimento al desiderio e all’attrazione che il bambino sperimenta per il genitore del sesso opposto, associati al rifiuto e all’ostilità nei confronti del genitore dello stesso sesso, che diventa quindi suo rivale e con il quale inizia a competere. Si tratta di un processo inconscio, ma soprattutto sano. Iniziando generalmente verso i due anni e mezzo, il complesso edipico all’età di sette anni è solitamente risolto. 

Complesso di Edipo: il mito

Vediamo da dove viene la storia di Edipo e il suo complesso. 

Edipo è il nome del protagonista di una delle tragedie più celebri della letteratura greca. La storia narra che Laio e Giocasta, Sovrani di Tebe, afflitti dalla mancanza di un erede, consultarono l’oracolo di Delfi. La rivelazione fu che, se avessero avuto un figlio, questi avrebbe ucciso il padre e sposato la madre. Tuttavia, Laio e Giocasta generarono Edipo. 

Per evitare che la profezia si avverasse, ordinarono a un servo di abbandonare il neonato su di un monte. Il piccolo fu trovato da un viandante che lo portò dai sovrani di Corinto, i quali decisero di allevarlo come proprio. Divenuto adulto, Edipo venne a sapere che il Re di Corinto non era il suo vero padre. Andò in cerca della verità, rivolgendosi anche lui all’oracolo, che non gli rivelò chi fossero i suoi veri genitori, ma predisse anche a lui, che un giorno avrebbe ucciso il padre e sposato la madre. 

Per sfuggire a quel destino, Edipo non tornò più a Corinto e si recò a Tebe. Durante il viaggio si trovò di fronte un cocchio, guidato proprio da Laio. Edipo non obbedì all’ordine di lasciar passare il Re, si accese così un conflitto che portò all’uccisione di Laio da parte di Edipo. La prima parte della profezia si era compiuta. Dopo aver ucciso il padre, che non aveva mai conosciuto, Edipo proseguì il suo cammino verso Tebe, qui affronta la Sfinge, che ad ogni passante esponeva un indovinello. Se l’avessero risolto lei si sarebbe uccisa, altrimenti li avrebbe mangiati. 

L’enigma diceva: chi è quell’essere vivente che al mattino ha quattro gambe, il pomeriggio due e la sera tre? Dopo aver riflettuto Edipo comprese l’enigma e rispose che era l’uomo, che quando nasce gattona a carponi, poi cammina su due gambe e in vecchiaia si appoggia ad un bastone. La Sfinge indispettita si uccise, ed Edipo venne visto come il liberatore della città di Tebe e come premio le venne data in sposa la Regina, rimasta vedova, ossia sua madre Giocasta. La tremenda profezia si era avverata fino in fondo.

Il complesso di Elettra 

Il complesso di Elettra altro non è che il modo con cui lo psicoanalista C. G. Jung ha adattato il complesso di Edipo di Freud al femminile e spiegato le differenze nell’evoluzione psicosessuale dei due generi.

Jung prende ispirazione dal nome dell’eroina greca che, per vendicare il padre tradito e poi assassinato, fece uccidere la madre. Anche il complesso di Elettra, specularmente al complesso edipico, fa riferimento al desiderio delle bambine di possedere il padre e al vissuto di gelosia e competizione che influenzano il rapporto madre-figlia.

Nel complesso di Elettra la bambina, non avendo il pene, non entra in conflitto e non soffre della paura di castrazione, ma della frustrazione per il fatto di non averlo; la madre è vista sia come rivale per il possesso del padre, sia come responsabile per averla creata senza pene. Per riferirsi al complesso di Elettra non superato e a ciò che ne consegue i media utilizzano spesso il termine daddy issues.

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janeb13 - Pixabay

Il Complesso di Edipo per Freud

Possiamo leggere la teoria del complesso di Edipo di Freud nel libro “Tre saggi sulla teoria sessuale”, del 1095. Per Freud il complesso edipico fa parte di una relazione triangolare (madre-padre-figlio), e la risoluzione di questo “triangolo” determina la personalità del bambino. Per comprendere quali sono i cambiamenti bambino con l'età vediamo le fasi in cui si sviluppa e si risolve il complesso edipico per Freud: 

  • fase orale (dai 0 ai 18 mesi): è la fase dell’allattamento e della suzione, quindi della possessione dell’oggetto attraverso il canale orale. La libido passa attraverso la bocca, il mezzo con cui il bambino conosce il mondo esterno e si nutre. 
  • fase anale (dai 18 mesi ai tre anni): è la fase del controllo dello sfintere e dell’espulsione di sostanze dal proprio corpo attraverso gli escrementi. A questa fase è associato lo sviluppo dell’autostima e dell’autonomia, a seconda della capacità di controllo sulla defecazione. 
  • fase fallica (dai 3 ai 5/6 anni): il bambino diventa cosciente del pene e dell’opposizione tra i due sessi, scopre il proprio organo genitale e inizia a temere quindi la collera del padre e la castrazione come punizione. 

Nell’ultima fase del complesso Edipico di Freud si parla anche di complesso di castrazione, che accompagnerà il bambino nel successivo periodo di latenza, in cui inizierà ad imitare il padre per evitare ripercussioni e preservare i suoi organi genitali; finirà per identificarsi con lui, vedendolo come un esempio di forza e virilità. Con il tramonto del complesso di Edipo, secondo Freud il bambino inizia a sviluppare la propria identità sessuale, entrando così nella pubertà e infine nella fase genitale

Secondo Freud infatti l’energia sessuale non esiste soltanto negli adulti ma anche nei bambini, solo in diverse modalità, e nelle fasi edipiche questa libido cresce e si evolve. Le funzioni che Freud attribuisce a questa fondamentale tappa evolutiva sono:

  • la risoluzione dei sentimenti di ambivalenza provati verso entrambi i genitori e la conseguente scoperta di un oggetto d’amore e l’identificazione in un ideale; 
  • l’assimilazione dell’autorità parentale e l’accettazione della proibizione dell’incesto;
  • l’accesso ai genitali e l’accettazione del proprio sesso; 
  • la costituzione delle varie istanze psichiche, soprattutto quella del Super-Io.

Ecco perché come si conclude il complesso edipico, per Freud, è importante per lo sviluppo della personalità in età adulta.

Complesso di Edipo non superato: quali conseguenze?

Se in seguito alla fase fallica il rapporto con la figura materna o paterna rimane irrisolto, ovvero se il bambino continua ad avere un legame simbiotico con la madre e conflittuale con il padre, possono verificarsi nevrosi infantili con conseguenze nell’età adulta e soprattutto nelle relazioni intime future. 

Tra le cause del mancato superamento del complesso di Edipo pensiamo, ad esempio, a quando viene a mancare l’autorità paterna o la figura del padre è assente e non c’è nessuno che aiuti il bambino a mettere dei confini al proprio desiderio. Un’altra causa potrebbe essere legata al rapporto tra complesso di Edipo e narcisismo: una madre che tiene il proprio figlio legato a sé, idealizzandolo e utilizzandolo come alleato contro il padre, potrebbe impedirne lo sviluppo di una personalità autonoma. In questi casi il bambino diventa una proiezione narcisistica dei bisogni insoddisfatti del genitore.

Sintomi del complesso di Edipo nei bambini 

I bambini con complesso di Edipo non superato possono manifestare possessività nei confronti del genitore del sesso opposto, richiedendo vicinanza e attenzioni, oppure possono impedire il contatto fisico tra i due genitori, intromettersi nella loro intimità, disobbedire e risultare aggressivi nei confronti del genitore dello stesso sesso, che diventa il loro principale rivale. 

Il complesso di Edipo in adolescenza

Negli adolescenti e nella prima età adulta, invece, si possono ancora osservare alcuni sintomi di un complesso di Edipo non risolto, come una vicinanza esagerata alla madre o al padre. Per esempio, viene data priorità alle attività insieme invece che a quelle con amici o partner. 

Il complesso di Edipo, in età adulta, presenta tra i suoi sintomi anche la dipendenza da uno dei genitori che può estendersi in più settori, come quello economico-professionale oltre che sociale-relazionale; un sintomo può essere l’ansia in adolescenza, che fa sì che vengano chiesti numerosi consigli e consensi al genitore dal quale faticano a staccarsi. 

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Anastasia Shuraeva - Pexels

Complesso di Edipo irrisolto: i sintomi nell’adulto

Tra le conseguenze di un complesso edipico non risolto nell’adulto troviamo: 

Spesso la ricerca del partner è costellata di insuccessi e delusioni amorose e si ha l’impressione di passare da una relazione tossica all’altra. Inoltre possono presentarsi difficoltà nel processo di svincolo dalla famiglia, quindi nella costruzione di una propria autonomia e indipendenza. In questi  casi andare dallo psicologo può essere il primo passo per comprendere meglio l’origine delle proprie difficoltà. Oggi questo può essere fatto comodamente da casa propria, attraverso una consulenza psicologica online.

Complesso di Edipo: come superarlo

Come si supera il complesso di Edipo? Il complesso edipico tende a risolversi spontaneamente. Inizia a ridursi man mano che il bambino comprende che non può sedurre la madre e inizia a identificarsi con il padre, con cui non sarà più in conflitto; al contrario lo imiterà, adottando i suoi stessi comportamenti. 

Come aiutare il bambino a superare il complesso di Edipo? I genitori in questo senso hanno un ruolo fondamentale: è importante che abbiano un certo grado di autorevolezza nel porre dei limiti rispetto ai desideri del bambino, permettendo un normale sviluppo della sua autonomia, senza esercitare una mania del controllo fatta di proibizioni eccessive. In generale il complesso edipico può essere superato se i rapporti tra i due genitori e tra questi e il bambino sono stati sufficientemente buoni, amorevoli e caratterizzati da confini e ruoli ben definiti. 

La famiglia di oggi e le dinamiche familiari non sono più quelle che Freud aveva descritto a partire dal complesso di Edipo, che sembra poter esistere ed essere superato solo in una famiglia tradizionale, con madre, padre e bambini che vivono sotto lo stesso tetto. Ormai da diversi anni, l’emergere di nuovi scenari e nuove forme di famiglia (monogenitoriali, allargate, ricostruite e omoparentali) ha messo in discussione la formulazione classica psicoanalitica del complesso di Edipo, ponendo sempre maggiori sfide, che attendono tanto la psicologia infantile e i terapeuti quanto i genitori, bambini e adolescenti di oggi. 

Questo è un contenuto divulgativo e non sostituisce la diagnosi di un professionista. Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica

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