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Sostegno psicologico: dallo studio fisico all’online

Sostegno psicologico: dallo studio fisico all’online
Sostegno psicologico: dallo studio fisico all’online
Psicoterapeuta ad orientamento Sistemico-Relazionale
Sostegno psicologico: dallo studio fisico all’online
Redazione
Unobravo
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Pubblicato il
18.10.2021
Ultimo aggiornamento il
23.9.2025
Sostegno psicologico: dallo studio fisico all’online
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La questione del sostegno psicologico online rappresenta uno dei cambiamenti più importanti con cui la psicologia è chiamata a confrontarsi negli ultimi tempi. Il cambiamento di setting è stato da sempre oggetto di discussione da parte dello stesso Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi che inaugura “la possibilità di svincolare professionista e cliente dal consolidato punto d’Archimede dell’incontro vis a vis, determinando un vero e proprio sovvertimento della prassi dell’intervento”.

I fattori che facilitano l’intervento on-line

La prima riflessione va fatta sui fattori che possono facilitare il passaggio dal vis a vis all’online. Essi riguardano:

  • la durata della terapia: i pazienti sono favorevoli al cambiamento laddove il percorso psicologico è in corso da più tempo;
  • la familiarità con il mondo digitale: sembra che i pazienti più giovani siano maggiormente disposti alla terapia online:
  • la disponibilità̀ di uno spazio proprio, all’interno della propria casa, in cui il paziente possa sentirsi tranquillo, lontano da occhi e orecchie indiscreti;
  • il modo in cui viene vissuto il sintomo o la difficoltà portata dal paziente sembra fare la differenza: maggiore è la sofferenza patita, maggiore appare la disponibilità a trasferirsi in rete.

Infine, sembra che sia più semplice spostarsi in rete per percorsi individuali o di coppia, rispetto a quelli familiari.


Un nuovo setting

Con il termine setting in psicologia ci si riferisce alla cornice in cui si svolge il sostegno psicologico: è “una nuova dimensione spazio-temporale, un terreno neutrale e senza storia propria entro cui costruire una storia diversa che nasce dall'incontro” come suggeriscono gli psicoterapeuti Andolfi e Angelo, all’interno di una prospettiva sistemico relazionale.

Le risorse offerte dal passaggio online sono tante: innanzitutto il restringimento del campo d’azione allo schermo offre la possibilità di intendere il setting “uno spaccato di vita e relazionale: un piccolo mondo nel quale si vivificano elementi del grande mondo nel quale l’individuo vive”.

Dunque, se da un lato il terapeuta può sentire una minore possibilità di allargare le potenzialità̀ tematiche, d’altra parte può direzionare i contenuti del colloquio verso aree implicitamente suggerite. Il paziente, dal canto suo, ha l’occasione di portare realmente il terapeuta nel suo quotidiano, dentro il suo mondo, come avviene con uno psicologo a domicilio.

Sigmund - Unsplash

Non vedo il corpo ma vedo il viso

Un altro aspetto critico della relazione mediata dallo schermo è l’eliminazione delle occasioni esperienziali. D’altra parte, la mediazione dello schermo, può consentire al paziente di esporsi maggiormente, rassicurato da una relazione virtuale. 

La terapia attraverso lo schermo, infatti, pone al centro dell’incontro la dimensione visiva.
Paziente e psicologo pongono l’attenzione sul volto dell’altro e questo può far emergere gli aspetti della comunicazione non verbale del viso. Infine, il restringimento del campo visivo, può potenziare il ritmo del colloquio riducendo i momenti di silenzio.

Cos’è, quindi il sostegno psicologico online? Possiamo definirlo come

“tutte le prestazioni professionali offerte da un professionista in carne ed ossa a un cliente finalizzate a: informare, sensibilizzare, supportare, modificare, prevenire, curare, abilitare e riabilitare, attraverso l’ausilio delle nuove tecnologie di comunicazione”

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