Psiconcologia
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Depressione e tumore: gestire la depressione con una diagnosi di cancro

Depressione e tumore: gestire la depressione con una diagnosi di cancro
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Rosalba Caramiello
Redazione
Psicologa a orientamento Sistemico-Relazionale
Unobravo
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Pubblicato il
28.5.2024

Il rapporto tra mente e corpo dei soggetti che ricevono una diagnosi di tumore è suscettibile di vissuti emotivi delicati, spesso legati a paura, senso di colpa, tristezza e depressione. Depressione e tumore spesso costituiscono un’unica grande sfida per le persone che ricevono una diagnosi di cancro. 

Si tratta di una condizione così diffusa che molte strutture ospedaliere mettono a disposizione dell'utenza degli sportelli gratuiti dedicati. L’Associazione italiana oncologia medica (AIOM), in occasione del congresso della European Society for Medical Oncology (ESMO) afferma in una sua comunicazione che: 

“Il 20% delle persone con tumore è colpito da depressione, il 10% da ansia e oltre il 50% sviluppa disagio psicologico. Questi disturbi, che rientrano nel distress emozionale, hanno un impatto negativo sulla qualità di vita, sull’adesione ai trattamenti e, quindi, sulla sopravvivenza dei pazienti oncologici.”

depressione e tumore
Engin Akyurt - Unsplash

Sintomi della depressione nel cancro

Tra i sintomi principali di un disturbo depressivo possiamo annoverare cattivo umore, senso di colpa, anedonia, chiusura sociale, insonnia o ipersonnia. Ma quali sono gli stimoli specifici che portano un malato di cancro a questi vissuti depressivi?

Il corpo diventa un corpo "malato", "fallato", che non funziona più come si vorrebbe e con cui bisogna ricreare un equilibrio diverso. Impone lui il ritmo alla vita, bisogna concedergli riposo e rispettarne i tempi di recupero.

Ciò può comportare, in parte, la perdita della propria autonomia. Occorre quindi sviluppare la capacità di affidarsi all'altro, da cui ci si può sentire dipendenti ma per cui, allo stesso tempo, si può nutrire anche un profondo senso di colpa, per via della percezione di costituire "un dosso" nella vita dell'accudente.

L'angoscia di morte pervade le menti dei pazienti con diagnosi di cancro, si fa più vicina e concreta l'idea di morire anzitempo, trovandosi improvvisamente a fronteggiare un tema difficile e a cui spesso non si era pensato. Ci si può sentire soli e smarriti dinanzi all'incombente pensiero della morte.

La diagnosi di depressione nel cancro

La psiconcologia è la disciplina che si occupa del tumulto emotivo in cui sono scaraventati i pazienti che ricevono una diagnosi di tumore, dunque i professionisti specializzati in questo ambito possono apportare un decisivo contributo nella diagnosi e nel trattamento della depressione che insorge con il tumore.

La diagnosi di depressione nei pazienti oncologici può essere effettuata per mezzo di colloqui personali o questionari di screening. Costituisce tuttavia una sfida, perché la depressione può insorgere in qualunque fase della malattia

Non basta perciò poterla dire “scongiurata” se non compare immediatamente dopo la diagnosi, ma è importante monitorare in maniera costante gli stati emotivi del paziente. 

D'altra parte, il rischio che si corre in questi casi, sul versante opposto, è quello di una diagnosi di depressione accordata troppo velocemente: bisogna infatti riconoscere che un'angoscia transitoria da parte del paziente può essere del tutto normale.

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Integrazione come parola chiave

Oltre ai sintomi esplorati, ai pazienti capita molto spesso di lamentarsi della scarsa empatia o inefficace comunicazione da parte del team sanitario. Il forte legame tra mente e corpo di cui si è disquisito deve dispiegarsi anche nella pratica della cura. 

Al paziente può sembrare che i medici badino solo al corpo, tralasciando gli aspetti emotivi o le loro stesse modalità comunicative, mentre i terapeuti di occuparsi solo della mente. Un’integrazione non è solo possibile ma necessaria

Occorre far dialogare mente e corpo e, di conseguenza, i professionisti che se ne prendono cura, così da assicurare che i due percorsi vadano allo stesso passo.

Sovrapposizione diagnostica in cancro e depressione

Depressione e terapia antitumorale sono due aspetti strettamente interconnessi.

I pazienti con disturbo depressivo hanno un aspetto peggiore rispetto alla progressione della patologia, il che può indurre i medici a pensare che siano a uno stadio più avanzato della malattia. Questa ipotesi può essere però facilmente disconfermata dagli esami clinici.

Il trattamento farmacologico per la cura del cancro prevede, di contro, farmaci steroidei o alcuni agenti chemioterapici che possono contribuire all’insorgenza della depressione nei soggetti più fragili.

La cura della depressione in pazienti con tumore attraverso l'ascolto

Che nasca dalla diagnosi o sia indotta dai farmaci, la depressione (accertata o no) va osservata ascoltandola. La sua gestione si esplica in questo: un ascolto attento ed empatico che miri a dar voce a tutti i sentimenti di tristezza, rabbia, colpa o ingiustizia del caso, anziché limitarsi a incoraggiare a un atteggiamento “combattivo”.

Quelle emozioni vanno necessariamente attraversate per poter produrre un atteggiamento proattivo verso la propria diagnosi. Ciò che può essere verbalizzato può essere pensato e metabolizzato, motivo per il quale è fondamentale un supporto psicologico per i malati oncologici.

Nei casi di maggiore gravità, come quelli che si protraggono nel tempo, si ricorre a una terapia farmacologica a base di psicofarmaci come gli antidepressivi, i quali intervengono anche ad alleviare sintomi come l'insonnia, il dolore e l'inappetenza.

depressione e cancro
National Cancer Institute - Unsplash

Curare la depressione con la psicoterapia

Nei casi in cui per trattare la depressione nei malati di tumore basti una psicoterapia, è consigliabile che questa abbia un approccio integrato.

Il fine da perseguire in una psicoterapia con un paziente oncologico è innanzitutto l'elaborazione dell'esperienza morbosa, con gli stati d'animo che essa comporta. Inevitabilmente si ricorrerà poi a dei collegamenti rispetto alla vita del paziente, a seconda dei vissuti preponderanti stimolati dalla malattia. Il presente richiama all'appello continuamente il passato, con tutte le sue perdite e le sue angosce.

Diversi approcci terapeutici per i pazienti oncologici con depressione

Diversi sono gli approcci dei vari professionisti a cui ci si può rivolgere per un percorso di cura:

  • la terapia psicodinamica si dedicherà a un’analisi dei meccanismi di difesa del paziente, all'identificazione delle resistenze (quel che per il paziente è più difficile affrontare), con un affondo più deciso nel passato
  • la terapia cognitivo comportamentale si concentrerà più puntualmente sui sintomi (per esempio, l’ansia prima di una chemio), cercando di risolverli o ridurne gli effetti, lavorando sul "qui e ora" e fornendo strategie di azione precise nei momenti di difficoltà
  • la terapia sistemica si prefisserà di indagare in modo circolare cosa accade nei sistemi di vita del paziente quando è in una situazione di fragilità, come reagiscono le persone più importanti della sua vita e che reazioni innescano nel paziente.

Le routine per una migliore qualità della vita

Al di là della psicoterapia o in contemporanea a essa, ci sono diversi altri ambiti in cui il paziente può indirizzare i suoi sforzi per migliorare la propria qualità della vita.

Non trascurare l'alimentazione, facendosi magari seguire da un nutrizionista, e mantenere una buon livello di attività fisica sono sicuramente tra queste. Fare delle passeggiate, meditare e fare yoga sono per esempio degli ottimi modi per fermarsi, connettersi al presente e ritrovare l'equilibrio perduto nel frastuono della quotidianità. 

Infine, coltivare dei legami autentici che siano di supporto nelle difficoltà può rivelarsi una risorsa di grandissima importanza, specie nelle diagnosi di depressione.

Insomma, è sempre attuale l'antico proverbio latino mens sana in corpore sano, valido per chiunque e per qualunque situazione si ritrovi a vivere.

cancro e depressione
Gus Moretta - Unsplash

Il peso del cancro per i caregivers

La malattia è un evento che coinvolge l'intero sistema affettivo del paziente che, quindi, per poter costituire una risorsa, deve attrezzarsi e mantenere una "mens sana".

Cosa può fare l'accudente (o caregiver)? Quel che ogni tanto tutti dovrebbero fare: concedersi una pausa dal carico assistenziale

Un tempo sospeso in cui poter vedere un amico, giocare una partita di calcetto, dipingere, andare al karaoke, fare una corsetta. Anche se a volte possiamo provare senso di colpa per quel tempo. Organizzare degli spazi per sé è a dir poco fondamentale, il rischio è altrimenti quello di isolarsi e prendere sulle proprie spalle tutto il peso della situazione.

Un peso, questo, che può trovare sfogo e ascolto nei gruppi di mutuo aiuto dedicati o in percorsi di terapia individuale. È utile informarsi sulle risorse del territorio, diverse associazioni infatti offrono l'assistenza di psicologi in via domiciliare e gratuita.

Delle relazioni che curano bisogna prendersi cura

In conclusione, la cura del cancro e della depressione che può insorgere nell’esperienza oncologica, passa attraverso le relazioni del paziente con i propri cari e con il personale sanitario, quindi di queste occorre occuparsi.

Bisogna concedersi del tempo e dello spazio, ascoltandosi e ascoltando l'altro nelle sue angosce e bisogni, senza la necessità di abbellire i pensieri che l'altro porta, anche quando sembrano troppo bui e difficili da gestire. Indipendentemente da quanto possa sembrare difficile, si può sempre chiedere aiuto.

Questo è un contenuto divulgativo e non sostituisce la diagnosi di un professionista.

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