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Psicologia dell’adolescenza
5
minuti di lettura

Depressione in adolescenza: sintomi e trattamento

Depressione in adolescenza: sintomi e trattamento
Ilaria Tonelli
Psicologa a orientamento Psicodinamico
Redazione
Unobravo
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Ultimo aggiornamento il
31.12.2025
Depressione in adolescenza: sintomi e trattamento
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L’adolescenza rappresenta una fase cruciale dello sviluppo umano, caratterizzata da profondi cambiamenti biologici, cognitivi, emotivi e relazionali. Per alcuni ragazzi, in questo periodo di transizione, la vulnerabilità psicologica può aumentare e favorire l’insorgenza di disturbi dell’umore, tra cui la depressione. La depressione adolescenziale non è una semplice “crisi passeggera” né una fisiologica tristezza legata alla crescita, ma una condizione clinica complessa che può compromettere in modo significativo il funzionamento personale, scolastico, familiare e sociale del giovane.

Kindelmedia - Pexels

Che cos’è la depressione in adolescenza

La depressione in adolescenza è un disturbo dell'umore caratterizzato da una persistente alterazione del tono affettivo, accompagnata da sintomi cognitivi, comportamentali e somatici. Questa particolare condizione può presentarsi con modalità in parte diverse rispetto all’età adulta: negli adolescenti sono frequenti irritabilità, rabbia, oppositività e condotte a rischio, talvolta più evidenti della tristezza manifesta.

Sintomi della depressione adolescenziale

Tra i sintomi più comuni si riscontrano umore depresso o irritabile persistente. La rabbia può esplodere senza un apparente motivo e talvolta maschera un più profondo stato emotivo depresso. L’adolescente perde interesse o piacere per attività precedentemente gratificanti. In alcuni casi vi sono alterazioni del sonno e dell’appetito, affaticamento, apatia, rallentamento o agitazione psicomotoria.

In questa cornice l’adolescente può essere sopraffatto da sentimenti di autosvalutazione, colpa o vergogna. A livello scolastico vi è un calo del rendimento e una difficoltà di concentrazione. L’adolescente si isola, non prova più piacere a stare con i suoi amici, trascorrendo la maggior parte del tempo nella sua camera con sporadiche interazioni sociali. Infine, nei casi più gravi, si possono palesare pensieri di morte o ideazione suicidaria.

La depressione adolescenziale ha un’eziologia multifattoriale, in cui interagiscono fattori genetici, neurobiologici, psicologici, familiari, relazionali e socio-culturali. Eventi stressanti, esperienze traumatiche, dinamiche familiari disfunzionali, bullismo, cyberbullismo e difficoltà nella costruzione dell’identità possono rappresentare importanti fattori di rischio.

Diagnosi e valutazione clinica

La diagnosi di depressione in adolescenza richiede una valutazione clinica accurata, condotta da professionisti della salute mentale. È fondamentale distinguere tra le normali oscillazioni emotive dell’età evolutiva e un disturbo depressivo strutturato.

La valutazione dovrebbe includere i colloqui clinici con l’adolescente ed il coinvolgimento della famiglia.

Per avere un quadro completo del contesto in cui vive l’adolescente, si dovrebbe procedere anche ad una raccolta di informazioni dal contesto scolastico e sportivo. 

Vi sono inoltre strumenti psicodiagnostici validati statisticamente che possono confermare la diagnosi. Infine, può essere prudente anche l’esplorazione del rischio suicidario attraverso un colloquio clinico tenuto da un esperto del settore. 

Come trattare la depressione in adolescenza

Il trattamento della depressione adolescenziale deve essere integrato, personalizzato e multimodale. Le principali strategie terapeutiche includono:

Psicoterapia

La psicoterapia rappresenta l’intervento di prima scelta nei quadri depressivi lievi e moderati. Tra gli approcci più efficaci si segnalano:

Trattamento farmacologico

Nei casi di depressione moderata-grave può essere indicato - ad integrazione della psicoterapia- l’uso di farmaci antidepressivi, sotto stretto controllo neuropsichiatrico. L’intervento farmacologico deve essere sempre accompagnato da un monitoraggio attento degli effetti collaterali e del rischio suicidario, soprattutto nelle fasi iniziali del trattamento.

Interventi psicoeducativi e preventivi

La psicoeducazione rivolta all’adolescente, alla famiglia e agli insegnanti è un elemento chiave del trattamento. Infatti, favorire la comprensione del disturbo, ridurre lo stigma e promuovere competenze emotive e relazionali contribuisce a migliorare l’aderenza terapeutica del ragazzo/della ragazza e l’esito clinico favorevole.

Rdne - Pexels

Segnali di allarme e prevenzione del rischio suicidario

Il suicidio rappresenta una delle principali cause di morte in adolescenza, rendendo imprescindibile un’attenta valutazione del rischio suicidario nei quadri depressivi.

Tra i principali segnali di allarme si annoverano le verbalizzazioni dirette o indirette di desiderio di morte accompagnate da ritiro sociale marcato e improvviso.

Da attenzionare tutti quei cambiamenti drastici nel comportamento sia in casa che in contesti esterni. 

Si potrebbero palesare dei comportamenti autolesivi che iniziano per gioco ma che possono poi strutturarsi nel corso del tempo. Spesso i ragazzi/e usano il cellulare come passatempo, antidepressivo, rischiando, al contrario, di finire invischiati in giochi pericolosi, trappole della rete. 

Inoltre, un improvviso miglioramento dell’umore dopo un periodo depressivo andrebbe attenzionato, in quanto potrebbe costituire un possibile segnale di decisione suicidaria.

La prevenzione del rischio suicidario si fonda su individuazione precoce dei sintomi depressivi. Gli adulti hanno il compito di mettersi in una posizione di ascolto empatico e non giudicante. 

Se si riscontra un umore deflesso, i genitori e gli adulti di riferimento, possono cercare un accesso tempestivo ai servizi di salute mentale. Intorno all’adolescente va promossa la costruzione di una rete di supporto familiare, scolastica e sociale.

Unobravo può aiutarti

La depressione in adolescenza è una condizione seria ma curabile. Un intervento precoce, competente e multidisciplinare può ridurre significativamente la sofferenza psicologica, prevenire esiti negativi e favorire uno sviluppo emotivo più sano. Investire nella prevenzione, nella formazione degli adulti di riferimento e nell’accessibilità ai servizi di salute mentale rappresenta una responsabilità clinica, educativa e sociale.

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