L’intelligenza emotiva racchiude quelle capacità di consapevolezza e padronanza di sé, motivazione, empatia e abilità nella gestione delle relazioni sociali, che ogni persona può sviluppare e che si rivelano fondamentali per il benessere. Chi possiede un buon livello di intelligenza emotiva può avere maggiori soddisfazioni nella propria vita, un elevato livello di autostima e un minor livello di insicurezza, ma non solo.
Fu definita per la prima volta dai ricercatori Salovey e Mayer. Il concetto è stato poi ripreso dallo psicologo Daniel Goleman che, nel 1995, lo ha reso popolare con la seguente definizione:
“È la capacità di riconoscere i nostri sentimenti e quelli altrui, di motivare noi stessi, e di gestire positivamente le nostre emozioni, tanto interiormente quanto nelle relazioni sociali”.
Benefici dell'intelligenza emotiva nella vita quotidiana
L’intelligenza emotiva porta effetti benefici in tutti gli aspetti della vita quotidiana ed è correlata a risultati positivi come:
- maggiore ottimismo
- incremento del comportamento prosociale
- capacità di auto-monitoraggio delle proprie emozioni e di quelle degli altri
- competenze sociali elevate
- relazioni positive con i pari e i familiari
- migliori rapporti in ambito lavorativo
- capacità di comprendere sé stessi e di prendere decisioni basandosi sia sulla logica che sulle emozioni.
Un video animato disponibile su YouTube spiega in modo originale le nozioni principali dell’intelligenza emotiva.
Per quanto riguarda il successo scolastico, ad esempio, gli studenti che sono più capaci di capire e gestire le proprie emozioni in modo efficace ottengono risultati migliori a scuola rispetto ai loro coetanei con un’intelligenza emotiva meno sviluppata. Si è osservato, inoltre, che bassi livelli di intelligenza emotiva sono caratteristici di comportamenti quali:
- assenze non autorizzate a scuola
- relazioni superficiali con i pari
- espulsione dalla scuola
- depressione e ruminazione depressiva
- uso precoce di droga e alcol.
La presenza di intelligenza emotiva, infatti, può essere utile nel prevenire scelte e comportamenti dannosi per la propria salute, come l’abuso di sostanze psicoattive e le dipendenze da droghe e alcol.
Curiosità della relazione tra intelligenza emotiva e dipendenza
Un interessante studio condotto nel 2010 e pubblicato l’anno successivo (Hosseini & Ramazani, 2011), ha analizzato la correlazione tra intelligenza emotiva e il grado di dipendenza da alcol e droghe. Da tale studio è emerso che i punteggi ottenuti nei test per la valutazione dell'intelligenza emotiva erano inferiori nelle persone con un maggiore grado di dipendenza da queste sostanze. Questo studio potrebbe rappresentare un’ulteriore conferma dei ben noti effetti della droga sul cervello.
Un discorso simile vale per uno studio del 2012, che ha analizzato la relazione tra intelligenza emotiva, autostima e dipendenza da marijuana: le persone con questa dipendenza hanno ottenuto punteggi particolarmente bassi nei test di valutazione sia dell'autostima che dell'intelligenza emotiva (Nehra et al., 2012).

L’intelligenza emotiva a scuola
Un altro contesto di vita in cui l’intelligenza emotiva rappresenta una risorsa preziosa è la scuola. Gli studenti più capaci di capire e gestire le proprie emozioni in modo efficace (ad esempio, l'ansia da prestazione durante i compiti in classe) ottengono risultati migliori rispetto ai coetanei con un’intelligenza emotiva meno sviluppata.
I programmi di alfabetizzazione emotiva hanno l’obiettivo di favorire una gestione adeguata dei sentimenti, promuovendo una maggiore autoconsapevolezza della propria vita affettiva. Inoltre, svolgono un ruolo importante nella prevenzione di alcune problematiche come il bullismo a scuola.
Trasformare le emozioni e la vita sociale in vere e proprie materie di insegnamento permette che questi aspetti, così rilevanti nella quotidianità degli studenti, non vengano più considerati come intrusioni non pertinenti o come argomenti occasionali.
Come inserire l'intelligenza emotiva nei programmi scolastici
L’organizzazione Collaborative for Academic, Social, and Emotional Learning (CASEL) sottolinea l’importanza di attivare programmi per migliorare le abilità emotive nel contesto scolastico.
La CASEL, infatti, sostiene che i programmi di alfabetizzazione emotiva:
- forniscono un’istruzione appropriata allo sviluppo
- creano un ambiente di apprendimento coinvolgente
- insegnano a bambini e ragazzi ad applicare le abilità sociali ed emotive in tutti i contesti di vita
- migliorano le prestazioni scolastiche, valorizzando le dimensioni cognitive, emotive e sociali dell’apprendimento.
La CASEL descrive due programmi principali:
- il workshop sull’Intelligenza Emotiva per gli insegnanti: ha l’obiettivo di fornire risorse per creare un ambiente scolastico sicuro, soddisfacente, attento e produttivo, oltre a proporre alcune strategie di coping per la gestione dello stress.
- l’alfabetizzazione emotiva per gli studenti: promuove le abilità sociali degli studenti, migliorando la consapevolezza di sé e degli altri, l’empatia e una comunicazione sana.

Modelli teorici dell’intelligenza emotiva: una panoramica
L’intelligenza emotiva è stata oggetto di numerosi studi e modelli teorici che ne hanno approfondito le diverse dimensioni. I primi a definirla furono Peter Salovey, professore di psicologia, e John D. Mayer, psicologo, che nel 1990 la descrissero come la capacità di monitorare le proprie emozioni e quelle degli altri, di distinguerle e di utilizzare queste informazioni per guidare il pensiero e le azioni. Oggi, l’intelligenza emotiva (IE) è considerata una teoria empiricamente fondata che comprende abilità fondamentali come la percezione, la facilitazione, la comprensione e la gestione delle emozioni (Pellitteri, 2025). Inoltre, la ricerca ha identificato e analizzato ben 40 strumenti diversi per valutare l’intelligenza emotiva nei professionisti, a dimostrazione della complessità e della rilevanza di questo costrutto in ambito applicativo (Bru-Luna et al., 2021).
Successivamente, Daniel Goleman, psicologo e giornalista scientifico, ha ampliato il concetto nel suo libro "Intelligenza emotiva" (1995), individuando cinque competenze fondamentali:
- Consapevolezza di sé: riconoscere e comprendere le proprie emozioni, i propri punti di forza e limiti.
- Autoregolazione: gestire le emozioni in modo appropriato, evitando reazioni impulsive o dannose.
- Motivazione: utilizzare le emozioni per raggiungere obiettivi personali e mantenere la determinazione anche di fronte alle difficoltà.
- Empatia: comprendere le emozioni degli altri e saperle riconoscere nei diversi contesti sociali.
- Abilità sociali: costruire e mantenere relazioni positive, comunicare efficacemente e risolvere conflitti.
Questi modelli hanno contribuito a rendere l’intelligenza emotiva un costrutto centrale nella psicologia contemporanea, sottolineando come le competenze emotive possano essere fondamentali per il benessere individuale e collettivo.
L’impatto dell’intelligenza emotiva su relazioni, lavoro e benessere
Numerose ricerche hanno evidenziato come un buon livello di intelligenza emotiva sia associato a risultati concreti nella vita quotidiana. Ad esempio, secondo uno studio pubblicato su "Personality and Individual Differences" (Schutte et al., 2001), le persone con elevata intelligenza emotiva tendono a sperimentare meno stress e a godere di una maggiore soddisfazione nelle relazioni interpersonali.
Nel contesto lavorativo, l’intelligenza emotiva si rivela un fattore chiave per la leadership, la collaborazione e la gestione dei conflitti. Recenti studi hanno confermato una relazione positiva tra intelligenza emotiva e gestione dei conflitti (β = 0.64, p < 0.001) (Soriano-Vázquez et al., 2023). Secondo una ricerca condotta da Côté e Miners (2006), i dipendenti con alti livelli di intelligenza emotiva ottengono valutazioni di performance superiori e sono più capaci di adattarsi ai cambiamenti organizzativi.
Tra i benefici più rilevanti dell’intelligenza emotiva si possono citare:
- Relazioni più soddisfacenti: la capacità di comprendere e gestire le emozioni può favorire la costruzione di legami profondi e duraturi.
- Maggiore resilienza allo stress: chi possiede buone competenze emotive può riuscire a fronteggiare meglio le difficoltà e a recuperare più rapidamente dopo eventi negativi.
- Successo professionale: l’intelligenza emotiva è spesso correlata a una migliore gestione dei gruppi di lavoro, a una comunicazione efficace e a una maggiore capacità di leadership.
Questi risultati sottolineano l’importanza di promuovere l’intelligenza emotiva non solo a scuola, ma anche nei contesti familiari e lavorativi, per favorire il benessere personale e sociale.
Dati e ricerche sull’efficacia dei programmi di alfabetizzazione emotiva
L’efficacia dei programmi di alfabetizzazione emotiva è stata oggetto di numerose indagini scientifiche. Secondo una meta-analisi pubblicata su "Child Development" (Durlak et al., 2011), gli studenti che partecipano a programmi di educazione socio-emotiva mostrano un miglioramento significativo delle competenze sociali ed emotive, una riduzione dei comportamenti problematici e un incremento del rendimento scolastico.
In particolare, la ricerca ha evidenziato che:
- Le competenze emotive aumentano dell’11%: gli studenti coinvolti in questi programmi hanno ottenuto punteggi più alti nei test di intelligenza emotiva rispetto ai coetanei che non vi hanno partecipato.
- Diminuzione dei comportamenti a rischio: si è osservata una riduzione di episodi di bullismo, aggressività e uso di sostanze tra i partecipanti.
- Miglioramento del rendimento scolastico: i risultati accademici sono aumentati in media dell’11% rispetto al gruppo di controllo.
Questi dati possono confermare l’importanza di integrare l’educazione emotiva nei curricula scolastici, non solo per favorire il benessere degli studenti, ma anche per migliorare i risultati scolastici e prevenire comportamenti a rischio.
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