Sono una percentuale altissima le persone transgender che hanno subito qualche forma di molestia sessuale o verbale nel corso della propria vita. Le persone transgender possono trovarsi ad affrontare aggressività e violenza, insulti e soprusi, che spesso si traducono in uno stress cronico noto come minority stress. Queste esperienze possono avere conseguenze molto gravi sulla salute fisica e psichica, fino ad aumentare il rischio di suicidio. In questo articolo approfondiremo il concetto di transessualità e transfobia.
Cos'è la transessualità?
La transessualità è una delle possibili forme dell’identità di genere. Per spiegare quest’ultima è importante fare un passo indietro. Ognuno di noi è caratterizzato dalla propria identità sessuale, un insieme di quattro diverse componenti che ci rendono unici nel nostro essere:
- sesso biologico;
- genere;
- orientamento sessuale;
- identità di genere.
Sesso biologico e genere
Il sesso biologico rappresenta il sesso assegnato alla nascita, determinato da aspetti cromosomici e genitali. Possiamo individuare tre varianti biologiche:
- uomo;
- donna;
- intersessuale (quando, ad esempio, non vi è corrispondenza tra cromosomi e genitali).
Il genere è costituito da tutti quegli aspetti culturali, sociali e storici che definiscono il maschile e il femminile, e che possono variare nel tempo e nei diversi contesti del mondo. Una donna, per esempio, può avere possibilità molto diverse in Italia rispetto all’Afghanistan, o nel 2020 rispetto al 1930.
Orientamento sessuale e identità di genere
L’orientamento sessuale è dato da quell'attrazione sentimentale e fisica che ognuno prova verso un’altra persona. L'orientamento aromantico, invece, riguarda l’attrazione romantica e indica una persona con bassa o assente presenza di attrazione romantica. Le principali varianti dell’orientamento sessuale sono:
- eterosessuale, quando l’attrazione è rivolta verso una persona di sesso opposto al nostro;
- omosessuale, quando l’attrazione è verso una persona dello stesso sesso;
- bisessuale, quando l’attrazione può essere indirizzata verso entrambi i sessi;
- asessuale, quando la persona non prova attrazione sessuale.
L’identità di genere vissuto interno e stabile nel tempo di sé come uomo, donna, non binario, ecc. Non dipende dalle relazioni né dai ruoli sociali. Quando una persona non si riconosce nel proprio sesso biologico, si parla di disforia di genere per descrivere il malessere che ne può derivare.
Identità di genere trans: persone transgender
La varietà delle identità di genere spiega le esperienze delle persone transgender: alcune convivono bene con le proprie caratteristiche sessuali alla nascita ma non si riconoscono nel genere e nel ruolo di genere assegnati; possono scegliere ormoni senza desiderare interventi chirurgici, mentre per altre la chirurgia di affermazione di genere è fondamentale per il benessere. Le disfunzioni sessuali sono relativamente frequenti nella popolazione trans: ad esempio, uno studio multicentrico europeo riporta difficoltà a iniziare/cercare contatti sessuali nel 26% delle donne trans e 32% degli uomini trans, e difficoltà orgasmiche nel 29% e 15%, rispettivamente (Kerckhof et al., 2019).

Transfobia: significato
Cosa significa essere transfobico? La transfobia è quell’insieme di sentimenti di odio e contrasto rivolti alle persone trans. Quando l’atteggiamento transfobico è rivolto verso sé stessi da parte di persone trans si parla di transfobia interiorizzata. Una persona transfobica può manifestare comportamenti che equivalgono a forme di violenza:
- verbale;
- fisica;
- psicologica.
Secondo il report dell’Agenzia Europea per i Diritti Fondamentali (FRA) “Essere Trans nell’UE” (2015), il 40-50% delle persone trans intervistate dichiara di aver subito aggressioni o minacce tre o più volte nell’ultimo anno preso in esame. Il report ha mostrato anche come sia molto diffuso sia il bullismo transfobico a scuola che la discriminazione nell’accesso alle cure sanitarie.
L’isolamento e l’esclusione sono forme di violenza che ritroviamo nel cyberbullismo e bullismo a scuola, ma non solo. Un esempio è ciò che accade tra alcune esponenti del femminismo radicale. All’interno di questo sottogruppo di femministe, note come radfem, la transfobia si manifesta nel rifiutare alle donne trans di entrare a far parte della lotta femminista. Un altro stereotipo molto diffuso è che le persone trans siano prostitute, inducendo così isolamento ed emarginazione.
Origini culturali e psicologiche della transfobia
La transfobia ha radici profonde sia a livello culturale che psicologico. Secondo la scrittrice e attivista Julia Serano, autrice di "Whipping Girl" e biologa, la transfobia si intreccia spesso con il sessismo di opposizione, ovvero la convinzione che esistano solo due generi opposti e rigidamente separati. Questo tipo di pensiero può alimentare la paura e il rifiuto verso chi mette in discussione il binarismo di genere.
Dal punto di vista psicologico, la transfobia può essere vista come una reazione difensiva a ciò che viene percepito come una minaccia all'ordine sociale tradizionale. Jody Norton, docente di studi di genere, sottolinea come la transfobia sia spesso legata anche alla misoginia e all'omofobia, poiché le persone transgender sfidano le aspettative su cosa significhi essere uomini o donne e, di conseguenza, mettono in discussione ruoli e poteri consolidati nella società.
Tra i fattori che contribuiscono alla diffusione della transfobia troviamo:
- Paura dell'ignoto: la mancanza di conoscenza sulle identità transgender può generare diffidenza e ostilità.
- Pressioni sociali e culturali: molte culture promuovono modelli di genere rigidi, rendendo difficile accettare chi si discosta da questi schemi.
- Stereotipi e pregiudizi: idee preconcette sulle persone transgender possono portare a discriminazione e isolamento.
Comprendere queste origini è fondamentale per decostruire i pregiudizi e promuovere una società più inclusiva.
Conseguenze psicologiche e sociali della transfobia
La transfobia può avere un impatto profondo sulla salute mentale e sul benessere delle persone transgender. Secondo il manuale diagnostico DSM-5, l’esposizione a discriminazione e violenza può aumentare il rischio di sviluppare disturbi d’ansia, depressione e sintomi post-traumatici (American Psychiatric Association, 2013). Inoltre, ricerche recenti hanno evidenziato che le persone transgender presentano una prevalenza significativamente più alta di disturbi mentali rispetto alla popolazione generale o alle persone cisgender (Pinna et al., 2022). Diversi studi internazionali hanno sottolineato che le persone transgender sono esposte a tassi significativamente più elevati di ideazione suicidaria e tentativi di suicidio: una ricerca pubblicata su "The Lancet Psychiatry" (2016) ha rilevato che fino al 40% delle persone transgender ha pensato al suicidio almeno una volta nella vita, rispetto al 4,6% della popolazione generale. Anche l’abbandono scolastico è più frequente: la discriminazione e il bullismo transfobico possono portare a un aumento dell’abbandono scolastico tra gli adolescenti transgender (Grant et al., 2011, National Center for Transgender Equality). Inoltre, la paura di essere rifiutati o aggrediti può spingere molte persone transgender a isolarsi, con conseguenze negative sulla qualità della vita e sulle relazioni sociali. Questi dati sottolineano l’importanza di creare ambienti sicuri e accoglienti, sia a scuola che nella società, per ridurre il rischio di disagio psicologico e promuovere il benessere delle persone transgender.
Le cause della transfobia
Da cosa deriva la transfobia? È estremamente difficile definire le motivazioni alla base della transfobia, ma è possibile ipotizzare l’unione di quattro fattori combinati:
- l'ignoranza: non essere a conoscenza del significato delle identità transgender, cosa che diventa evidente, ad esempio, dall’utilizzo di un linguaggio omofobico e transfobico utilizzato per offendere e "violentare" queste persone;
- i bias istituzionalizzati: un sapere scorretto da parte delle istituzioni sulle questioni sessuali e di genere;
- la marginalizzazione: i sistemi sanitari non sono sufficientemente preparati ad accogliere le specifiche domande delle persone transgender;
- gli stereotipi di genere, che contribuiscono al mantenimento del binarismo di genere: si è uomini o donne (genderismo). Questo rappresenta un potente dispositivo ideologico che tende a "punire" coloro che mettono in crisi questa credenza, con lo scopo di rimettere le cose al loro posto.

La transfobia in Italia
I casi di crimini transfobici in Italia sono sempre più preoccupanti. Lo confermano i dati dell'indice Trans Murder Monitoring (TMM) del progetto di ricerca Transrespect versus Transphobia Worldwide, secondo cui l’Italia è il paese con il maggior numero di vittime di transfobia in Europa, con ben 44 casi di omicidi transfobici registrati tra il 2008 e il 2021.
La situazione non è migliore se guardiamo i dati sulla transfobia nel mondo. Da gennaio 2008 al 20 settembre 2020 l’organizzazione no-profit Transgender Europe ha registrato nel mondo 3731 omicidi con vittima una persona trans o genere non conforme.
Nonostante questi dati allarmanti, in Italia non esiste ancora una legge contro la transfobia. Un tentativo (purtroppo fallito) in tal senso è stato fatto con il DDL Zan, che si proponeva di estendere la cosiddetta legge Mancino anche ai reati di violenza «fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere». In precedenza, un’altra proposta di legge contro l’omofobia e la transfobia a tutela della comunità LGBTQ+ è stata il disegno di legge Scalfarotto. Tuttavia, la carenza di leggi e iniziative specifiche per la tutela delle persone transgender, non binarie e intersessuali è stata segnalata sia dagli stakeholder sia dalle persone LGBT+ intervistate, che ritengono fondamentale un cambiamento culturale e la necessità di attività di formazione e sensibilizzazione sulle tematiche LGBT+. Inoltre, solo il 5,1% delle imprese italiane con almeno 50 dipendenti ha adottato almeno una misura volontaria per favorire l’inclusione dei lavoratori LGBT+, percentuale che sale al 14,6% tra le imprese con almeno 500 dipendenti (ISTAT, 2022).
La giornata mondiale contro l'omofobia, la bifobia e la transfobia
Il 17 maggio ricorre la giornata internazionale contro l’omofobia e la transfobia. Non è un caso che sia stata scelta questa data: l’Unione Europea l’ha scelta per ricordare il 17 maggio 1990, data in cui l’OMS ha riconosciuto che l’omosessualità non è una malattia.
Oltre alla giornata contro l’omofobia e la transfobia, ogni anno, il 20 novembre, ricorre la Giornata Internazionale in ricordo delle persone transessuali e transgender uccise dalla violenza transfobica, conosciuta anche come Transgender day of remembrance (Tdor). Questa ricorrenza in onore delle vittime della transfobia viene celebrata in tutto il mondo e rappresenta un forte strumento di contrasto e prevenzione delle aggressioni transfobiche e della violenza di genere in generale.
Transessualità e diagnosi: il ruolo del DSM-5
Il DSM-5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, quinta edizione) ha segnato un cambiamento importante nel modo in cui la transessualità viene compresa in ambito clinico. Nel DSM-5, la precedente categoria di "disturbo dell'identità di genere" è stata sostituita con il termine disforia di genere. Questo cambiamento riflette una maggiore attenzione al disagio che può derivare dalla discrepanza tra identità di genere e sesso assegnato alla nascita, piuttosto che considerare l'identità transgender come una patologia.
Secondo l'American Psychiatric Association (2013), la diagnosi di disforia di genere viene posta solo quando la persona sperimenta un disagio clinicamente significativo o una compromissione del funzionamento sociale, lavorativo o di altre aree importanti della vita. Questo approccio mira a ridurre lo stigma e a promuovere una maggiore comprensione delle esperienze delle persone transgender.
È importante sottolineare che l'identità transgender in sé non è una malattia, ma il disagio che può derivare dalla discriminazione e dalla mancanza di accettazione può richiedere supporto psicologico e sociale.
Libri e film sulla transfobia e il transgenderismo
Lasciamo qui un elenco di film e libri per saperne di più su transessualità e transfobia:
- “Boys don’t cry”, 1999: il film racconta di un giovane transgender del Nebraska realmente vissuto e brutalmente stuprato e ucciso nel 1993.
- “The Danish Girl”, 2015: ambientato nella Copenaghen degli anni Venti, racconta la storia del pittore Einar Wegener e del percorso che lo porterà a decidere di cambiare identità sessuale.
- “Remember me in red”, 2010: racconta la storia di Alma Flora, dell’incapacità dei genitori di accettarla e del sostegno ricevuto anche dopo la morte da parte della migliore amica Fidelia.
- “Una donna fantastica”, 2017: Marina è una donna trasgender sposata con Orlando e mai accettata dalla famiglia di lui. Dopo la morte improvvisa del compagno, Marina viene accusata di essere responsabile e immediatamente cacciata di casa.
- “La violenza normalizzata: omofobia e transfobia negli scenari contemporanei”, di C. Rinaldi, Kaplan editore, 2013.
- ”Transessualismo e identità di genere. Indagine clinica e sperimentale” di V. Ruggeri e A.R.Ravenna, Edizioni Univ. Romane, 1999.
Elaborare la propria identità sessuale
Il percorso di scoperta e accettazione della propria identità sessuale è delicato, può essere faticoso e, in alcuni casi, pericoloso se si subisce violenza. Andare dallo psicologo può permetterti di trovare un luogo sicuro in cui trovare supporto. Se stai attraversando un momento di difficoltà legato alla tua identità sessuale, rivolgiti a uno degli psicologi online Unobravo: nel nostro team ci sono diversi professionisti specializzati che ti accompagneranno in questo percorso. Inizia il questionario per trovare il tuo psicologo online.
Ricordiamo anche che in Italia molte associazioni offrono servizi dedicati alle persone transgender vittime di transfobia, ed è stato istituito un numero verde 800 713 713 antiomofobia e antitransfobia.
Tra le iniziative per combattere la transfobia citiamo anche il progetto “Scuole attive contro l'omofobia e la transfobia” di Amnesty International, che mette a disposizione per studenti e professori numerose risorse per educare ai diritti umani.









