Cosa accade quando un bambino desidera danzare invece di giocare a calcio? O quando una ragazza aspira a diventare ingegnere anziché infermiera? Oggi, nonostante le sensibilità sociali stiano cambiando, alcuni cliché radicati nella società continuano a influenzare aspettative, comportamenti e opportunità: gli stereotipi di genere.
Dal campo professionale alla sfera privata, dagli interessi personali alle scelte educative, nessun ambito è esente dall’impatto di questi preconcetti sui ruoli di genere.

Cosa sono gli stereotipi di genere
Gli stereotipi di genere riguardano principalmente le aspettative rigide sui comportamenti maschili e femminili all’interno di un contesto socio-culturale. La persistenza di questi stereotipi ha un impatto significativo, non solo a livello individuale ma anche collettivo.
Limitano la diversità nei luoghi di lavoro, contribuiscono a squilibri salariali e perpetuano dinamiche di potere sbilanciate. Spesso sono profondamente radicati nella cultura, al punto da alimentare fenomeni complessi come l’omofobia, la discriminazione e la violenza di genere.
Valutazione degli stereotipi di genere: cosa succede in Italia
I risultati della ricerca “Stereotipi di genere e immagine sociale della violenza: primi risultati” condotta dall’ISTAT (2023) offrono un quadro aggiornato sulla diffusione degli stereotipi e dei ruoli di genere nel nostro Paese. Le seguenti affermazioni, estrapolate dal report, rappresentano esempi significativi di credenze ancora presenti nella società italiana:
- “Gli uomini sono meno adatti delle donne a occuparsi delle faccende domestiche” (21,4%);
- “Una donna, per essere completa, deve avere dei figli” (20,9%);
- “Per l’uomo, più che per la donna, è molto importante avere successo nel lavoro” (20,4%);
- “È compito delle madri seguire i figli e occuparsi delle loro esigenze quotidiane” (20,2%);
- “È soprattutto l’uomo che deve provvedere alle necessità economiche della famiglia” (17,2%).
Nonostante questi dati confermino la persistenza di stereotipi di genere, i risultati dello studio offrono anche un segnale positivo: “Rispetto al 2018, tutti gli stereotipi sui ruoli di genere rilevati sono diminuiti, soprattutto nelle opinioni delle donne” (ISTAT, 2023).
Questo dato suggerisce una progressiva evoluzione culturale, in cui cresce la consapevolezza rispetto ai ruoli tradizionali e alle disuguaglianze di genere, aprendo la strada a modelli relazionali più paritari e flessibili.

La diffusione degli stereotipi di genere in Italia
Per comprendere la diffusione degli stereotipi di genere in Italia, è utile esaminare i risultati delle più recenti indagini nazionali.
Secondo la ricerca ISTAT “Stereotipi di genere e immagine sociale della violenza: primi risultati” (2023), la presenza di stereotipi varia in modo significativo in base a età, genere e livello di istruzione.
- Fasce d’età: gli stereotipi risultano più diffusi tra le persone con più di 65 anni, con oltre il 30% di accordo su alcune affermazioni tradizionali. Tra i giovani sotto i 35 anni, invece, la percentuale scende al di sotto del 15%, suggerendo un cambiamento generazionale verso visioni più paritarie.
- Genere: le donne tendono a rifiutare più frequentemente gli stereotipi rispetto agli uomini. Ad esempio, solo il 15% delle donne concorda con l’affermazione “una donna per essere completa deve avere dei figli”, a fronte del 27% degli uomini (ISTAT, 2023).
- Livello di istruzione: la diffusione degli stereotipi diminuisce all’aumentare del livello di istruzione. Solo il 10% dei laureati concorda con l’idea che “è compito delle madri seguire i figli”, rispetto al 28% tra chi possiede solo la licenza elementare.
Questi dati mostrano come il cambiamento culturale sia in corso, soprattutto tra le generazioni più giovani e nelle fasce di popolazione con maggiore istruzione. Tuttavia, evidenziano anche quanto persistano credenze radicate che continuano a influenzare la vita quotidiana, le scelte familiari e la percezione dei ruoli tra uomini e donne.
Come si costruisce il genere attraverso gli stereotipi
La costruzione del ruolo di genere attraverso gli stereotipi è un processo complesso e profondamente radicato nelle società di tutto il mondo. Questi stereotipi si formano e si perpetuano attraverso vari canali, influenzando significativamente l'identità di genere, le aspettative e le opportunità.
Gli stereotipi di genere “si imparano da piccoli”, proprio come tanti altri stereotipi e narrazioni che apprendiamo inconsapevolmente durante l’infanzia. La trasmissione degli stereotipi di genere all'interno della famiglia è ancora molto diffusa. Spesso, infatti, i ruoli di genere stereotipati vengono trasmessi inconsapevolmente già ai bambini e alle bambine, per delineare ciò che è "appropriato" per uomini e donne, ragazzi e ragazze, in termini di comportamenti, interessi e persino aspirazioni professionali.
Attraverso giocattoli, abbigliamento, attività, testi scolastici e il linguaggio usato da adulti e media, ai bambini e alle bambine viene insegnato cosa significa “essere maschi o femmine” nella loro cultura.
Questi messaggi iniziano a costruire le aspettative di genere, guidando i comportamenti, gli interessi e persino le aspirazioni future dei bambini e delle bambine.
Fattori socio-culturali nella trasmissione degli stereotipi di genere
La trasmissione degli stereotipi di genere non avviene in modo uniforme, ma è fortemente influenzata da variabili socio-culturali che agiscono sia a livello familiare che sociale.
- Istruzione dei genitori: Secondo la ricerca ISTAT (2023), i figli di madri con un alto livello di istruzione tendono a interiorizzare meno stereotipi di genere. Questo perché una maggiore istruzione favorisce l’adozione di modelli educativi più paritari e una maggiore consapevolezza critica.
- Condizione socio-economica: Le famiglie con risorse economiche più elevate hanno spesso accesso a contesti educativi e culturali che promuovono la parità di genere, riducendo la trasmissione di ruoli tradizionali e rigidi.
- Contesto territoriale: In Italia, la diffusione degli stereotipi di genere è maggiore nelle regioni del Sud e nelle aree rurali, dove le tradizioni e le aspettative sociali sono spesso più conservatrici (ISTAT, 2023).
Questi fattori suggeriscono che il superamento degli stereotipi di genere richiede un’azione integrata che coinvolga scuola, famiglia e comunità, con particolare attenzione alle aree e ai gruppi sociali più esposti al rischio di trasmissione di modelli rigidi.
Genere sessuale, stereotipi e ruoli di genere
Il significato dei termini sesso e genere non sono sovrapponibili. Il sesso corrisponde alle caratteristiche biologiche con cui si nasce (i genitali sono la prima e la più evidente di queste caratteristiche).
Il genere riguarda invece i ruoli e le responsabilità che vengono “assegnati” agli uomini e alle donne dai contesti culturali di riferimento (famiglie, colleghi, comunità, istituzioni), non predefiniti quindi biologicamente.
Essendo il genere il prodotto di un processo di costruzione socio-culturale dei concetti di femminile e maschile, i ruoli di genere - ovvero l’insieme dei comportamenti che ci si attende sulla base del sesso dell’individuo - possono anche cambiare nel tempo.
I progressi in materia di pari opportunità tra uomini e donne dimostrano che nell’ultimo secolo sono stati compiuti passi avanti verso una ridefinizione dei ruoli di genere. Oggi sappiamo che vestire i maschietti di blu o regalare una cucina-giocattolo a una bambina sono scelte dettate dalla cultura e, come tali, hanno implicazioni sul piano simbolico.
Eppure, i ruoli di genere possono essere così rigidamente radicati da essere considerati l’unico modo corretto di fare le cose, detenendo un potere - spesso non riconosciuto quanto persistente - nell’influenzare aspettative e comportamenti, che possono cristallizzarsi in stereotipi di genere.
Questi stereotipi possono contribuire a comportamenti dannosi per sé e per gli altri: i fenomeni associabili a quella che oggi viene comunemente chiamata mascolinità tossica, per esempio, sono intrisi di stereotipi di genere.

Stereotipi maschili: i luoghi comuni sugli uomini
Quali sono gli stereotipi di genere riguardo i ruoli del maschile? Ecco alcuni dei più comuni:
- forza fisica e indipendenza: gli uomini sono spesso raffigurati come fisicamente forti, autosufficienti e capaci di affrontare da soli le sfide, con poco bisogno di supporto emotivo. Chi non ha mai sentito dire “i veri uomini non chiedono mai aiuto”?
- non mostrare emozioni: in frasi come ”Smetti di piangere come una femminuccia” prevale l'idea che mostrare emozioni, a eccezione della rabbia, sia un segno di debolezza o poca mascolinità; se interiorizzati in profondità, stereotipi di questo tipo possono spingere gli uomini a negare o sopprimere sentimenti come tristezza o paura, creando conflitto tra ciò che sentono e ciò che credono di dover mostrare di essere.
- successo professionale e finanziario: permane l’aspettativa che gli uomini debbano avere successo in termini di carriera, status e reddito. Inoltre, gli uomini sono spesso associati a ruoli che richiedono forza fisica o leadership tecnica (come ingegneria, chirurgia o costruzioni).
- aggressività e competitività: gli uomini sono spesso ritratti come naturalmente aggressivi e competitivi, sia nello sport che nella vita professionale. Questa aspettativa può incoraggiare comportamenti nocivi e limitare la capacità di costruire relazioni collaborative.
- virilità: gli stereotipi maschili legati alla sessualità spesso appiattiscono l’idea di virilità sui concetti di eterosessualità e di forte appetito sessuale, stigmatizzando orientamenti sessuali diversi ed escludendo dallo spettro delle possibilità ogni altra forma di esperienza e di identità di genere.
- disinteresse per la cura domestica: prevale il preconcetto che gli uomini siano meno predisposti e capaci nelle faccende domestiche o nella cura dei bambini, “cose da femmina” considerate tradizionalmente responsabilità esclusivamente delle donne.
Stereotipi sulle donne: i luoghi comuni sulle donne
Le aspettative stereotipate sul femminile possono rappresentare un forte limite personale per le donne, talvolta con conseguenze importanti anche per l'autostima, e per la società, dove persistono discriminazioni di genere. Ecco alcuni dei principali stereotipi ancora diffusi:
- Standard di bellezza e pressione estetica:
Le pressioni sociali che spingono le donne a conformarsi a ideali di giovinezza, bellezza e magrezza restano forti e pervasive.Questi modelli irrealistici si riflettono spesso nelle rappresentazioni mediatiche e nelle narrazioni cliniche di chi vive un disturbo alimentare.
Un dato significativo mostra che il 56,4% dei giovani attribuisce maggiore importanza alla bellezza nelle ragazze rispetto ai ragazzi ("Stereotipi di genere...", 2025), segnalando quanto tali aspettative sociali siano ancora radicate e influenzino profondamente la percezione della femminilità e dell’aspetto fisico.
- Sensibilità ed emotività:
Le donne vengono spesso considerate più emotive, sensibili e accudenti per natura. Questa visione riduttiva, che confonde tratti di personalità con ruoli di genere, contribuisce a svalutare la competenza femminile nei contesti di leadership, dove l’emotività viene ancora percepita come mancanza di autorevolezza.
Persiste l’idea che il desiderio e la capacità di diventare madre siano componenti essenziali dell’identità femminile. In questa prospettiva, le donne che non vogliono o non possono avere figli vengono talvolta percepite come “incomplete”, un pregiudizio che limita la libertà di scelta e il riconoscimento di identità femminili diverse e autonome
- Cura domestica:
È ancora radicata la convinzione che le donne siano naturalmente predisposte alla cura della casa e dei figli. Questa aspettativa alimenta la disuguaglianza nella divisione del lavoro domestico e nel carico mentale familiare, riducendo la partecipazione femminile alla forza lavoro e la possibilità di crescita professionale.
- Passività e dipendenza:
Un altro stereotipo diffuso rappresenta le donne come passive, meno aggressive e dipendenti dagli uomini per protezione e sostegno finanziario, con un impatto sul senso di autoefficacia che spesso va di pari passo con una bassa autostima nelle narrazioni di donne che vivono in contesti dove non si possono immaginare come libere e indipendenti.
- Competenze scientifiche e tecnologiche:
Le donne sono ancora percepite come meno inclini alla matematica e alle scienze.
Attualmente, solo il 38% delle donne in Italia è laureata in discipline STEM (ANSA, 2024), e il 21,2% dei giovani ritiene che i ragazzi abbiano maggiori capacità negli studi tecnologici e scientifici (ISTAT, 2025).
Queste convinzioni si riflettono anche nella rappresentazione professionale: le donne vengono più spesso associate a ruoli basati sulla cura e sull’empatia, come l’insegnamento, l’infermieristica o l’assistenza all’infanzia.
- Fragilità e bisogno di protezione:
Le donne sono spesso viste come fisicamente più deboli e bisognose di protezione, un'idea che può giustificare il controllo e la limitazione della loro libertà di movimento e decisione.
Principali stereotipi di genere: una sintesi visiva
Per facilitare la comprensione, ecco una sintesi dei principali stereotipi di genere ancora diffusi nella società italiana, con la relativa prevalenza secondo i dati ISTAT (2023):
- "Gli uomini sono meno adatti delle donne a occuparsi delle faccende domestiche": il 21,4% della popolazione è d’accordo con questa affermazione.
- "Una donna per essere completa deve avere dei figli": il 20,9% concorda.
- "Per l’uomo, più che per la donna, è molto importante avere successo nel lavoro": il 20,4% è d’accordo.
- "È compito delle madri seguire i figli e occuparsi delle loro esigenze quotidiane": il 20,2% concorda.
- "È soprattutto l’uomo che deve provvedere alle necessità economiche della famiglia": il 17,2% è d’accordo.
Questi dati aiutano a visualizzare quanto siano ancora radicati alcuni stereotipi, nonostante i cambiamenti sociali in atto.
Stereotipi di genere e violenza
In contesti in cui le aspettative sociali su aspetto, comportamento e ruoli di donne e uomini restano rigide e dicotomiche, gli stereotipi di genere non solo limitano lo sviluppo dell’identità individuale e delle potenzialità personali, ma contribuiscono anche a mantenere gerarchie di potere diseguali. Il radicamento di tali stereotipi e gli atteggiamenti sociali nei confronti dei comportamenti violenti costituiscono una chiave di lettura essenziale per comprendere il contesto culturale in cui le relazioni violente trovano origine, legittimazione e persistenza.
Secondo i dati ISTAT (Stereotipi di genere e immagine sociale della violenza, 2025), il 36% dei giovani ritiene accettabile che un ragazzo controlli abitualmente il cellulare o i social network della propria partner. Questo dato evidenzia come i comportamenti di controllo — forme precoci e sottili di violenza psicologica — siano ancora ampiamente normalizzati tra le nuove generazioni.
Numerosi esempi mostrano il legame tra stereotipi e violenza di genere:
- gli episodi di omofobia, bifobia e transfobia, che affondano le radici in una visione stereotipata della mascolinità e della femminilità
- le forme di molestia sessuale normalizzata, come il catcalling, spesso minimizzato come “complimento”
- la violenza domestica, la violenza economica e la violenza psicologica, tutte espressioni diverse di un controllo esercitato attraverso ruoli e poteri diseguali.
A conferma di quanto gli stereotipi influenzino la percezione della violenza, l’11,1% dei giovani considera “normale” che in una relazione di coppia “ci sia uno schiaffo ogni tanto”, mentre il 7,3% ritiene giustificato uno schiaffo “se la ragazza ha flirtato con un altro” (ISTAT, 2025).
Questi dati rivelano quanto la violenza fisica e psicologica venga ancora in parte giustificata o minimizzata, riflettendo una cultura in cui il controllo e il possesso vengono confusi con l’amore.
Come mostrano le cronache, gli stereotipi di genere sono spesso alla base della violenza contro le donne, fino alle sue forme più estreme, come il femminicidio.
Il pregiudizio e la violenza di genere affondano le radici in una struttura patriarcale che ancora oggi modella la società, sostenuta da disuguaglianze di potere, norme culturali rigide e dall’assenza di politiche realmente efficaci nel promuovere la parità di genere e la prevenzione della violenza.

Decostruire gli stereotipi di genere
Decostruire gli stereotipi di genere è un processo che richiede approcci diversificati a seconda dell'età e del contesto sociale.
La decostruzione degli stereotipi di genere non è un compito che può essere completato in una singola sessione o lezione, ma richiede un approccio continuo e coerente che favorisca l'educazione, la discussione e la riflessione personale.
Decostruzione degli stereotipi di genere con bambini e adolescenti
La decostruzione degli stereotipi di genere deve iniziare fin dall’infanzia, poiché è in questa fase che si formano le prime rappresentazioni di sé e dell’altro. Per bambini e adolescenti, l’intervento più efficace si fonda sull’alfabetizzazione emotiva e sull’educazione all’affettività, strumenti fondamentali per la crescita personale e relazionale. Imparare a riconoscere, esprimere e gestire le emozioni aiuta infatti a costruire relazioni più sane, basate sul rispetto e non sul possesso.
I dati ISTAT (Stereotipi di genere e immagine sociale della violenza, 2025) mostrano che quasi un terzo dei giovani (29,1%) considera la gelosia come una dimostrazione d’amore — una convinzione più diffusa tra i ragazzi di 14-16 anni (41,3%) rispetto alle ragazze di 17 anni e oltre (15,4%). Questi numeri rivelano quanto sia ancora radicata una visione distorta dell’affettività, che può trasformare la gelosia e il controllo in comportamenti percepiti come “romantici”, ma che costituiscono invece forme precoci di possesso e disuguaglianza relazionale.
In questo contesto, adulti, insegnanti, genitori ed educatori rivestono un ruolo cruciale. Le loro parole e i loro comportamenti modellano le percezioni dei bambini e influenzano il modo in cui comprendono le emozioni, i ruoli e le relazioni tra i generi. È quindi essenziale promuovere un linguaggio libero da stereotipi, evitando frasi come “le ragazze sono calme” o “i ragazzi sono forti”, che rinforzano aspettative rigide e limitanti.
Allo stesso modo, è importante incoraggiare l’espressione autentica dei bambini e dei ragazzi, valorizzando la diversità e il rispetto delle scelte altrui, anche quando non si conformano a narrazioni sociali più tradizionali. Educare alla libertà emotiva e alla parità di genere fin dalle prime età significa costruire le basi di una società più consapevole, equa e capace di relazioni sane
Strategie per contrastare gli stereotipi di genere negli adulti
Per mettere in discussione e idealmente smantellare gli stereotipi di genere negli adulti possono essere utili spazi di riflessione (come workshop, seminari, sessioni di terapia di gruppo) e campagne di sensibilizzazione pensate per decostruire le norme di genere radicate e promuovere una maggiore comprensione della parità di genere. È importante che queste iniziative siano accessibili in vari ambienti, come luoghi di lavoro, comunità e anche online. È cruciale incoraggiare gli adulti a riflettere sulle proprie convinzioni e comportamenti, a sfidare i propri pregiudizi e quelli della società, adottando un approccio aperto e disposto al confronto.

Strategie pratiche basate su evidenze per contrastare gli stereotipi di genere
Contrastare gli stereotipi di genere richiede interventi mirati e continuativi, fondati su evidenze scientifiche e capaci di coinvolgere tutti i principali contesti educativi e sociali: scuola, famiglia, media e comunità.
Le seguenti strategie, riconosciute a livello internazionale, possono contribuire in modo significativo alla promozione della parità e alla riduzione dei pregiudizi di genere.
- Educazione scolastica inclusiva:
Introdurre programmi che promuovano la parità di genere e la riflessione critica sugli stereotipi fin dalla scuola primaria è tra le pratiche più efficaci per ridurne l’interiorizzazione. Attività come il role playing, la lettura di storie con protagonisti non stereotipati e la discussione guidata aiutano bambini e adolescenti a riconoscere, comprendere e mettere in discussione i pregiudizi appresi. - Formazione degli insegnanti:
Gli insegnanti svolgono un ruolo cruciale nel modellare atteggiamenti e linguaggi. Fornire loro strumenti per identificare e contrastare gli stereotipi di genere nelle pratiche didattiche quotidiane permette di creare ambienti di apprendimento più equi e rispettosi della diversità. - Coinvolgimento delle famiglie:
La famiglia rappresenta il primo luogo di apprendimento sociale. Promuovere la consapevolezza tra i genitori sull’impatto degli stereotipi attraverso incontri, laboratori o materiali informativi aiuta a favorire un’educazione più libera, empatica e paritaria. - Modelli positivi e rappresentazioni diversificate:
Esporre bambini e ragazzi a modelli di ruolo che sfidano le convenzioni — come donne scienziate, uomini infermieri o figure pubbliche che promuovono la parità — contribuisce a normalizzare la diversità di aspirazioni e a rafforzare l’autoefficacia individuale.
Quando applicate in modo continuativo e integrato, queste strategie non solo riducono la trasmissione degli stereotipi di genere, ma favoriscono la costruzione di una cultura più inclusiva, equa e rispettosa delle differenze.
Una riflessione finale
Nel corso della storia occidentale, la distinzione di genere è stata strutturata secondo logiche gerarchiche, determinando una relazione profondamente asimmetrica a svantaggio delle donne.
Questo modello, radicato per secoli nei sistemi economici, sociali e culturali, è oggi messo in discussione da un processo di trasformazione che coinvolge identità, ruoli e relazioni.
La differenza maschile-femminile, come ha osservato Stern (1987), rappresenta una delle esperienze affettive più significative dello “stare in relazione con l’altro”. È, in un certo senso, la differenza delle differenze: quella che ci invita a riflettere sulle modalità con cui costruiamo e interpretiamo il mondo e i legami che lo abitano.
Immaginare un mondo capace di riconoscere e interrogare gli stereotipi che produce significa promuovere una società più consapevole e giusta. Un mondo in cui ogni persona — indipendentemente dal genere — possa esprimere liberamente sé stessa, perseguire i propri sogni e realizzare il proprio potenziale, è un mondo che si arricchisce della piena fioritura dell’umano.
Libri sugli stereotipi di genere
Prima di concludere, citiamo una breve bibliografia per approfondire:
- Educazione sessista. Stereotipi di genere nei libri delle elementari, I. Biemmi, Rosenberg & Sellier
- Pink is the new black. Stereotipi di genere nella scuola dell’infanzia, E. Abbatecola, L. Stagi, Rosenberg & Sellier
- Non fare la femminuccia! Abbasso gli stereotipi di genere, R. Piumini, Manni editore
- Gli stereotipi di genere. dalla comunicazione mediatica al mondo del lavoro, a cura di L. Moschini, Aracne editrice
- Che genere di stereotipi? Pedagogia di genere a scuola per una cultura della parità, P. Danieli, Ledizioni
- Fare la differenza. Educazione di genere dalla prima infanzia all'età adulta, R. Ghigi, il Mulino.
Normativa e iniziative istituzionali contro gli stereotipi di genere
Il contrasto agli stereotipi di genere non è soltanto una questione culturale e sociale, ma rappresenta anche un impegno sancito da importanti riferimenti normativi e da iniziative istituzionali a livello nazionale e internazionale.
- Convenzione di Istanbul (2011) Ratificata dall’Italia nel 2013, la Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica riconosce il ruolo centrale degli stereotipi di genere nella genesi della violenza. Il testo promuove la necessità di modificare i comportamenti sociali e culturali di donne e uomini, sottolineando che l’uguaglianza e l’educazione al rispetto costituiscono strumenti fondamentali di prevenzione.
- Campagne istituzionali Il Dipartimento per le Pari Opportunità promuove periodicamente campagne di sensibilizzazione per diffondere una cultura della parità e decostruire i pregiudizi legati al genere. Tra le più rilevanti figurano le iniziative #NoStereotipi e “Libera di…”, volte a valorizzare la libertà di scelta delle donne e a incoraggiare la riflessione collettiva sui ruoli di genere.
- Linee guida scolastiche Il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha elaborato Linee guida per l’educazione al rispetto e alla parità di genere nelle scuole italiane, con l’obiettivo di prevenire la discriminazione e promuovere l’inclusione. Le scuole sono riconosciute come contesti chiave per lo sviluppo di una cittadinanza attiva e consapevole, capace di superare stereotipi e pregiudizi fin dall’infanzia.
Questi strumenti rappresentano un quadro di riferimento essenziale per orientare le politiche pubbliche e le azioni educative volte alla promozione della parità di genere, contribuendo alla costruzione di una società più equa, inclusiva e consapevole.
Inizia a superare gli stereotipi: il tuo percorso parte da te
Superare gli stereotipi di genere può essere un cammino che inizia dalla consapevolezza e dal coraggio di mettersi in discussione. Se senti che i pregiudizi sociali hanno influenzato le tue scelte, il tuo benessere o la tua autostima, sappi che non sei solo: con il supporto giusto puoi lavorare per riscoprire la libertà di essere te stesso, senza etichette. Gli psicologi Unobravo sono pronti ad accompagnarti in un percorso di ascolto, crescita e cambiamento, aiutandoti a riconoscere e affrontare i limiti imposti dagli stereotipi. Fai il primo passo verso una versione più autentica di te: inizia il questionario per trovare il tuo psicologo online.






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