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Psicologia infantile
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minuti di lettura

Il cyberbullismo: quando le parole fanno più male delle botte

Il cyberbullismo: quando le parole fanno più male delle botte
Edoardo Maria Pietropaolo
Psicoterapeuta Sistemico-Relazionale
Redazione
Unobravo
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Ultimo aggiornamento il
5.11.2025
Il cyberbullismo: quando le parole fanno più male delle botte
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Da tempo il web e i social media sono entrati a far parte della vita quotidiana di tutti noi e, così come gli adulti, anche i più giovani utilizzano le piattaforme digitali per coltivare le proprie relazioni.

Ma cosa succede quando online emergono aggressività e violenza? In questo articolo approfondiremo il tema del cyberbullismo, il suo significato e le sue caratteristiche, cercando di rispondere ad alcune domande come:

  • Che tipi di cyberbullismo ci sono?
  • Chi sono le vittime di cyberbullismo?
  • Quali sono le conseguenze del cyberbullismo?
  • Come si può sconfiggere il cyberbullismo?

Cos’è il cyberbullismo

Il termine ‘cyberbullismo’ nasce nel 2002 e lo studioso B. Belsey conia il termine cyberbullismo, mentre la comunità scientifica inizia a studiare il fenomeno. Per spiegare cosa si intende per cyberbullismo, riportiamo la definizione del ricercatore P. Smith che nel 2006 lo definisce come:

“atto aggressivo ed intenzionale, condotto da un individuo o da un gruppo di individui, usando varie forme di contatto elettronico, ripetuto nel tempo, contro una vittima che ha difficoltà a difendersi”.

Da questa definizione emerge come la principale differenza tra cyberbullismo e bullismo sia la mancanza della componente fisica che caratterizza gran parte degli episodi di bullismo.

La relazione tra bullo e vittima si basa infatti su una conoscenza reale: abitano nella stessa città e frequentano gli stessi ambienti. Il cyberbullo, invece, può essere anche una persona che non conosce effettivamente le vittime, ma solamente i rispettivi nomi utente e immagini del profilo.

Robin Worrall - Unsplash

Forme di cyberbullismo

Chiarito il significato di cyberbullismo, vediamone le differenti tipologie utili a spiegare ulteriormente le diverse modalità con cui può manifestarsi. Quando si parla di cyberbullismo o bullismo online, i comportamenti più diffusi messi in atto contro la vittima sono diversi. Vediamoli in breve.

Flaming

Flaming, ovvero “offesa”: i cyberbulli pubblicano messaggi dal contenuto aggressivo, violento o volgare nei confronti di un utente nel momento in cui questi compie una determinata attività online, per esempio quando esprime il suo pensiero intervenendo su un social network. Un altro caso è quello del bodyshaming, quando l'offesa è rivolta al corpo della vittima.

Harassment

Harassment, cioè “molestia”: consiste nell’invio continuo e reiterato di una moltitudine di messaggi di carattere volgare, aggressivo e minatorio attraverso SMS, e-mail, chat o social network da parte di uno o più soggetti nei confronti di un individuo assunto come bersaglio.

Denigration

Denigration (denigrazione), ovvero il “danneggiamento della reputazione”: è la diffusione di notizie, fotografie o video (veri o finti) che riguardano comportamenti o situazioni imbarazzanti che coinvolgono la vittima, con lo scopo di lederne l'immagine, offenderne la reputazione o violarne la riservatezza. Un classico esempio di cyberbullismo, in cui rientrano anche foto o video che gli stessi bulli registrano mentre sottopongono la propria vittima a maltrattamenti e soprusi.

Impersonation

Impersonation, cioè il “furto di identità”: è l’insieme di attività denigratorie nei confronti della vittima, messe in atto dopo che il cyberbullo si è procurato le credenziali di accesso ad uno o più account in uso alla vittima stessa. Ne sono un esempio l’invio di messaggi o la pubblicazione di contenuti inopportuni, facendo credere che provengano dalla vittima.

Outing and trickery

Outing and trickery, che possiamo tradurre come “rivelazione e inganno”: consiste nella condotta di chi, avendo ricevuto immagini intime o altro materiale sensibile della vittima, li diffonde tramite messaggi, chat o social network o li carica in rete senza l’approvazione della vittima o contro la sua volontà, rendendoli così accessibili a tutti.

Exclusion

Exclusion, “esclusione”: in questo caso, le vittime di cyberbullismo vengono isolate dai canali digitali (per esempio viene fatto in modo di non accettare l’amicizia su Facebook o si esclude la vittima dalle chat di gruppo).

dati del cyberbullismo
Mikotoraw Photographer - Pexels

Cyberbullismo: i dati statistici

Nel 2019 l’ISTAT ha condotto un’indagine per quantificare i casi di cyberbullismo in Italia. I dati riportano che il cyberbullismo ha colpito il 22,2% (186) di tutte le vittime di bullismo, e nel 5,9% (66) dei casi si è trattato di azioni ripetute, ovvero più volte al mese (ISTAT, 2020). Inoltre, il 7,1% delle ragazze che utilizzano Internet o dispongono di un telefono cellulare ha subito vessazioni continue tramite questi mezzi, rispetto al 4,6% dei ragazzi (ISTAT, 2020). ISTAT prosegue evidenziando che circa il 7% dei bambini tra 11 e 13 anni è stato vittima di prepotenze tramite cellulare o Internet una o più volte al mese, percentuale che scende al 5,2% tra i ragazzi di 14-17 anni (ISTAT, 2020).

Dati ancora più recenti confermano la gravità del fenomeno: nel 2023, il 68,5% dei ragazzi tra 11 e 19 anni ha dichiarato di essere stato vittima di comportamenti offensivi, non rispettosi e/o violenti, sia online che offline, nei 12 mesi precedenti ("Stat today_Bullismo e cyberbullismo...", 2025). Inoltre, il 34% dei giovani ha subito comportamenti vessatori online almeno una volta nello stesso periodo, con il 7,8% che ne è rimasto vittima più volte al mese ("Stat today_Bullismo e cyberbullismo...", 2025).

La ONG internazionale Bullismo Senza Frontiere segnala, infine, ben 18.900 casi gravi di bullismo e cyberbullismo in Italia tra il 2021 e il 2022, specificando che il fenomeno è particolarmente diffuso in Lombardia (18%), Lazio (12%), Veneto, Campania e Sicilia (10%) (Bullismo Senza Frontiere, 2022). Ma chi è il bullo del cyberbullismo?

Chi è il cyberbullo

Come si riconosce un cyberbullo? Treccani lo definisce come “Bullo virtuale, che agisce servendosi della rete telematica”. Mentre i comportamenti dei bulli, infatti, vengono contestualizzati in precisi momenti in cui vittima e bullo entrano in contatto (pensiamo, per esempio, al bullismo a scuola o in altri luoghi come i contesti sportivi o il parco), i mezzi di comunicazione digitale fanno in modo che le comportamenti aggressivi del cyberbullo possano verificarsi in qualsiasi momento e a prescindere dalla distanza geografica tra i soggetti, rendendo ancor più difficile alla vittima sottrarsi alle vessazioni di cui è bersaglio. Inoltre, è stato dimostrato che trascorrere più tempo sui social media aumenta il rischio di diventare vittima di cyberbullismo e di vittimizzazione online (Kucuk et al., 2025).

Aspetti comportamentali del cyberbullo

Abbiamo visto chi sono i cyberbulli, proviamo ora ad andare più in profondità. Le principali caratteristiche comportamentali del cyberbullo possono essere:

  • l’apparente sicurezza di sé, spesso accompagnata da un senso di superiorità rispetto alle regole. il cyberbullo tende ad affermarsi nel gruppo attraverso comportamenti di controllo o sopraffazione e utilizza le sue “armi” per imporsi e per dimostrare a sé stesso e agli altri quanto “vale”
  • l’attrazione verso aggressività e violenza: il cyberbullo ricerca e si inserisce spesso in situazioni di litigio
  • il causare, generalmente, irritazione e tensione nel gruppo, insieme alla ricerca dei più deboli per accanirsi con prepotenza su di essi e cercare di compensare le proprie frustrazioni.

Nel fare una lettura psicologica delle caratteristiche del cyberbullo, poi, bisogna prestare molta attenzione a non cadere in facili ma errate diagnosi. Per esempio, alcuni disturbi psichici (come il disturbo oppositivo provocatorio o il disturbo della condotta) presentano caratteristiche simili a quelle del cyberbullismo come l’aggressività, ma sono causati da differenti dinamiche psicologiche.

Cyberbullismo: chi è il bullo dal punto di vista psicologico

Tra le caratteristiche psicologiche del bullo, utili a comprendere le cause del cyberbullismo, due sono quelle che troviamo con maggiore frequenza:

  • la fragilità emotiva e scarsa autostima che possono essere mascherate da comportamenti di dominio dietro una presunta ricerca di supremazia
  • la mancanza di empatia, in particolare nella sua componente affettiva.

Gli studi sull’empatia nel bullismo, infatti, chiariscono come i cyberbulli non abbiano necessariamente scarse capacità di mentalizzazione, cioè di immaginarsi cosa c’è nella mente dell’Altro.

Anzi, chi compie atti di bullismo spesso è in grado di riconoscere stati emotivi esterni (si tratta della componente cognitiva dell’empatia), anche se sembra avere una capacità ridotta di sentire ciò che provano gli altri (empatia affettiva).

I cyberbulli sono quindi capaci di comprendere cosa prova un'altra persona (e questo potrebbe influire sulla loro capacità di individuare vittime potenziali), ma non di sperimentare quelle stesse emozioni in maniera vicaria.

Quando parliamo di cyberbullismo le cause non vanno rintracciate soltanto nelle caratteristiche del cyberbullo, ma possono riguardare anche aspetti di natura ambientale come:

  • la percezione di anonimato derivante dall’uso di strumenti digitali
  • un clima scolastico che potrebbe favorire comportamenti aggressivi
  • atteggiamenti condivisi di intolleranza o pregiudizio, verso persone con disabilità o appartenenti a minoranze etniche e religiose o alla comunità lgbtqia+.
Cotton Bro Studio - Pexels

‍Cyberbullismo: le vittime

Chi sono le vittime del cyberbullismo? Generalmente il cyberbullo colpisce ragazzi che tendono a provare ansia, che sono calmi e poco aggressivi, e che possono inconsciamente creare terreno fertile per le azioni del cyberbullo.

Le caratteristiche delle persone vittime di cyberbullismo sono varie e possono essere legate:

  • all’aspetto fisico
  • alla tipologia di abbigliamento
  • al colore della pelle o dei capelli
  • all’orientamento sessuale o religioso.

Le azioni del bullo possono colpire anche un coetaneo particolarmente attraente o eccellente in ambito scolastico o sportivo. È proprio la diversità dal resto del gruppo a giocare un ruolo importante nella psicologia di chi bullizza.

Un’aggressione virtuale, un danno reale: le conseguenze del cyberbullismo

La principale differenza tra bullismo e cyberbullismo è che le azioni online colpiscono all’improvviso e in silenzio e spesso la vittima ne viene a conoscenza quando ormai il fenomeno è già in corso. Farsi notare dal “gruppo social”, infatti, è uno dei principali interessi del cyberbullo, che cerca popolarità al suo interno, agendo per divertimento e a volte anche per noia. Il tutto, senza pensare spesso alle conseguenze sulle vittime e ai traumi che può provocare. In alcuni casi estremi, in alcuni casi, episodi di cyberbullismo sono stati associati a ideazione suicidaria o tentativi di suicidio, un fenomeno noto come cyberbullicidio (Schonfeld et al., 2023).

Come si sente una vittima di cyberbullismo

La viralità che caratterizza gli episodi di cyberbullismo genera nella vittima una sensazione di impotenza: ritiene di non avere alcun controllo, si sente in balìa degli eventi, non potendo fermare il flusso delle ricondivisioni e dei commenti negativi. Queste azioni possono creare nella vittima sintomi fisici e problemi psicologici tra cui:

Tra le possibili conseguenze psicologiche del cyberbullismo citiamo anche la sindrome di hikikomori, un isolamento sociale volontario che può essere preceduto proprio da episodi di bullismo e cyberbullismo.

Cyberbullismo: come combatterlo‍

Sebbene ci siano alcune differenze tra bullismo e cyberbullismo, le parole chiave per contrastarlo sono le medesime: ascolto, aiuto, educazione e prevenzione.

Il tema del contrasto al cyberbullismo riguarda l’intera società: è quindi auspicabile che tutti, ciascuno con le proprie competenze, contribuiscano a combatterlo. Dalla famiglia alla scuola, passando per le Istituzioni, il lavoro di educazione e prevenzione del cyberbullismo è quanto mai necessario.

Insieme agli insegnanti, che spesso vengono coinvolti in progetti sul cyberbullismo nelle scuole (ricordiamo tra tutti il progetto Generazioni connesse), anche la Polizia Postale lavora nel contrasto al cyberbullismo e può rivelarsi una preziosa alleata sia per dare informazioni sul cyberbullismo e su come tutelarsi, che nel momento in cui si sta subendo un atto di bullismo digitale.

Il cyberbullismo, infatti, può avere conseguenze penali e la denuncia può essere un utilissimo strumento. Ci sono leggi contro il cyberbullismo in Italia? Sì, si tratta della Legge 29 maggio 2017, n. 71: Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno del cyberbullismo, in cui vengono specificate le strategie di intervento e le conseguenze penali per atti di cyberbullismo.

combattere il cyberbullismo prevenzione
Rodnae Productions - Pexels

Il cyberbullismo e l’aiuto della psicologia

Anche se le Forze dell’Ordine sono sempre a nostra disposizione, denunciare di aver subito un atto di cyberbullismo può non essere semplice. Un passo importante per affrontare il cyberbullismo e le sue conseguenze può essere quello di rivolgersi a un professionista della salute mentale.

È essenziale un’attività di sostegno morale e psicologico a favore delle vittime, dando supporto e accoglienza alla loro sofferenza, ma anche il cyberbullo dovrebbe ricevere la possibilità di essere preso in carico.

È necessario un approccio psicoterapeutico che approfondisca la storia personale del cyberbullo analizzando in particolar modo le sue relazioni familiari e focalizzandosi sulle emozioni e motivazioni che hanno generato questi comportamenti aggressivi.

Libri sul cyberbullismo

Oltre agli approfondimenti sugli aspetti del cyberbullismo, in molti testi possiamo trovare storie e testimonianze di cyberbullismo, ma anche informazioni utili per prevenire e contrastare il bullismo e il cyberbullismo (sia con contenuti più orientati alla psicologia infantile che con altri dedicati agli adulti).

Ecco i nostri consigli di lettura:

Le tutele legali per chi subisce cyberbullismo

In Italia, la Legge 29 maggio 2017, n. 71 rappresenta un punto di riferimento fondamentale per la prevenzione e il contrasto del cyberbullismo. Questa normativa è stata pensata per tutelare in particolare i minori, offrendo strumenti concreti sia alle vittime che alle loro famiglie.

La legge prevede che chiunque si senta vittima di cyberbullismo possa richiedere l'oscuramento, la rimozione o il blocco di contenuti offensivi pubblicati online, rivolgendosi direttamente al gestore del sito o del social network. Se entro 24 ore non si ottiene risposta, è possibile presentare istanza al Garante per la protezione dei dati personali, che interviene entro 48 ore.

Inoltre, la legge promuove percorsi di educazione digitale nelle scuole e prevede la possibilità di attivare misure di ammonimento nei confronti dei minori responsabili di atti di cyberbullismo, coinvolgendo anche le famiglie in un percorso di responsabilizzazione. Questi strumenti legali sono pensati per proteggere le vittime e favorire un clima di maggiore sicurezza e rispetto online.

Organizzazioni e centri di supporto: a chi è possibile rivolgersi

Affrontare il cyberbullismo può essere difficile, ma non si è mai soli: esistono diverse realtà che offrono supporto, ascolto e consulenza sia alle vittime che alle loro famiglie.

  • Fondazione Carolina: nata in memoria di Carolina Picchio, prima vittima riconosciuta di cyberbullismo in Italia, la Fondazione offre progetti di prevenzione, sportelli di ascolto e percorsi di formazione per scuole e famiglie. Sul sito ufficiale è possibile trovare risorse utili e contatti per chiedere aiuto.
  • CO.NA.CY. (Coordinamento Nazionale Cyberbullismo): questa rete di professionisti e associazioni si occupa di sensibilizzazione, formazione e intervento diretto nei casi di cyberbullismo, offrendo consulenza psicologica e legale.
  • Pepita Onlus: attiva da anni nella promozione del benessere tra i giovani, Pepita Onlus propone laboratori nelle scuole, sportelli di ascolto e campagne di sensibilizzazione per prevenire e contrastare il bullismo digitale.

Rivolgersi a queste organizzazioni può rappresentare un primo passo importante per ricevere sostegno, informazioni e orientamento su come agire in caso di cyberbullismo.

Prevenzione e formazione nelle scuole: alcuni esempi di buone pratiche

Le scuole possono giocare un ruolo centrale nella prevenzione del cyberbullismo, promuovendo un clima di rispetto e inclusione attraverso progetti educativi mirati. Negli ultimi anni, molte istituzioni scolastiche hanno adottato percorsi di formazione rivolti a studenti, insegnanti e genitori.

Tra le buone pratiche più diffuse troviamo:

  • Laboratori esperienziali: attività pratiche che coinvolgono i ragazzi in simulazioni, giochi di ruolo e discussioni guidate per sviluppare empatia, consapevolezza digitale e capacità di gestione dei conflitti.
  • Incontri con esperti: psicologi, educatori e rappresentanti delle forze dell’ordine vengono invitati a scuola per parlare di rischi e opportunità del web, fornendo strumenti concreti per riconoscere e affrontare il cyberbullismo.
  • Peer education: alcuni progetti prevedono la formazione di studenti "tutor" che diventano punti di riferimento per i compagni, favorendo il dialogo e la segnalazione di situazioni a rischio.

Queste iniziative, spesso realizzate in collaborazione con associazioni specializzate, possono contribuire a creare una rete di protezione e a promuovere una cultura digitale più sicura e responsabile.

Strumenti di valutazione e monitoraggio: il ruolo del questionario QMBC

Per aiutare scuole e famiglie a individuare precocemente situazioni di rischio legate al cyberbullismo, sono stati sviluppati strumenti di valutazione specifici. Uno dei più utilizzati è il Questionario sul Bullismo e Cyberbullismo (QMBC), validato in Italia e impiegato in numerosi progetti di prevenzione.

Il QMBC permette di:

  • Rilevare comportamenti a rischio: attraverso domande mirate, il questionario aiuta a identificare episodi di bullismo e cyberbullismo vissuti o osservati dagli studenti.
  • Monitorare il clima scolastico: i risultati offrono una fotografia aggiornata della percezione di sicurezza e benessere all’interno della scuola.
  • Pianificare interventi mirati: grazie ai dati raccolti, insegnanti e operatori possono progettare azioni di prevenzione e supporto più efficaci.

L’utilizzo di strumenti come il QMBC può favorire una maggiore consapevolezza e permettere di intervenire tempestivamente, riducendo il rischio che episodi di cyberbullismo passino inosservati.

Consigli pratici per studenti, genitori e insegnanti

Affrontare il cyberbullismo richiede l’impegno di tutti: studenti, genitori e insegnanti possono adottare strategie concrete per prevenire e gestire situazioni difficili.

Per gli studenti:

  • Non restare in silenzio: se sei vittima o testimone di cyberbullismo, parlane con un adulto di fiducia o con un insegnante. Chiedere aiuto è un segno di forza, non di debolezza.
  • Proteggi la tua privacy: limita la condivisione di informazioni personali online e utilizza impostazioni di sicurezza adeguate sui social network.
  • Non rispondere alle provocazioni: evitare di reagire agli attacchi può ridurre l’escalation del conflitto e limitare la diffusione di contenuti offensivi.

Per i genitori:

  • Ascolta senza giudicare: crea un clima di fiducia in cui tuo figlio si senta libero di raccontare eventuali disagi vissuti online.
  • Monitora l’uso dei dispositivi digitali: senza invadere la privacy, è importante essere presenti e informati sulle attività digitali dei figli.
  • Collabora con la scuola: partecipa agli incontri informativi e mantieni un dialogo aperto con insegnanti e altri genitori.

Per gli insegnanti:

  • Promuovi l’educazione digitale: integra nei programmi scolastici momenti di riflessione sull’uso consapevole della rete e sulle conseguenze del cyberbullismo.
  • Riconosci i segnali di disagio: presta attenzione a cambiamenti nel comportamento degli studenti, come isolamento, calo del rendimento o assenze frequenti.
  • Favorisci il dialogo: crea spazi di ascolto e confronto in classe, incoraggiando la segnalazione di episodi sospetti.

Questi consigli, ispirati alle esperienze raccolte nei laboratori e negli incontri di prevenzione, possono aiutare a costruire una rete di protezione efficace contro il cyberbullismo.

Non affrontare il cyberbullismo da solo: Unobravo può essere al tuo fianco

Il cyberbullismo può lasciare ferite profonde, ma nessuno dovrebbe affrontarle da solo. Se tu, un tuo familiare o qualcuno che conosci sta vivendo una situazione difficile legata al bullismo digitale, chiedere aiuto è il primo passo per iniziare a stare meglio. Un percorso di supporto psicologico può contribuire al benessere: su Unobravo puoi trovare uno psicologo online in modo semplice, sicuro e riservato, pronto ad ascoltarti e a sostenerti. Non aspettare: inizia il questionario per trovare il tuo psicologo online e scopri quanto può essere importante prendersi cura di sé.

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