Se stai leggendo questo articolo, probabilmente stai vivendo un periodo in cui ti domandi se il tuo lavoro attuale ti soddisfi davvero, oppure se sia il momento di cercare nuove opportunità e cambiare vita. Quante sono le persone che amano il proprio lavoro? Basta porre la domanda ai propri conoscenti per rendersi conto che non tutti riescono a far coincidere passione e lavoro.
Capita spesso di “accomodarsi” in un lavoro che col tempo diventa sempre meno soddisfacente e stimolante. Il nostro lavoro può quindi diventare una sorta di “trappola dorata” che ci fornisce delle sicurezze, ma contemporaneamente ci impedisce di crescere professionalmente, di sviluppare nuove competenze, di mettere a frutto la nostra creatività oppure, più semplicemente, di fare quello che amiamo.
Insoddisfazione lavorativa e disagi psicologici
Il lavoro rappresenta un elemento centrale nella nostra esistenza e spesso assorbe una parte significativa del nostro tempo, con variazioni che dipendono anche dal paese in cui risiediamo. Recenti studi hanno evidenziato che una maggiore flessibilità lavorativa è associata a una riduzione delle probabilità di sperimentare grave disagio psicologico, nonché a una diminuzione dell’ansia sia settimanale che quotidiana (Wang et al., 2024). Questi dati sottolineano l’importanza di promuovere ambienti di lavoro più adattabili per favorire il benessere mentale dei lavoratori.
Anche se lavoriamo poche ore, svolgere quotidianamente un lavoro che non soddisfa, non interessa e in alcuni casi che non piace affatto, può portarci a sentirci frustrati e, nel tempo, può anche determinare disturbi psicologici e somatici. Inoltre, la soddisfazione lavorativa gioca un ruolo cruciale nel mediare il rapporto tra stress e insicurezza: livelli più bassi di soddisfazione sono infatti associati a una maggiore insicurezza lavorativa (Ghani et al., 2022), accentuando così il rischio di sviluppare tali problematiche.

Scegliere se stessi
Per scegliere il proprio lavoro bisognerebbe sempre partire da se stessi e domandarsi cosa ci piace fare e cosa ci viene meglio. Spesso, però, la scelta della professione risale a un periodo passato e in alcuni casi non è stata spontanea ma consigliata da altri, come ad esempio i familiari.
In questi casi può accadere di trovarsi, a 30 o 40 anni, con un lavoro che “sta stretto” o che non dà più alcuna soddisfazione. Molte persone che vivono questa situazione non riescono a prendere la decisione di cambiare lavoro. Ciò che frena è la paura di uscire dalla zona di comfort.
La paura può essere però infondata, dovuta a una scarsa conoscenza del mercato del lavoro esistente e delle proprie risorse. È vero che talvolta, cambiando lavoro, bisogna fare dei compromessi, ad esempio:
- accettare un luogo di lavoro più distante da casa;
- rinunciare ad alcuni privilegi acquisiti negli anni.
Tuttavia, questi compromessi possono essere più facilmente sopportabili rispetto a un lavoro che non piace.
Possibili cause psicologiche della paura di cambiare lavoro
La paura di cambiare lavoro è un fenomeno molto diffuso e può avere radici profonde nella storia personale e nel modo in cui si percepiscono la sicurezza e il rischio. Spesso questa paura non riguarda solo il lavoro in sé, ma tocca aspetti più ampi dell'identità e del senso di stabilità.
Tra le principali cause psicologiche che alimentano questa paura troviamo:
- Paura dell’ignoto: cambiare lavoro significa affrontare una situazione nuova, con regole, persone e dinamiche sconosciute. Questo può generare ansia perché il cervello umano tende a preferire ciò che è prevedibile e familiare.
- Timore del fallimento: molte persone temono di non essere all’altezza delle nuove sfide o di non riuscire a integrarsi in un nuovo ambiente. Questo timore può essere legato a esperienze passate o a una bassa autostima.
- Perdita di stabilità: il lavoro rappresenta spesso una fonte di sicurezza economica e sociale. L’idea di rinunciare a questa stabilità può far emergere paure legate alla perdita di status, di reddito o di routine.
- Pressioni sociali e familiari: a volte la paura di cambiare lavoro è alimentata dalle aspettative degli altri, come familiari o colleghi, che possono scoraggiare il cambiamento per timore delle conseguenze.
Secondo il DSM-5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali), l’ansia anticipatoria e la paura del cambiamento possono manifestarsi in modo marcato in situazioni di transizione, come il cambio di lavoro, in particolare in alcune persone con una tendenza all’ansia generalizzata.
Sintomi della paura di cambiare lavoro: segnali a cui prestare attenzione
La paura di cambiare lavoro può manifestarsi attraverso una serie di sintomi, sia psicologici che fisici, che spesso vengono sottovalutati o attribuiti ad altre cause. Riconoscere questi segnali è fondamentale per intervenire prima che la situazione si cronicizzi.
I sintomi più comuni includono:
- Ansia persistente: pensare al cambiamento lavorativo genera uno stato di agitazione costante, che può manifestarsi con preoccupazioni ricorrenti e difficoltà a rilassarsi.
- Disturbi del sonno: l’insonnia o i risvegli notturni frequenti possono essere segnali che la mente è impegnata a rimuginare sulle possibili conseguenze di un cambiamento.
- Sintomi fisici: mal di testa, tensioni muscolari, disturbi gastrointestinali o tachicardia sono spesso collegati a uno stato di stress prolungato.
- Difficoltà di concentrazione: la mente tende a vagare, rendendo difficile portare a termine i compiti quotidiani o prendere decisioni.
- Evitamento: si tende a rimandare la ricerca di nuove opportunità o a evitare di parlare del proprio malessere, alimentando così un senso di impotenza.
Se questi sintomi persistono nel tempo, possono contribuire a conseguenze più gravi come l’abbassamento dell’autostima, la comparsa di disturbi d’ansia o depressivi e un peggioramento della qualità della vita lavorativa e personale.
Quando cambiare è necessario
Alcune situazioni sono segnali che ci indicano che dovremmo metterci in moto alla ricerca di una nuova occupazione. Uscire dalla zona di comfort significa mettersi in gioco, affrontare le proprie paure, rischiare e aprirsi al cambiamento.
Vediamo alcune delle motivazioni che segnalano la necessità di cambiare lavoro:
- Ti svegli sempre preoccupato e in ansia pensando di dover andare a lavorare;
- Durante la giornata lavorativa guardi continuamente l’orologio e non vedi l’ora di uscire;
- Senti di aver appreso tutto il possibile e non vedi spazi di crescita né a livello gerarchico né a livello di nuove mansioni;
- Non sei soddisfatto della tua retribuzione o della mansione che svolgi;
- Ci sono problemi relazionali all’interno del luogo in cui lavori che ti fanno sentire fortemente a disagio;
- Arrivi sempre a casa stanco, sfinito e con dolori somatici, come il mal di testa o il mal di pancia/stomaco, riconducibili allo stress lavoro correlato;
- Non riesci a concentrarti sul tuo lavoro, sei sempre disattento, pensi ad altro e non hai stimoli.

Da dove partire?
Cambiare lavoro è possibile, a patto che si sia disposti ad ascoltare le proprie reali necessità. Per farlo, possiamo seguire un percorso in fasi:
- Parti da te, definisci il tuo obiettivo, poi ragiona sulle strade per raggiungerlo. In questo primo step è importante focalizzarsi sull’obiettivo scelto, dedicando ogni giorno un po' del proprio tempo per realizzarlo.
- Crea gli strumenti necessari per cercare lavoro. Aggiorna il tuo curriculum vitae, crea una lettera di presentazione, cura i tuoi profili social, in particolare Linkedin, ed espandi la tua rete di contatti.
- Esplora il mercato del lavoro di riferimento e informati sulle aziende di tuo interesse. Non sempre la scelta di essere dipendente è quella giusta: magari la tua strada prevede un percorso da freelance. In questo caso, informati su come avviare il nuovo lavoro.
- Passa all’azione. Realizza la strategia che hai progettato. Questo può voler dire, ad esempio, iniziare a inviare delle candidature alle aziende di interesse, oppure mettersi in contatto con Head Hunter o Agenzie per il Lavoro, o ancora cercare annunci di lavoro online. Tieni sempre traccia in un apposito file delle azioni svolte: questo ti aiuterà a monitorare i tuoi sforzi e ad averne consapevolezza.
- Datti tempo. “Cercare lavoro è un lavoro”: richiede impegno, perseveranza e costanza. Se dopo sei mesi non hai ancora ottenuto risultati, prenditi un momento per fare un bilancio delle azioni svolte. In queste situazioni, è importante sapere che oltre l’80% dei servizi pubblici per l’impiego (PES) sta ampliando i servizi offerti ai datori di lavoro, includendo anche la consulenza personalizzata per facilitare le transizioni da un lavoro all’altro e promuovere la formazione dei dipendenti. Informati quindi sulla possibilità di ricevere un supporto gratuito o a pagamento da parte di professionisti del settore, che possono aiutarti a individuare strategie più efficaci per la tua ricerca.
Strategie pratiche per affrontare la paura di cambiare lavoro
Affrontare la paura di cambiare lavoro può richiedere tempo, consapevolezza e piccoli passi concreti. Non esiste una soluzione unica per tutti, ma alcune strategie possono aiutare a gestire l’ansia e a rendere il percorso di cambiamento più sostenibile.
- Tecniche di gestione dell’ansia: pratiche come la respirazione profonda, la mindfulness o la meditazione possono aiutare a ridurre la tensione e a riportare la mente al momento presente. Secondo una revisione di Tang, Hölzel & Posner (2015), la mindfulness può essere efficace nel ridurre l’ansia legata ai cambiamenti di vita.
- Auto-riflessione guidata: prendersi del tempo per scrivere i propri timori, le aspettative e le risorse personali può aiutare a chiarire i pensieri e a individuare le reali motivazioni che spingono verso il cambiamento.
- Scomporre il cambiamento in piccoli passi: invece di pensare al cambiamento come a un salto nel vuoto, può essere utile suddividerlo in tappe gestibili, come aggiornare il curriculum, informarsi su nuove opportunità o parlare con persone che hanno già affrontato un percorso simile.
- Cercare supporto: condividere le proprie paure con amici, colleghi o un professionista può offrire nuove prospettive e ridurre il senso di isolamento.
È importante ricordare che la paura è una reazione naturale di fronte all’incertezza, ma non deve necessariamente trasformarsi in un ostacolo insormontabile. Ad esempio, le politiche organizzative che aumentano la flessibilità e la sicurezza lavorativa possono favorire un ambiente di lavoro più sano, ridurre lo stress lavorativo e promuovere una migliore salute mentale (Wang et al., 2024). Con il giusto supporto e una strategia personalizzata, in molti casi è possibile trasformare la paura in una spinta verso la crescita personale e professionale.
Il supporto psicologico
Se pensi di non essere appagato dalla tua situazione lavorativa, esplora la possibilità del cambiamento. Se noti delle resistenze e senti di essere bloccato, puoi chiedere supporto a uno psicologo: con Unobravo puoi trovare il supporto di uno psicologo esperto che ti aiuterà ad affrontare le tue paure e a costruire un percorso su misura per te. Fai il primo passo: inizia il questionario e trova il professionista più adatto alle tue esigenze.
Ricorda che cambiare lavoro non vuol dire buttarsi senza paracadute da un aeroplano, significa partire dalla consapevolezza di sé, delle proprie attitudini e dalla conoscenza del mondo del lavoro, per progettare una carriera professionale stimolante e appagante.









