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Cambiare lavoro: non è mai troppo tardi per farlo

Cambiare lavoro: non è mai troppo tardi per farlo
Cambiare lavoro: non è mai troppo tardi per farlologo-unobravo
Alice Redoano
Alice Redoano
Redazione
Psicoterapeuta ad orientamento Cognitivo-Comportamentale
Unobravo
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Pubblicato il

Se stai leggendo questo articolo probabilmente stai vivendo un periodo in cui ti domandi se il tuo lavoro attuale ti soddisfi davvero, oppure se non sia il caso di cercare nuove opportunità e cambiare vita. Quante sono le persone che amano il proprio lavoro? Basta porre la domanda ai propri conoscenti, per rendersi conto che non tutti riescono a far coincidere passione e lavoro.

Capita spesso di “accomodarsi” in un lavoro che col tempo diventa sempre meno soddisfacente e stimolante. D’altra parte, spesso questo lavoro rappresenta una fonte di reddito necessaria e fa sentire “al sicuro”. Il nostro lavoro può quindi diventare una sorta di “trappola dorata” che ci fornisce delle sicurezze, ma contemporaneamente ci impedisce di crescere professionalmente, di sviluppare nuove competenze, di mettere a frutto la nostra creatività oppure più semplicemente di fare quello che amiamo.

Insoddisfazione lavorativa e disagi psicologici

Il lavoro è un aspetto fondamentale della nostra vita e spesso occupa gran parte del nostro tempo, che varia anche a seconda della nazione in cui viviamo.

Anche se lavoriamo poche ore, svolgere quotidianamente un lavoro che non soddisfa, non interessa e in alcuni casi che non piace affatto, rischia di renderci frustrati e, nel peggiore dei casi, se si tratta di lungo periodo, può anche determinare disturbi psicologici e somatici, come ad esempio disturbi dell’umore e disturbi d’ansia o il burnout.


Come scegliere il proprio lavoro

È importante svolgere una professione che sia “nelle nostre corde”, cioè che incontri le nostre attitudini. Vediamo alcuni esempi:

  • se sono una persona molto dinamica probabilmente soffrirò a svolgere un lavoro sedentario;
  • se sono un creativo, patirò un lavoro esecutivo, routinario e impostato da altri; 
  • se amo relazionare con le persone, mi troverò male in un lavoro di back office;
  • se sono una persona introversa e timida, soffrirò una posizione di front office a stretto contatto col pubblico.

Jopwell - Pexels

Scegliere se stessi

Per scegliere il proprio lavoro bisognerebbe sempre partire da se stessi e domandarsi cosa ci piace fare e cosa ci viene meglio. Spesso però la scelta della professione risale ad un periodo passato e in alcuni casi non è stata spontanea ma consigliata da altri, come ad esempio, i familiari.

In questi casi può accadere di trovarsi, a 30 o 40 anni, con un lavoro che “sta stretto” o che non dà più alcuna soddisfazione. Molte delle persone che vivono questa situazione non riescono a prendere la decisione di cambiare lavoro. Ciò che frena è la paura di uscire dalla zona di comfort.

La paura è spesso infondata, dovuta a una scarsa conoscenza del mercato del lavoro esistente e delle proprie risorse. È vero che talvolta, cambiando lavoro, bisogna fare dei compromessi, ad esempio:

  • accettare un luogo di lavoro più distante da casa
  • rinunciare ad alcuni privilegi acquisiti negli anni.

Tuttavia questi sono più facilmente sopportabili rispetto ad un lavoro che non piace.


Quando cambiare è necessario

Alcune situazioni sono spie che ci indicano che dovremmo metterci in moto alla ricerca di una nuova occupazione. Uscire dalla zona di comfort significa mettersi in gioco, affrontare le proprie paure, rischiare e aprirsi al cambiamento.

Vediamo alcune delle motivazioni che segnalano la necessità di cambiare lavoro:

  • ti svegli sempre preoccupato e in ansia pensando di dover andare a lavorare
  • durante la giornata lavorativa guardi continuamente l’orologio e non vedi l’ora di uscire
  • senti di aver appreso tutto il possibile e non vedi spazi di crescita né a livello gerarchico né a livello di nuove mansioni
  • non sei soddisfatto della tua retribuzione o della mansione che svolgi
  • ci sono problemi relazionali all’interno del luogo in cui lavori che ti fanno sentire fortemente a disagio
  • arrivi sempre a casa stanco, sfinito e con dolori somatici, come il mal di testa o il mal di stomaco, riconducibili allo stress lavoro correlato
  • non riesci a concentrarti sul tuo lavoro, sei sempre disattento, pensi ad altro e non hai stimoli.
Christina Morillo . Pexels

Da dove partire?

Cambiare lavoro è possibile, a patto che si sia disposti ad ascoltare le proprie reali necessità. Per farlo, possiamo seguire un percorso in fasi:

  1. parti da te, definisci il tuo obiettivo, poi ragiona sulle strade per raggiungerlo. In questo primo step è importante focalizzarsi sull’obiettivo scelto dedicando ogni giorno un po' del proprio tempo per realizzarlo;
  2. crea gli strumenti necessari per cercare lavoro. Aggiorna il tuo curriculum vitae, crea una lettera di presentazione, cura i tuoi profili social, in particolare Linkedin, ed espandi la tua rete di contatti;
  3. esplora il mercato del lavoro di riferimento e informati sulle aziende di tuo interesse. Non sempre la scelta di essere dipendente è quella giusta, magari la tua strada prevede un percorso da freelance: in questo caso informati su come avviare il nuovo lavoro;
  4. passa all’azione. Realizza la strategia che hai progettato. Questo può voler dire, ad esempio, iniziare ad inviare delle candidature alle aziende di interesse, oppure mettersi in contatto con Head Hunter oppure Agenzie per il Lavoro, o ancora cercare annunci di lavoro on line. Tieni sempre traccia in un apposito file delle azioni svolte, questo ti aiuterà a monitorare i tuoi sforzi e ad averne consapevolezza;
  5. datti tempo. “Cercare lavoro è un lavoro”, ci vuole impegno, perseveranza e costanza. Se dopo 6 mesi non hai ottenuto risultati, fai un bilancio delle azioni svolte. Forse non stai utilizzando i canali giusti, il tuo profilo non è fatto in modo ottimale oppure stai cercando un lavoro che non è richiesto sul mercato locale, o ti mancano delle competenze. In questo caso, informati sulla possibilità di ricevere un supporto gratuito o a pagamento da parte di professionisti del settore.

Il supporto psicologico

Se pensi di non essere appagato dalla tua situazione lavorativa, esplora la possibilità del cambiamento. Se noti delle resistenze e senti di essere bloccato, puoi chiedere supporto a uno psicologo.

Ricorda che cambiare lavoro non vuol dire buttarsi senza paracadute da un aeroplano, significa partire dalla consapevolezza di sé, delle proprie attitudini e dalla conoscenza del mondo del lavoro, per progettare una carriera professionale stimolante e appagante.

Questo è un contenuto divulgativo e non sostituisce la diagnosi di un professionista.
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