Alessitimia, impulsività e dipendenza

Alessitimia, impulsività e dipendenza
Erika Cellitti
Redazione
Psicoterapeuta ad orientamento Cognitivo-Comportamentale
Unobravo
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Pubblicato il
3.10.2025
Se ti è piaciuto, condividilo:

Il termine alessitimia deriva dal greco: a- (mancanza), lexis (parola) e thymos (emozione). Il suo significato letterale è quindi la mancanza di parole per le emozioni. Non si tratta di non provare sentimenti, ma di una profonda difficoltà a riconoscerli, nominarli e gestirli. Quando una persona non riesce a decifrare il proprio mondo interiore, può sentirsi sopraffatta e cercare sollievo in comportamenti impulsivi o dipendenze, un modo per gestire una disregolazione emotiva che non sa come affrontare altrimenti. In questo articolo esploreremo cos'è l'alessitimia, come si manifesta e quali sono le sue cause, per poi approfondire il legame con l'impulsività e la dipendenza, fornendo strategie pratiche per riconoscerla e affrontarla con il giusto supporto psicologico.

Cos'è l'alessitimia

Ma in concreto, cos'è l'alessitimia e come si manifesta nella vita di tutti i giorni? Generalmente, questo tratto si riconosce da alcune difficoltà ricorrenti:

  • Una marcata difficoltà nell'identificare le proprie emozioni e nel distinguerle dalle semplici sensazioni fisiche. Per esempio, si può confondere un nodo d'ansia alla gola con un malessere fisico, senza coglierne la radice emotiva.
  • Una fatica notevole nel descrivere agli altri le proprie emozioni, che porta spesso a sentirsi incompresi o a evitare del tutto di parlare del proprio mondo interiore.
  • Uno stile di pensiero molto concreto e orientato all'esterno, con una ridotta capacità di introspezione e fantasia. Il focus è sui fatti, non sui sentimenti che questi suscitano.

È importante sottolineare, come spiega lo psichiatra J. Taylor, che l'alessitimia non è una condizione "tutto o niente". Va immaginata piuttosto come un tratto di personalità presente a diversi livelli nella popolazione. Questo significa che molte persone possono riconoscere in sé, in misura più o meno intensa, alcune di queste caratteristiche, senza che questo configuri necessariamente un quadro problematico.

Perché la regolazione delle emozioni è così importante?

Saper elaborare, riconoscere e dare un nome alle proprie emozioni è come avere una bussola interiore che ci guida nella vita. Una rassegna sistematica della letteratura ha approfondito la relazione tra alessitimia e autoregolazione, dimostrando un'associazione significativa tra questo tratto e l'uso di strategie disfunzionali come la soppressione emotiva (Sangalli & Caselli, 2022). Non si tratta solo di gestire le emozioni, ma di usarle per capire meglio noi stessi e gli altri. Un'efficace regolazione emotiva ci permette di:

  • coltivare e amplificare le emozioni positive, come la gioia e la serenità;
  • ridurre l'impatto delle emozioni negative, imparando a tollerarle senza esserne sopraffatti;
  • condividere i propri sentimenti in modo costruttivo, rafforzando i legami con gli altri.

Questo processo ci aiuta a dare un senso anche a quegli stati d'animo più confusi o contraddittori, che altrimenti rischierebbero di lasciarci disorientati.

Quando questa bussola interna non funziona bene, può nascere la sensazione di non comprendere fino in fondo ciò che si prova. È qui che la capacità di regolazione affettiva gioca un ruolo chiave per il nostro equilibrio. Sviluppare una buona tolleranza emotiva, unita alla capacità di riflettere su ciò che sentiamo, ci permette di integrare le emozioni nella nostra storia personale, invece di subirle passivamente.

Godisable Jacob - Pexels

Come si manifesta l'alessitimia

Una persona con tratti alessitimici può vivere diverse sfide nella vita di tutti i giorni. La difficoltà a connettersi con il proprio mondo interiore si può manifestare in vari modi:

  • Confusione tra sensazioni fisiche ed emotive: un nodo allo stomaco viene percepito solo come un problema digestivo, senza collegarlo all'ansia o alla paura.
  • Reazioni emotive improvvise: non riconoscendo i segnali emotivi crescenti, la persona può avere scoppi di rabbia o pianto che sembrano sorgere dal nulla.
  • Difficoltà nelle relazioni: può essere difficile mostrare empatia o rispondere in modo adeguato alle emozioni altrui, apparendo distaccati o disinteressati.
  • Stile comunicativo molto concreto: le conversazioni tendono a vertere su fatti e dettagli pratici, evitando discussioni su sentimenti e stati d'animo.

Le cause dell'alessitimia

Non esiste una singola causa per l'alessitimia, ma si ritiene che sia il risultato di una combinazione di fattori. Tra le possibili origini troviamo:

  • Fattori traumatici: esperienze di trauma, specialmente durante l'infanzia, possono portare a una disconnessione emotiva come meccanismo di difesa per proteggersi da un dolore troppo grande.
  • Fattori ambientali e familiari: crescere in una famiglia in cui non si parlava di emozioni o dove queste venivano scoraggiate può inibire lo sviluppo della consapevolezza emotiva.
  • Fattori neurobiologici: alcune ricerche suggeriscono che potrebbero esserci differenze nel modo in cui il cervello delle persone con alessitimia processa le informazioni emotive.
  • Condizioni mediche o psichiatriche: l'alessitimia è spesso presente in associazione con altri disturbi, come i disturbi dello spettro autistico, la depressione o i disturbi d'ansia.

Il legame tra alessitimia e impulsività

Cosa succede quando le emozioni si accumulano dentro di noi ma non abbiamo le parole per esprimerle? La tensione cresce, non trovando una via d'uscita verbale o riflessiva, cerca uno sfogo altrove. Una persona con tratti alessitimici, faticando a identificare e comunicare il proprio disagio, può trovarsi a scaricare questa pressione interna attraverso comportamenti impulsivi e compulsivi. L'azione diventa una scorciatoia per gestire un'ansia che non si riesce a nominare o a elaborare con il pensiero.

In questo contesto, comportamenti di addiction possono diventare un modo disfunzionale per trovare sollievo. L'esperienza sensoriale intensa di una dipendenza offre una tregua temporanea da stati affettivi dolorosi e confusi. La dipendenza si trasforma così in un rifugio mentale, un modo per fuggire dall'imprevedibilità delle emozioni e cercare un piacere immediato che metta a tacere il dolore interiore.

Ma cosa intendiamo esattamente per impulsività? Si tratta della tendenza ad agire rapidamente, senza riflettere a sufficienza sulle conseguenze. Questa caratteristica non è un disturbo a sé stante, ma un tratto che può manifestarsi in molti modi e associarsi a diverse condizioni. L'impulsività può trovare espressione in vari comportamenti, come:

In tutti questi casi, l'azione impulsiva (o acting out) diventa un modo per gestire emozioni dolorose che non si sanno regolare diversamente. Quando l'alessitimia si lega a esperienze di trauma o a stili di attaccamento insicuri, la persona può trovarsi a:

  • sviluppare una condizione ossessiva, in cui il desiderio diventa un pensiero fisso e totalizzante;
  • non essere pienamente consapevole delle radici emotive della propria ossessione.

La consapevolezza si riduce così a un impulso irrefrenabile, un desiderio che sembra impossibile da controllare, perché la sua vera origine emotiva rimane nascosta.

RODNAE Productions - Pexels

Quando l'alessitimia incontra la dipendenza

Il legame tra alessitimia e abuso di droghe o altre dipendenze è ben documentato. Molti studi evidenziano come questa difficoltà emotiva possa essere un importante fattore di rischio per chi è predisposto a sviluppare una dipendenza. Che l'alessitimia sia una causa o una conseguenza, il risultato è spesso un circolo vizioso difficile da spezzare.

Le emozioni non elaborate, infatti, non scompaiono. Se non possono essere gestite con il supporto degli altri o bilanciate da stati d'animo positivi, diventano insostenibili. Questo può spingere la persona a cercare un "oggetto di sensazione" (come una sostanza o un comportamento) per ritirarsi in uno stato mentale quasi dissociato, che offre un sollievo immediato ma illusorio.

Questo ritiro, però, non fa che peggiorare la capacità di regolare l'emotività, alimentando ulteriormente i comportamenti impulsivi. Si innesca così un circolo vizioso in cui:

  • la memoria del piacere ottenuto e la compulsività nel cercare di ridurre il dolore alimentano pensieri e fantasie ossessive sull'esperienza della dipendenza;
  • la persona si ritrova a vivere un desiderio travolgente che la spinge a ripetere l'azione, anche se consapevole degli effetti negativi della droga o del comportamento.

È utile pensare a impulsività e compulsività come ai due estremi di un continuum. I comportamenti di dipendenza possono oscillare tra la ricerca di un piacere (rinforzo positivo) e la fuga da un dolore (rinforzo negativo). Una persona con alti livelli di alessitimia può agire in modo impulsivo o compulsivo senza essere consapevole delle emozioni che guidano le sue azioni, o avendone solo una percezione vaga e confusa.

Come riconoscere l'alessitimia

Riconoscere i tratti alessitimici è il primo passo per affrontarli. Se ti ritrovi in alcune delle descrizioni, potresti provare a porti qualche domanda:

  • Quando qualcuno mi chiede "come stai?", fatico a rispondere oltre un semplice "bene" o "male"?
  • Mi sento spesso a disagio quando le persone esprimono emozioni forti?
  • Tendo a concentrarmi sulle soluzioni pratiche dei problemi, ignorando l'aspetto emotivo?
  • Le persone mi descrivono come logico e razionale, ma forse un po' freddo?

Queste domande non costituiscono una diagnosi, ma possono essere un utile spunto di riflessione. Un professionista della salute mentale può aiutare a esplorare queste difficoltà in un ambiente sicuro e non giudicante.

Trattamenti e supporto per l'alessitimia

L'alessitimia non è una condanna, ma una caratteristica su cui si può lavorare. L'obiettivo non è "curarla", ma sviluppare una maggiore alfabetizzazione emotiva. La psicoterapia è lo strumento principale per questo percorso.

Un terapeuta può aiutare a:

  • Costruire un vocabolario emotivo: imparare a dare un nome preciso a ciò che si prova.
  • Collegare pensieri, emozioni e sensazioni fisiche: capire come il corpo reagisce agli stati d'animo.
  • Sviluppare l'empatia: migliorare la capacità di comprendere e connettersi con le emozioni degli altri.
  • Trovare strategie alternative per gestire la tensione, riducendo il ricorso a comportamenti impulsivi o dipendenze.

L'importanza del supporto psicologico

Vivere con una scarsa connessione emotiva può essere isolante e frustrante. L'alessitimia può avere un impatto profondo sulle relazioni, sul lavoro e sul benessere generale, spesso portando a gestire il disagio attraverso l'impulsività o le dipendenze. Riconoscere questa difficoltà è un atto di grande coraggio.

Intraprendere un percorso psicologico significa darsi la possibilità di esplorare il proprio mondo interiore con una guida esperta ed empatica. Imparare a comprendere e comunicare le proprie emozioni può aprire le porte a relazioni più autentiche e a una vita più ricca e consapevole. Se senti che queste parole ti risuonano, chiedere aiuto è il primo passo per ritrovare te stesso. Inizia il questionario per trovare il tuo psicologo online e comincia il tuo viaggio verso il benessere emotivo.

Bibliografia
Questo è un contenuto divulgativo e non sostituisce la diagnosi di un professionista. Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica

Potrebbero interessarti

Doomscrolling: cos'è e come smettere
Dipendenze

Doomscrolling: cos'è e come smettere

Dipendenza dal sesso o ipersessualità: cos’è, sintomi e cura
Dipendenze

Dipendenza dal sesso o ipersessualità: cos’è, sintomi e cura

Fumo di tabacco: 5 falsi miti da sfatare!
Dipendenze

Fumo di tabacco: 5 falsi miti da sfatare!

L’alessitimia: gli aspetti emotivi e comportamentali
Crescita personale

L’alessitimia: gli aspetti emotivi e comportamentali

La dipendenza affettiva: come riconoscerla e superarla
Relazioni

La dipendenza affettiva: come riconoscerla e superarla

Disregolazione emotiva: cos’è e come curarla
Disturbi psichici

Disregolazione emotiva: cos’è e come curarla

Scopri tutti gli articoli

Domande frequenti

Iscriviti alla newsletter

Con Aurora ricevi nella tua email tanti spunti per coltivare il tuo benessere psicologico. Iscriviti subito!

Email