Depressione
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Christmas Blues: realtà o falso mito?

Christmas Blues: realtà o falso mito?
Christmas Blues: realtà o falso mito?logo-unobravo
Emma Lerro
Emma Lerro
Redazione
Psicologa e Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Unobravo
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Pubblicato il
30.11.2022

“Sindrome del Natale”, "Holiday Blues", “Christmas Blues”, depressione natalizia, “Sindrome del Grinch”… sono tanti i modi di dire di cui sentiamo parlare durante le feste per indicare l’esperienza di chi vive il Natale come un periodo estremamente stressante in cui si accavallano emozioni come l’ansia, l’apatia, la tristezza, la rabbia e la nostalgia. 

Ma il Christmas Blues esiste davvero? Perchè il Natale può mettere tristezza? Rispondiamo a queste domande nell’articolo.

Christmas Blues: cos’è

L’espressione Christmas Blues o “sindrome del Natale” è un modo comune per indicare uno stato di malessere che possiamo vivere nelle feste natalizie.“Christmas Blues” e “Sindrome del Natale” non sono tuttavia delle entità diagnostiche riconosciute, ma corrispondono piuttosto a una serie di manifestazioni subcliniche che possono verificarsi a Natale come:

Perché ad alcune persone non piace il Natale o trovano il Natale triste? Il Natale è un periodo dell’anno che può generare una forte ambivalenza. Non è soltanto sinonimo di festa, famiglia, gioia e condivisione, ma può portare con sé una serie di fattori stressanti relativi ad esempio a:

  • i regali da acquistare
  • le occasioni sociali a cui partecipare
  • i bilanci di fine anno.

La psicologia del regalo ci aiuta a comprendere come acquistare i regali di Natale potrebbe essere fonte di preoccupazione e stress, in particolare per chi attraversa un periodo di difficoltà economiche, per chi avverte la pressione temporale di “dover comprare tutti i regali in tempo per la vigilia” o ancora per chi sperimenta l’ansia di dover “ricambiare” un dono ricevuto.

Le occasioni sociali come pranzi e cene di famiglia possono generare tensione e stress emotivo, ad esempio quando ci sono problemi familiari che rendono necessario gestire i rapporti difficili in famiglia a Natale. Anche chi soffre di un disturbo alimentare o di ansia sociale potrebbe sentirsi molto a disagio all’idea di dover mangiare davanti ad altre persone. 

Il Natale e la fine dell’anno sono anche un periodo di bilanci e rappresentano il momento in cui guardare agli obiettivi raggiunti, ma anche a quelli da cui siamo ancora lontani. Pensieri di inadeguatezza e insoddisfazione possono, così, influire negativamente sull’umore e rendere triste il Natale. 

sindrome del Natale e salute mentale
Kha Ruxury - Pexels

Christmas Blues e salute mentale

Nell’immaginario comune, la sindrome del Natale corrisponde a un aumento dei casi di depressione e dei tassi di suidicio. Cosa c’è di vero?

Secondo uno studio pubblicato su Innovations in Clinical Neuroscience il numero di accessi ai servizi di salute mentale a Natale è inferiore alla media, così come il numero di comportamenti autolesivi, inclusi i tentativi di suicidio. 

L’umore generale invece tende a peggiorare, probabilmente come effetto del “mito del Natale” secondo cui a Natale siamo tutti più buoni… e anche più felici. Tavole imbandite, canti, balli, alberi addobbati e luci che illuminano le strade: tutto lascia pensare che “a Natale bisogna essere felici” e anche i social network contribuiscono ad amplificare questa idea.

Ne può conseguire un calo dell’umore, soprattutto da parte di coloro che finiscono per sentirsi soli e si percepiscono lontani o esclusi da tutto questo. Per chi vive lontano dalla famiglia e passerà il Natale senza le persone care, ad esempio, le festività natalizie possono trasformarsi in una ricorrenza amara, dalle note nostalgiche e malinconiche.

Ma quindi è proprio vero che a Natale siamo tutti più depressi e più ansiosi? 

Un sondaggio dell’APA (American Psychology Association) sullo stress da vacanze natalizie ha riscontrato che:

  • le vacanze sono prima di tutto un momento gioioso, dove molte persone riferiscono che i sentimenti del Natale sono di felicità (78%), amore (75%) e buonumore (60%)
  • il 38% degli intervistati ritiene che lo stress aumenti durante le feste, ma la maggior parte ritiene che non ci sia differenza rispetto al resto dell’anno.

Secondo lo stesso sondaggio, sembra che le donne siano particolarmente esposte allo stress e a vivere un Natale malinconico, facendosi carico di molti compiti come la preparazione dei pasti e le decorazioni della casa.

Christmas Blues o depressione stagionale?

La malinconia natalizia che può accompagnare le feste viene talvolta confusa con il disturbo affettivo stagionale. Che differenza c’è quindi tra depressione stagionale e depressione da feste natalizie? 

Di solito, le emozioni spiacevoli che accompagnano il Christmas Blues e tutto ciò che ne consegue, si risolvono con il trascorrere delle vacanze, mentre non possiamo dire lo stesso per la depressione stagionale.

Possiamo però individuare un legame tra malinconia delle feste natalizie e depressione stagionale. La depressione stagionale è influenzata dai ritmi biologici che impattano sulla produzione di alcuni neurotrasmettitori nel nostro cervello, tra cui la serotonina, nota per i suoi effetti sul miglioramento del tono dell’umore. 

La minore produzione di questo neurotrasmettitore durante i mesi invernali fa sì che il disturbo affettivo stagionale abbia il suo periodo di picco proprio nei mesi di dicembre, gennaio e febbraio. 

Ecco perché i casi di depressione a Natale che non migliorano dopo le feste rientrano nella depressione stagionale e non nella famigerata sindrome del Natale.

sindrome del Natale o depressione
Min An - Pexels

Feste natalizie e lutto

Il Natale può rappresentare un periodo molto difficile per chi ha perso una persona cara. Soprattutto se la perdita è recente oppure si sta affrontando un lutto complicato, le persone che stanno vivendo un lutto possono trascorrere il Natale con la tristezza nel cuore.

La tavolata di Natale, i festeggiamenti, le riunioni di famiglia possono diventare i “luoghi impensabili del lutto”, una volta felici e ora ricchi di tristezza e nostalgia. Molti vorrebbero fare un salto nel tempo e risparmiarsi la malinconia del Natale.

Per affrontare il Natale e la tristezza di aver perso un figlio o una persona cara non esistono regole valide per tutti. Il lutto è e rimane una dimensione profondamente soggettiva, nella quale può tuttavia risultare importante:

  • concedersi il tempo necessario per riconoscere e vivere il dolore
  • riconoscere e accogliere le proprie emozioni così come sono
  • condividere il proprio dolore, senza il timore di essere giudicati
  • dedicare spazio alla memoria per “dire buon Natale anche a chi non c’è più”.


Ultime considerazioni sul Christmas Blues

Accade che, sperimentando emozioni spiacevoli durante le feste natalizie ci si domandi: “perché odio il Natale?”, “perché mi viene la malinconia durante le feste di Natale?”, “perché mi sento triste a Natale”? Questo potrebbe essere il segnale che siamo cascati nella trappola del mito del Natale.

Siamo esseri umani e a Natale, così come in qualsiasi altro momento dell’anno, sperimentiamo una moltitudine di emozioni: felicità, gioia, entusiasmo, ma anche sorpresa, delusione, rabbia, senso di colpa e vergogna

Così anche se ci sentiamo tristi a Natale, non vuol dire che siamo affetti da una sindrome come il “Christmas Blues”. E lo stesso vale per altri momenti dell'anno come nel giorno del blue monday.

Quando però pensiamo che a Natale bisogna essere felici e che se ci sentiamo giù di morale “qualcosa non va”, potremmo finire per ottenere l’effetto di amplificare proprio la “tristezza del Natale” che non avremmo voluto. 

Come affrontare la sindrome del Natale senza cadere nella sua trappola? Può essere d’aiuto, anche con il supporto di uno psicologo online Unobravo, intraprendere un percorso psicologico per imparare ad ascoltare e accogliere le nostre emozioni senza giudicarle e quindi senza tentare di scacciare quelle che valutiamo come negative.

Questo è un contenuto divulgativo e non sostituisce la diagnosi di un professionista.
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