In questo articolo tratteremo un tema di fondamentale importanza e soprattutto molto attuale, quello del consenso sessuale. Daremo attenzione anche ai rischi e alle conseguenze che possono riguardare il mancato rispetto del consenso e scopriremo qual è, in termini giuridici, l'età del consenso in Italia.
Questo concetto può inserirsi all’interno di un fenomeno più ampio che è quello della violenza di genere che include, oltre che quella fisica, anche la violenza psicologica sulle donne.
Che cos'è il consenso sessuale
Il consenso sessuale è la comunicazione verbale con la quale si afferma la propria volontà di praticare un rapporto sessuale. Rappresenta, quindi, due o più persone che si incontrano sessualmente nella piena consapevolezza e coscienza.
Il consenso sessuale non è inteso come un permesso assoluto ma specifico, può essere quindi revocato in qualsiasi momento. Si intende, quindi, che una persona potrebbe esprimere il proprio consenso a mettere in pratica una determinata pratica sessuale ma non un’altra e in un determinato momento ma non in un altro.
Ne consegue che il consenso ha bisogno di essere espresso ogni singola volta: un sì non vale per sempre!
Su cosa si basano i rapporti sessuali consenzienti
Il consenso al rapporto sessuale si basa su un atto necessario e insostituibile che è quello del comunicare. Si comunica la propria volontà e si comunica il proprio rifiuto. La comunicazione nella coppia, così come quando si tratta di partner occasionali, è assolutamente di tipo verbale.
La comunicazione non verbale e altri elementi dati per scontati non esprimono in alcun modo il consenso sessuale: lo sguardo, il silenzio, il luogo, l’abbigliamento, l’aver già avuto un rapporto sessuale con quella persona, l’avere una relazione stabile, non rappresentano alcun “SÌ”.
Il consenso sessuale non può e non deve tenere conto delle variabili suddette, che sono assolutamente interpretabili e che facilmente lasciano spazio a fraintendimenti.
Inoltre, un rapporto sessuale consenziente si basa su alcune regole fondamentali e imprescindibili. I soggetti:
- devono avere l’età legale in cui si possono dare consensi sessuali
- non devono trovarsi in uno stato di alterata coscienza o in circostanze coercitive.
Qual è il meccanismo psicologico su cui poggia il consenso?
Il consenso sessuale poggia su dei meccanismi psicologici fondamentali, quali:
- il sentirsi liberi
- il sentirsi in diritto
- il sentirsi rispettati e rispettanti.
Affinché si possa far proprio il concetto di consenso sessuale bisogna innanzitutto riconoscerlo come un diritto e riconoscerci come esseri liberi e degni di rispetto: la libertà di scegliere cosa fare o non fare con il proprio corpo, con chi avere un rapporto e con chi no, la libertà di scegliere in quale contesto sono a mio agio e in quale no.
Il consenso si basa sul mio diritto di scegliere nella totale libertà e nel rispetto.
Perché può essere difficile chiedere e dare o non dare il consenso?
Quando parliamo di consenso sessuale è molto facile pensare a persone che si conoscano da poco o che non siano i soggetti di una relazione. In realtà, sarebbe utile cominciare a intendere questo concetto come essenziale anche all’interno di storie già collaudate.
Allora perché è così difficile chiedere e dare o non dare il consenso? Alcune persone, soprattutto dentro le relazioni, non si sentono a proprio agio a parlare di aspetti legati alla sessualità, tanto meno a chiedere di “fare sesso”, come se il sesso non fosse “comunicazione”, come se “di certe cose” non si potesse parlare.
Sembrerebbe quindi molto più semplice usare uno sguardo piuttosto che una parola. L’idea potrebbe essere quella che, con tutta una serie di comportamenti non verbali, si possa esprimere il proprio rifiuto senza ferire l’altro.
Quel “NO” detto a voce rappresenterebbe un rifiuto troppo diretto e anche difficile da esprimere. Quel NO riferito all’atto sessuale rappresenterebbe anche un NO più generico, un no alla persona nella sua interezza: la paura di dire No e rischiare di perdere la persona che ho davanti.
E così la paura di ferire, il senso di colpa verso il partner e la paura di essere rifiutati rappresentano dei limiti molto seri alla pratica del consenso sessuale e possono innescare un ciclo della violenza tra i partner.
Quali sono le conseguenze psicologiche che si subiscono quando il consenso non viene rispettato?
Che cosa comporta per un essere umano subire il non rispetto del consenso sessuale? Quali conseguenze psicologiche quando il nostro “NO” non viene in alcun modo preso in considerazione e si rischiano atti sessuali non consenzienti?
La situazione è molto delicata e degna della massima attenzione, sia che il rapporto venga preteso con l’uso della violenza fisica, sia psicologica. Le conseguenze psicologiche possono essere di varia natura ed entità, e possono emergere soprattutto in una fase acuta:
Nel lungo termine, invece, è possibile sviluppare:
- ansia
- depressione
- isolamento
- difficoltà di fiducia nell’altro
- disturbo post traumatico da stress
- bassa autostima
A volte, le conseguenze dei rapporti sessuali violenti possono arrivare fino alla messa in pratica di tentativi di suicidio.
Qual è l’età del consenso sessuale in Italia secondo il codice penale?
A determinare quando una persona è consenziente legalmente, ci pensa il codice penale, che ha una specifica legge sul consenso sessuale. La legge sulla violenza sessuale (609 bis) inquadra i reati di violenza sessuale tra i “delitti contro la libertà personale”:
“Chiunque, con violenza o minaccia o mediante abuso di autorità costringe taluno a compiere o subire atti sessuali è punito con la reclusione da sei a dodici anni. Alla stessa pena soggiace chi induce taluno a compiere o subire atti sessuali:
- abusando delle condizioni di inferiorità fisica o psichica della persona offesa al momento del fatto;
- traendo in inganno la persona offesa per essersi il colpevole sostituito ad altra persona.”
In Italia, la legge sul consenso per i rapporti sessuali stabilisce l'età del consenso a 14 anni. Si ritiene, quindi, che prima di questa età il minore non sia in grado di scegliere volontariamente e consapevolmente circa la propria sessualità.
Ne consegue che prima dei 14 anni non si può considerare valido il consenso dato da un minore. Nel nostro Paese, un maggiorenne può compiere atti sessuali consenzienti con minorenni se hanno compiuto 14 anni.
Questo vuol dire che avere un rapporto sessuale con un individuo di età inferiore ai 14 anni è illegale, anche se con il consenso sessuale. Secondo la legge italiana sul consenso sessuale, si ritiene che sotto ai 14 anni non ci sia la capacità di esprimere il proprio consenso sessuale.
Esiste un solo caso in cui l’età del consenso sessuale scende a 13 anni: quando anche l’altro è un minore. Il testo della legge sul consenso sessuale (art. 609-quater, comma 1) recita infatti:
“Non è punibile il minorenne che, al di fuori delle ipotesi previste nell'articolo 609 bis, compie atti sessuali con un minorenne che abbia compiuto gli anni tredici, se la differenza di età tra i soggetti non è superiore a quattro anni.”
Come abbiamo visto, in Italia, la legge sui rapporti sessuali è regolata dall’articolo 609 bis del codice penale. Tale articolo prevede che chiunque, con violenza o minaccia o mediante abuso di autorità, costringe taluno a compiere o subire atti sessuali, è punito con la reclusione da 6 a 12 anni.
Diverso è invece il concetto espresso dalla Convenzione di Istanbul, ratificata dall’Italia nel 2013, dove si sottolinea che lo stupro è un rapporto sessuale senza consenso.
L’art. 36 della Convenzione di Istanbul dice che il consenso deve essere dato volontariamente, quale libera manifestazione della volontà della persona, e deve essere valutato tenendo conto della situazione e del contesto.
Che cosa sono il consenso implicito e il consenso esplicito?
A questo punto dell’articolo dovrebbe essere chiaro il significato di “consenziente” e di quale sia, in Italia, l’età del consenso stabilita dalla legge. Vediamo ora due diverse sfumature del consenso, che può essere esplicito o implicito.
Il consenso esplicito implica la comunicazione verbale, quindi si esprime a parole ed è chiaro, non lascia spazio a dubbi. Il consenso implicito, invece, si evince dai comportamenti della persona, dall’atteggiamento, dalla situazione e dal contesto, per cui risulta assolutamente non chiaro e fraintendibile.
Differenza tra molestia sessuale, abuso sessuale e violenza sessuale
Come abbiamo accennato, l’art. 609 bis del codice penale stabilisce che ci sia reato di violenza sessuale ogni volta che viene compiuto un atto che consiste in un contatto corporeo (anche se fugace ed estemporaneo) tra soggetto attivo e soggetto passivo del reato. Ma qual è la differenza tra violenza sessuale e molestia?
Il reato di molestia sessuale (articolo 660 del codice penale) è integrato solo in presenza di espressioni volgari a sfondo sessuale (come il catcalling) o di atti di corteggiamento invasivo e insistito diversi dall'abuso sessuale.
C’è differenza anche tra violenza sessuale e abuso sessuale. Se dalle espressioni verbali a sfondo sessuale (quindi molestia) si passa ai toccamenti a sfondo sessuale, si realizza delitto di abuso sessuale consumato o tentato a seconda della natura del toccamento e delle circostanze del caso.
Il consenso: perché è importante e come si inserisce all’interno del dibattito sulla violenza sulle donne
Per quanto detto sino a ora, si evince quanto il concetto di consenso sessuale sia di fondamentale importanza. Il consenso sessuale rappresenta uno dei massimi esempi della nostra libertà personale e del rispetto del nostro e dell’altrui corpo nonché della nostra e dell’altrui volontà.
L’atto del comunicare in maniera esplicita il proprio consenso dovrebbe diventare la strada maestra per liberare la nostra cultura da un mondo di stereotipi sessuali pericolosi. Ci riferiamo agli stereotipi che purtroppo ancora troppo spesso echeggiano nei tanti casi di stupro o molestie sessuali e che contribuiscono alla colpevolizzazione della vittima:
- il vestito più o meno corto o trasparente
- il luogo frequentato o l’essere uscita da sola
- il modo di parlare più o meno disinibito
- l’avere fatto uso di alcool o droghe
- il No delle donne che secondo alcuni uomini vorrebbe dire Sì.
Questi stereotipi contribuiscono ancora oggi ad alimentare un certo tipo di influenza sociale che conferisce alla comunicazione non verbale, alle circostanze e al contesto un ruolo troppo importante.
Una gonna corta non vuol dire “ho voglia di fare sesso”, parlare di sesso non vuol dire “ho voglia di fare sesso”, avere bevuto qualche bicchiere in più non vuol dire “ho voglia di fare sesso”.
Consenso e violenza sessuale
La Convenzione di Istanbul sottolinea che lo stupro è il sesso senza consenso. Nel nostro paese, invece, si fa riferimento a concetti di violenza o minaccia, senz’altro gravissimi, ma non sempre presenti.
Pensiamo, per esempio, a una ragazza molto ubriaca, non in grado di dire SÌ o No, che viene avvicinata da un ragazzo che decide di fare sesso con lei. Immaginiamo che questa ragazza non si opponga perché non è lucida e/o perché non ha la forza.
Immaginiamo anche che questo ragazzo non abbia bisogno di usare violenza fisica per costringerla. Siamo davvero sicuri che questa ragazza, assolutamente non lucida e consapevole non abbia subito una violenza sessuale?
Questa ragazza non ha avuto la possibilità di esprimere o meno il proprio consenso sessuale eppure si è ritrovata ad avere un rapporto sessuale. Questo è solo un esempio tra tantissimi che ogni anno vengono ricordati in occasione delle iniziative dedicate alla giornata mondiale contro la violenza sulle donne, ma ci invita a prendere molto seriamente il concetto di “consenso sessuale” oltre a quelli già consolidati di “violenza” o “minaccia”.
È fondamentale abbracciare culturalmente questo tipo di concezione per restituire alla donna il rispetto che le è dovuto. Quando parliamo di rispetto della volontà e del corpo della donna non intendiamo solo quello proveniente dallo “sconosciuto”.
Ancor più dominante è il tema della violenza sulle donne intesa come violenza domestica: la famiglia dovrebbe rappresentare un luogo sicuro e invece, molto spesso, rappresenta il luogo della violenza, della coercizione, del mancato rispetto della propria individualità.
Molti, tra donne e uomini, sono convinti che essere marito e moglie, per esempio, rappresenti il diritto e il dovere di pretendere o concedere un atto sessuale.
Che relazione c’è tra consenso ed educazione all’affettività?
Il sesso, ancora oggi, sembra essere un argomento scomodo, anche se lo è di meno rispetto a ieri ma lo è ancora troppo rispetto a domani. Questo vuol dire che, in molti contesti, è ancora difficile parlare del sesso in modo libero senza urtare la sensibilità o i tabù di qualcuno.
Parlare di sesso crea ancora molto imbarazzo o addirittura vergogna, si fa fatica a chiamare gli organi genitali con il proprio nome e si fa ancora più fatica a parlare dei propri desideri, delle proprie fantasie o delle proprie difficoltà o dubbi.
Quanti stereotipi sulla sessualità femminile e maschile, quanti stereotipi di genere, quanti stereotipi che purtroppo non lasciano libera la strada a discorsi più meritevoli di interesse. Emerge, quanto in questo contesto storico, sia importantissimo educare all’affettività.
Infatti, con molta fatica, abbiamo cominciato a insegnare ai giovani come prevenire le malattie sessualmente trasmissibili e le gravidanze indesiderate, ma non stiamo ancora insegnando loro come rispettare se stessi e le differenze di genere, non stiamo insegnando loro come comunicare i propri desideri e la propria volontà.
Soprattutto, non stiamo insegnando a dire di NO. Dire di no è un diritto e vale per tutti.
Noi adulti, dovremmo cominciare a rispettare i “nostri” bambini e la loro volontà e, con questo, vogliamo riferirci per esempio a tutte le volte che costringiamo un bambino a dare un bacio a qualcuno. In quel momento non stiamo rispettando la sua volontà e gli stiamo insegnando che il suo consenso affettivo non è importante.
Come dare o non dare il consenso: consigli della psicologa
Come si dimostra il consenso esplicito in un rapporto sessuale? Dare o non dare il consenso è questione di comunicazione, dire SÌ o dire NO.
Sembrerebbe cosa facile, ma è anche questione di relazioni, di emozioni come vergogna, imbarazzo, paura. Sappiamo quanto il mondo delle emozioni sappia metterci in difficoltà e far tremare la voce.
Allora, che si tratti di una relazione di coppia o di relazioni meno stabili, anche quando si parla di sesso. Dedichiamo del tempo a parlare dei nostri desideri più intimi e ad ascoltare le proprie fantasie.
Chiediamo al partner quali siano le sue attività sessuali preferite, quali quelle che lo imbarazzano o lo disgustano e quali quelle che vorrebbe provare. Impariamo a parlare di sesso, cominciamo a toglierlo dalla lista dei nostri argomenti tabù e pian piano diventerà anche più facile dare o non dare il nostro consenso:
Ti va di andare al cinema? Ti va di andare in piscina? Ti va se ti faccio un massaggio? Ti va di fare sesso con me, in questo momento?