Emozioni e reazioni al coming out

Emozioni e reazioni al coming out
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Valerio Grassia
Redazione
Psicoterapeuta ad orientamento Sistemico-Relazionale
Unobravo
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Pubblicato il
20.11.2023
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Scoprire di essere differenti dai propri coetanei, dagli amici e anche dai propri familiari produce spesso un forte disorientamento, che può accompagnarsi alla difficoltà ad accettare le emozioni che si provano. 

La capacità di vivere serenamente il proprio orientamento sessuale è spesso minacciata nella persona non eterosessuale (lesbica, gay, bisessuale, asessuale, pansessuale) da sentimenti di vergogna e di colpa, che portano a difficoltà nell'accettazione e, di conseguenza, nello svelamento del proprio orientamento sessuale: il coming out.

coming out cosè
Alexander Grey - Pexels

Cos'è il coming out

Che cosa si intende per coming out? Secondo Treccani, il significato letterale di coming out e la sua traduzione in italiano è “uscita (coming) allo scoperto (out)”. “Fare coming out” significa dunque parlare della propria sessualità in relazione al proprio orientamento sessuale.

L’11 ottobre di ogni anno si celebra il Coming Out Day, tenutosi per la prima volta negli Stati Uniti nel 1988. Come si legge sul sito ufficiale statunitense dedicato a questa giornata:

“Condividere il nostro sé autentico con gli altri non è sempre sicuro o facile, e non è un evento di un giorno, ma quando possibile, può essere una chiave straordinariamente potente per abbattere le barriere che affrontiamo come persone LGBTQ+.”

Il coming out è uno dei momenti cruciali per ogni persona omosessuale, momento in cui deve decidere se e come dirlo ai propri cari. Questo momento, solitamente, può essere fonte di notevole ansia, tant’è che spesso risulta molto più appetibile l’idea di persistere nel segreto o nel taciuto. 

Cosa significa fare coming out in termini emotivi? Quali sono le emozioni che contraddistinguono lo “svelamento”? E quali i timori relativi a fantasticate reazioni? Come effettivamente reagisce il mondo che ci circonda? Scopriamolo insieme.

Il coming out: timore del rifiuto e atteggiamenti diffusi

Il timore del rifiuto per la propria omosessualità, anche da parte dei familiari più vicini, è così tanto frequente da rendere la scelta della comunicazione del segreto una prova decisiva che viene affrontata generalmente secondo modalità diverse. 

Molte storie di coming out, infatti, hanno alcuni elementi in comune. Tra gli atteggiamenti più diffusi ritroviamo:

  • l'esibizione spavalda
  • la confessione remissiva
  • la permanenza nel segreto.

Non è difficile riconoscere a tutte un sottofondo comune: l'ansia sul tipo di risposta che si avrà. Solitamente, fare coming out con i genitori o con gli amici, sottende il timore che l'omosessualità sia per loro un ostacolo alla capacità di dare amore incondizionato.

Ed è un timore così tanto incistato nel tessuto sociale, da spingere molti a sentirsi in colpa e condannati al disconoscimento e al non-amore.

La paura di svelarsi può derivare anche dalla difficoltà ad accettare per primi la propria omosessualità; questo fenomeno è strettamente legato agli stereotipi di genere che permeano la nostra cultura, di cui è un esempio la mascolinità tossica

Tali timori, che potrebbero essere fugati nel tempo, sono invece spesso potenziati dalle reazioni a caldo di quanti - per esempio i fratelli - diffidano il ragazzo o la ragazza dal dirlo ai genitori, pensando di svolgere una funzione protettiva, mentre invece ne svolgono una inibente. Attenzione dunque, l’eccessiva protezione non sempre è una risorsa, anzi!

Coming out: quali reazioni aspettarsi?

Le reazioni allo svelamento della propria omosessualità possono essere svariate e vanno distinte in due componenti:

  • personali, intrapsichiche
  • pubbliche, interpersonali.

Per quanto riguarda le reazioni a livello personale, non va trascurato il ruolo dell'omofobia interiorizzata, che parrebbe caratterizzare ogni persona omosessuale. Con questo termine ci riferiamo all’insieme di sentimenti ed emozioni come ansia, disprezzo, rabbia, che gli omosessuali provano nei confronti dell’omosessualità, propria e altrui.

Riguardo le conseguenze interpersonali, i pregiudizi che la comunità omosessuale e più in generale le persone LGBTQ+ subiscono, possono dare adito a quello che viene definito minority stress, ovvero un fenomeno (con caratteristiche simili al disturbo post traumatico da stress) che può provocare disagio psicologico a quanti, per il loro orientamento sessuale o identità di genere, non sono “conformi” a un modello socialmente condiviso.

Outing e coming out

Qual è la differenza tra outing e coming out? Sebbene i termini vengano spesso utilizzati come sinonimi, outing e coming out non sono la stessa cosa. Come abbiamo visto, una persona che ha fatto coming out, ha deciso volontariamente e liberamente di “rivelare” il proprio orientamento sessuale.

L’outing, invece, descrive una rivelazione non volontaria, imposta, forzata. È dunque importantissimo ricordare cosa significa coming out e la differenza tra outing e coming out, così da adottare una terminologia rispettosa delle sensibilità di tutti.

Fare coming out: cosa succede in adolescenza e in età adulta

Le storie di coming out sono ricche di episodi in cui l’analisi dei sentimenti contrastanti rappresenta un passaggio obbligato per il raggiungimento di un'identità armonica e per l'ottenimento di relazioni amorose e interpersonali soddisfacenti, così come per una più autentica definizione di sé

Proviamo a capire nel dettaglio cos’è che accade quando il coming out avviene in età adolescenziale o in età adulta.

Il coming out in adolescenza

Il coming out in adolescenza è complesso. I cambiamenti psicologici in adolescenza ci raccontano di una fase della vita densa di confusione, di tempeste ormonali e relazionali, nella quale ci si confronta con la necessità di affrontare nuove scoperte. 

È una fase in cui il gruppo di amici diventa molto importante e può diventare un punto di riferimento al pari della famiglia. Ma quegli amici sapranno capire e, soprattutto, accettare? Non dimentichiamo che è un'età in cui si scopre il sesso e ciò comporta una grande attenzione a questo nuovo universo.

Il coming out nel gruppo di amici

Se vogliamo, l'adolescenza è una fase di scoperta della propria mascolinità e della propria femminilità. Allora, come può risultare facile per un maschio che vive in una cultura intrisa di stereotipi di genere,  immaginarsi a dire al proprio gruppo di amici: “Veramente a me piace un ragazzo” e accettare di essere gay? 

Già essere poco "macho" spesso comporta il timore di essere etichettati dal gruppo dei pari. Ugualmente, non è facile il coming out per una donna lesbica e vedere accettato il proprio orientamento sessuale. Possiamo così facilmente immaginarci le fantasie catastrofiche e le angosce che si addensano sull'ipotesi di confessare apertamente altre preferenze.

La mancanza di fiducia nella possibilità di risposte accoglienti può portare a una chiusura, al mantenimento del segreto e a rinviare la decisione di quando e come fare coming out. 

Spesso, l’adolescente col dubbio di essere omosessuale, o con la paura di esserlo, anche per rassicurare sé stesso, tenta delle esperienze eterosessuali. Ma quali conseguenze può determinare questa prima esperienza? E, soprattutto, che vissuto lasceranno nel giovane? Ne trarrà risposte rassicuranti o angoscianti?

Rimanere bloccati dalle proprie paure

Può anche accadere che l'adolescente decida di astenersi dalla vita sessuale e, di fatto, si blocchi per anni, in attesa di capire cosa vuole. Tale blocco, sviluppato per evitare di affrontare le conseguenze di un’uscita allo scoperto, può renderlo ancora più timoroso. 

Esiste infatti una percentuale di adolescenti che rimarrà, anche in età adulta, piena di dubbi sul proprio orientamento sessuale. Queste persone si interrogano tra sé e sé e non si sperimentano, fino anche a un'età avanzata, né con un sesso né con l'altro.

Di conseguenza, anche la problematica legata al coming out è rimandata tardivamente. È evidente in questo caso il non accettare di essere gay o lesbica costituisca un fattore disfunzionale per l'evoluzione della vita e auto-inibente rispetto all'impulso sessuale.

Il coming out in età adulta

Anche il coming out in età adulta non è di certo una passeggiata, soprattutto se intanto ci si è costruiti una famiglia. Oltre a dover accettare un'immagine di sé diversa da quella che si è avuta per anni, si pone il problema di come dirlo ai propri familiari e di come dover gestire angosce enormi.

È difficile immaginare che la persona non avesse mai avuto prima il sentore di queste sue inclinazioni. Presumibilmente le aveva negate più o meno consapevolmente. Rivelarsi diventa allora un doppio sforzo: riconoscerlo a sé stessi e renderne partecipi gli altri.

Coloro i quali si rivelano solo da adulti, spesso dopo aver messo su famiglia, spinti dalla necessità di vivere una maggiore autenticità, inducono una serie di riflessioni. 

I coming out così tardivi potrebbero essere legati, per esempio, a significativi cambiamenti strutturali nella famiglia di origine, più precisamente con la perdita di un genitore. Altri eventi significativi possono essere scoperti in sede di terapia in seguito alla narrazione dell’individuo della propria storia e di quella della sua famiglia.

coming out psicologia
Anna Shvets - Pexels

Il supporto psicologico nel coming out

Andare dallo psicologo per ricevere supporto rispetto alla decisione di fare coming out, può essere una soluzione proficua per la persona che sta vivendo dubbi e incertezze legate al proprio orientamento sessuale e allo svelamento di quest’ultimo.

Un professionista del benessere psicologico, anche con un percorso di psicoterapia online, potrà accompagnare la persona nella scoperta di sé, affiancandola e sostenendola nella gestione delle emozioni che potrà sperimentare in questo delicato momento di crescita personale.

Inoltre, il supporto psicologico potrà essere utile anche alla famiglia, guidando i membri affinché tale rivelazione possa essere occasione di maggiore unione, accettazione e complicità familiare.

Bibliografia
Questo è un contenuto divulgativo e non sostituisce la diagnosi di un professionista. Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica

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