Disturbi psichici
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Senso di colpa: quando diventa troppo?

Senso di colpa: quando diventa troppo?
Senso di colpa: quando diventa troppo?logo-unobravo
Francesca Castellano
Francesca Castellano
Redazione
Psicoterapeuta Cognitivo- Comportamentale
Unobravo
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Pubblicato il
14.3.2024


Chi di noi, almeno una volta nella vita, non ha avuto sensi di colpa? Possiamo aver provato senso di colpa verso il partner, un amico o un familiare. Ma cosa sono i sensi di colpa?

Il senso di colpa è un'emozione complessa, influenzata da fattori culturali e alla base di gesti altruistici. Ma quando diventa dannosa per il nostro benessere?

In questo articolo proveremo a fare delle riflessioni sui sensi di colpa per capire meglio, tra le altre cose, quali sono i meccanismi da cui possono scaturire e cosa può alimentare il senso di colpa.

sentirsi sempre in colpa
Ethan Sykes - Unsplash

Senso di colpa: psicologia e cultura

Secondo lo psicologo Izard, il senso di colpa si delinea evolutivamente più tardi rispetto alle emozioni di base e ha il ruolo di inibire atti considerati immorali.

La colpa è legata al contesto culturale: ciò che è considerato sbagliato in una cultura, può essere accettato in un’altra. Essa viene quindi attribuita dalla società, ovvero dal giudizio negativo degli altri.

La capacità di provare senso di colpa è strettamente connessa alla tendenza personale a sentire il dispiacere per l’eventuale danno, seppur involontario, provocato col proprio agire. 

Sentirsi in colpa: perché succede?

Il senso di colpa è stato definito da Miceli e Castelfranchi, ricercatori dell'Istituto di psicologia del CNR di Roma, come uno dei più pervasivi stati di sofferenza esperibili dall’individuo. Ma quali ingredienti condiscono la colpa individuale? Possiamo individuare tre componenti principali del senso di colpa:

  • la valutazione di dannosità: si valuta in termini di dannosità l'azione compiuta o la semplice intenzione dell’azione
  • l’assunzione di responsabilità: si ritiene di aver avuto lo scopo di causare l’evento o, comunque, il potere di evitarlo, prevederlo o prevenirlo
  • la compromissione dell’autostima morale: si ritiene di aver violato importanti valori o norme condivise. La propria “immagine morale” può esserne compromessa, quando si sperimenta un abbassamento dell’autostima in relazione ai valori personali.

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Senso di colpa per un tradimento

Un tradimento può avere un impatto fortissimo nelle relazioni sentimentali, tanto da portare a crisi di coppia e, in alcuni casi, far cessare del tutto la relazione. Esso può assumere varie forme, come l’infedeltà emotiva o fisica, la rottura di una promessa o un accordo, o l'agire in modo contrario agli interessi di un'altra persona a cui si è vicini. 

La consapevolezza di aver causato dolore o danno a qualcuno può intensificare il senso di colpa. Questa consapevolezza può portare alla riflessione su come le proprie azioni abbiano influenzato negativamente la persona tradita e portare al rimorso e pentimento.

Il pentimento può spingere la persona a cercare di compensare o riparare il danno causato, sebbene questo non sia sempre possibile o sufficiente a sanare la ferita. 

Il senso di colpa per un tradimento può essere accompagnato da profonda vergogna e dalla paura di perdere la persona che è stata tradita. Se il tradimento non è stato rivelato, la paura di essere scoperti o la tensione nel mantenere il segreto può aggravare questi sentimenti.

Come superare il senso di colpa per aver tradito? Affrontare il senso di colpa per un tradimento richiede coraggio e introspezione. È necessario riconoscere e accettare la responsabilità delle proprie azioni, guardando da vicino i propri sentimenti di colpa per comprendere le ragioni che hanno causato il tradimento e il danno.

Il senso di colpa per un tradimento può essere una sfida emotiva che richiede impegno e lavoro su di sé. Perdonarsi per ciò che si ritiene un errore può essere altrettanto importante che chiedere sinceramente perdono. É utile poi anche riconoscere che il perdono non può essere imposto e che il processo per risanare la relazione può richiedere tempo.

Sensi di colpa verso i figli

Anche nelle relazioni familiari è possibile sperimentare il senso di colpa, sia che si tratti di senso di colpa verso i genitori da parte dei figli, ma anche di sensi di colpa verso i figli da parte dei genitori.

Cosa nasconde il senso di colpa di un figlio verso i propri genitori? Le motivazioni più diffuse per cui un figlio può sperimentare il senso di colpa possono essere:

  • aspettative disattese, legate per esempio al rendimento scolastico, la carriera, le scelte di vita o gli standard comportamentali
  • indipendenza e autonomia: man mano che i figli crescono e cercano di diventare più indipendenti, possono provare senso di colpa per voler lasciare la casa dei genitori, specialmente se percepiscono che questi ultimi dipendono da loro emotivamente o fisicamente
  • ruolo di caregiver: in alcune famiglie, i figli si trovano a dover assumere responsabilità per la cura dei genitori a causa di malattia, disabilità o altri fattori. Questo, per esempio, può generare senso di colpa verso i genitori anziani quando i figli vivono lontani perché hanno deciso di andare a vivere all’estero 
  • problemi familiari: figli possono sentirsi in colpa per problemi familiari che percepiscono come causati o aggravati dalle loro azioni, anche se non sono direttamente responsabili.

I sensi di colpa dei genitori, invece, possono nascere dalla preoccupazione di non essere stati all'altezza del proprio ruolo, di aver commesso gravi errori o di non aver fornito ai propri figli ciò di cui avevano bisogno. 

Questo senso di colpa può essere influenzato da numerosi fattori, tra cui aspettative personali e sociali, confronti con altri genitori, e la pressione di bilanciare le responsabilità lavorative e familiari.

I genitori possono sperimentare sensi di colpa verso i figli per la loro separazione o per determinate scelte di vita, oppure, nel caso di una donna, è possibile sentirsi in colpa verso un figlio per il rientro al lavoro dopo la maternità.

senso di colpa genitori figli
Xavier Mouton Photographie - Unsplash

La colpa è solo una?

Secondo lo psichiatra Francesco Mancini il senso di colpa può essere distinto in due differenti tipologie: altruistico e deontologico.  Spesso questi due tipi di sensi di colpa sono strettamente connessi, ma si differenziano nettamente, anche su base neuroanatomica e nel loro ruolo nella psicopatologia.

Il senso di colpa deontologico e il senso di colpa altruistico

Il senso di colpa deontologico sembra attivare l’insula e la corteccia cingolata anteriore, aree connesse anche ad emozioni di disgusto e all’auto-rimprovero; d’altro canto, il senso di colpa altruistico si associa a un’attivazione delle aree prefrontali coinvolte anche nell’empatia e la comprensione della mente altrui.

Un modo in cui può manifestarsi il senso di colpa altruistico è il cosiddetto “senso di colpa del sopravvissuto", cioè l’emozione che la persona prova nel momento in cui, mettendosi a paragone con gli altri, ritiene di avere un vantaggio quanto a successo, abilità, benessere, stato di salute o altri ambiti. 

Facciamo l'esempio di due fratelli: il primo sano e robusto, laureato in ingegneria a pieni voti, il secondo con un disturbo del neurosviluppo, quasi completamente dipendente dalle cure parentali; il primo fratello pensa: “perché a lui? Io sono più fortunato, mi sento in colpa”.

Altro tipo di senso di colpa altruistico è quello interpersonale: lo prova la persona che nutre una forte empatia per il dolore dell’altro e pensa di non aver fatto abbastanza per aiutarlo. Ecco ancora un esempio: una persona che è in un’altra città riceve la notizia che la madre sta morendo e si mette subito in viaggio per salutarla un’ultima volta. Non arriva in tempo e prova un forte senso di colpa “per non esserle stato accanto e averle tenuto la mano mentre moriva”.

Parlando di senso di colpa deontologico invece, si indica un tipo di emotività fortemente influenzata da canoni morali. In tal caso dunque, si parla di una violazione di una regola morale anche senza danni a terzi; un esempio potrebbe essere il senso di colpa di un individuo che ha messo in atto comportamenti sessuali valutati come “sbagliati” in base a principi religiosi.

Senso di colpa patologico

Il senso di colpa diventa patologico quando supera le normali reazioni emotive a comportamenti specifici e inizia a influenzare negativamente il benessere psicologico e la vita quotidiana di una persona in modo significativo e prolungato. 

I sensi di colpa possono impattare sulla salute mentale insieme ad altri sintomi che indicano la presenza di problemi che hanno assunto una natura patologica. Tra le principali caratteristiche del senso di colpa patologico ricordiamo:

  • pervasività: si finisce per sentirsi in colpa per tutto quando il senso di colpa si estende oltre situazioni specifiche e diventa un sentimento costante che permea vari aspetti della vita di una persona, indipendentemente dalla presenza di motivi reali per sentirsi in colpa
  • intensità eccessiva: la persona prova un senso di colpa sproporzionato rispetto alla situazione che lo ha scatenato. Questo può includere il sentirsi estremamente colpevoli per piccoli errori o azioni che non avrebbero normalmente giustificato una tale reazione
  • evitamento psicologico e isolamento: la persona può iniziare a pensare “il senso di colpa mi sta uccidendo” ed evitare situazioni sociali o compiti per paura di commettere errori che potrebbero causare ulteriore senso di colpa, portando a un circolo vizioso che può portare all’isolamento
  • difficoltà nel perdonare se stessi: nonostante il passare del tempo o la risoluzione della situazione che ha scatenato il senso di colpa, si fa fatica a perdonarsi, mantenendo un ciclo continuo di auto-critica e rimorso.

Il senso di colpa patologico può essere la manifestazione di numerosi problemi di salute mentale, tra cui: disturbi d'ansia, depressione, bassa autostima, disturbi alimentari (in alcuni DCA non è raro provare sensi di colpa dopo aver mangiato) e altri. 

Senso di colpa e DOC

Il senso di colpa deontologico è ritenuto una componente importante del disturbo ossessivo-compulsivo. Il dubbio morale minaccia l’integrità della propria immagine e attiva sensi di colpa e pensieri ossessivi, spesso associati a compulsioni. La colpa deontologica nel DOC è vissuta come un qualcosa di doloroso, insopportabile e irreparabile.

Senso di colpa, depressione e lutto patologico 

Il senso di colpa fa da protagonista anche nella depressione maggiore e nel lutto patologico. In questo disturbo il sentimento di colpa si lega direttamente a una valutazione negativa di sé, a preoccupazioni non realistiche e ruminazioni. 

Il senso di colpa, in questi casi, impatta negativamente sull'immagine di sé e sulla percezione del proprio valore personale. In questo senso, le persone possono da un lato interpretare numerosi eventi quotidiani come prova di difetti personali, dall’altro provare un eccessivo senso di responsabilità per situazioni spiacevoli. 

Senso di colpa e ansia

Ansia e senso di colpa, nell’esperienza della persona, possono alimentarsi a vicenda. Il senso di colpa può legarsi all’ansia se una persona si preoccupa incessantemente delle conseguenze delle proprie azioni o della possibilità di aver ferito gli altri. 

Il perfezionismo, spesso associato a disturbi d'ansia, può portare a elevati standard personali che, quando non vengono raggiunti, possono far sperimentare un intenso senso di colpa.

Allo stesso tempo, l'ansia stessa può intensificare il senso di colpa. Le persone con disturbi d'ansia come il disturbo da panico o le fobie, per esempio, spesso evitano situazioni temute. Questo evitamento può portare a un senso di colpa per non affrontare le proprie paure, generando pensieri come "dovrei farcela" o "sono debole".

superare il senso di colpa
Dekler Ph - Unsplash

Come “superare” il senso di colpa

A patto di non trasformarsi in una paralizzante autocondanna, il dispiacere per il dolore che potremmo provocare negli altri può rivelarsi estremamente fruttuoso. La colpa, infatti, può aprire spazi di riflessione e, inoltre, può indurre a un gesto di riparazione.

Come si fa a eliminare il senso di colpa? Semplicemente, non è possibile. Non possiamo eliminare nessuna delle emozioni che proviamo, quanto piuttosto provare ad accogliere ciò che proviene dal nostro sentire, comprendendo che tipo di “segnale” il senso di colpa rappresenta per noi.

Quando sentiamo un senso di colpa che ci sembra eccessivo e ci domandiamo come fare per  non sentirci più in colpa, possiamo:

  • riconoscere e accettare i nostri sentimenti di colpa senza giudizio. Comprendere che sentirsi in colpa è un'emozione umana può essere il primo passo per vivere più serenamente il rapporto con noi stessi
  • analizzare la situazione chiedendosi:  “il senso di colpa che provo da dove viene?” per riflettere sulle azioni che hanno causato questi sentimenti e sul perché ci si sente in colpa. 
  • imparare dall'esperienza: identificare eventuali errori commessi e pensare a come evitarli in futuro può essere un'opportunità per la propria crescita personale.
  • cercare di riparare il danno causato: fare ammenda, se lo si desidera,  può assumere varie forme, come chiedere scusa sinceramente, offrire un risarcimento o dimostrare attraverso le azioni l’impegno a cambiare comportamento
  • perdonarsi:  il perdono di sé è un passo cruciale per non rimanere incastrati nel proprio senso di colpa. Riconoscere la differenza tra senso di colpa e responsabilità, può permetterci di imparare dai nostri errori.

Se il senso di colpa è eccessivo, persistente o interferisce con la propria vita quotidiana, potrebbe essere utile cercare il supporto di un professionista del benessere psicologico. Un esperto può aiutare a esplorare le radici del senso di colpa e a sviluppare strategie per gestirlo in modo sano.

Fare i conti con il senso di colpa è un processo che richiede tempo, pazienza e impegno. Ma, con il giusto supporto, è possibile imparare ad accogliere e comprendere le proprie emozioni per vivere una vita più piena e consapevole.

Questo è un contenuto divulgativo e non sostituisce la diagnosi di un professionista.
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